VENEZIA Ospedali civili riuniti SEZIONE PSICHIATRICA - Ospedali d'Italia

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VENEZIA Ospedali civili riuniti SEZIONE PSICHIATRICA

Ospedali Nord est > Regione Veneto > Venezia città

Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-sanitari ricavati dalle cartelle cliniche. La consultazione dei dati specifici delle singole cartelle cliniche avviene, invece, dietro autorizzazione, nel rispetto della normativa sulla privacy.
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).


http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=511&navId=0


Altre denominazioni temporali

Ospedale civile generale di Venezia
Ospedale civile provinciale di Venezia
Manicomio de' Santi Giovanni e Paolo in Venezia
Instituto centrale provvisorio delle dementi in Venezia

L'Ospedale civile dei SS. Giovanni e Paolo di Venezia comincia ad accogliere le malate di mente a partire dal 1825, quando secondo disposizioni governative viene istituita una specifica divisione per le alienate, posta sotto la direzione del medico primario dottor Duca, nella quale vengono concentrate le dementi di tutte le province venete che fino ad allora "stavano disperse per le provincie medesime, rinchiuse nei peggiori locali degli ospedali civili, e fin anche delle prigioni, senza cura veruna né fisica né morale, abbandonate a se stesse e alla balia degli ignoranti e forse anche spesso inumani custodi".
A partire dal 1834, causa il sovraffollamento generale del manicomio di San Servolo e al fine di evitare la promiscuità tra malati di ambo i sessi ricoverati in isola, si decide di separare gli uomini dalle donne e di trasferire le maniache in alcuni reparti (padiglioni) dell'Ospedale civile di Venezia. Ma già in precedenza, la struttura era stata destinata anche al ricovero dei piagati e dei "pazzi tranquilli", volendo mantenere a San Servolo quelli più "violenti" e "furiosi".
Gli spazi adibiti ai locali del manicomio erano angusti e carenti e le risorse economiche a disposizione scarsissime. Sotto la direzione del dottor Trois, coadiuvato dal primario Valentino Fassetta, la sezione delle alienate viene completamente riorganizzata con la creazione di una "sala d'osservazione" destinata allo studio delle pazienti che venivano ricoverate in attesa di essere assegnate ad un preciso reparto dopo che si fossa stabilita con precisione la diagnosi, di una "sala di sicurezza" per le inquiete, furiose e pericolose, di una "sala clinica" destinata alle tranquille con malattie fisiche e di una "sala di contumacia" per le malate contagiose; un'ulteriore zona viene riservata alle dozzinanti (pensionarie) con trattamento proporzionato alla somma versata (dozzina) e infine " [...] persuaso dell'efficacia della cura balnearia [...] fece costruire una gran sala terrena, con dodici vasche per bagnature di diversa specie, [...] queste sono calde, fredde, a doccia, a getto, a sorpresa, ad immersione, con acqua semplice, o commista a sostanze medicamentose".

Altra fonte:  Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941  pag 144

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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