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MALO Ospedale De Marchi oggi RSA

Ospedali Nord est > Regione Veneto > Vicenza provincia

Ringrazio l'Amministrazione Comunale di Malo per la condivisione dei contenuti della scheda che pro-vengono integralmente dal testo:  Il nuovo ospedale di Malo - F. Guain, U. Gonzato - curato dall'Am-ministrazione Comunale nel 1972


Il 22 aprile 1863 moriva a Malo Gioacchino De Marchi lasciando, con testamento in data 25 marzo 1863, erede universale il Pio Istituto Elemosiniere perchè erigesse un ospedale per i poveri del terri-torio di Malo.
L'esempio del De Marchi è stato seguito da altri munifici cittadini.
Il compito di erigere l'Ospedale « Pio Ospitale degli infermi » venne assunto dalla Congregazione di Carità, successa al Pio Istituto Elemosiniere verso la fine del 1867.
Poichè il patrimonio lasciato dal De Marchi e da altri benefattori non era sufficiente per la realizzazio-ne dell'Ospedale, la Congregazione di carità rivolse una richiesta di contributo al Comune di Malo, il quale nella seduta del 4 dicembre 1868 accordava all'unanimità un contributo di L. 5.000.
Il 15 febbraio 1869 la Congregazione di Carità deliberava di dar corso ai lavori per l'esecuzione dell'Ospedale: « ... Proporre di dare principio alla fabbrica in via economica a fine di giovarsi delle prestazioni gratuite e delle offerte private ed a risparmio di spese di amministrazione... »
Il 13 aprile 1869 venne posta la prima pietra. Per l'occasione venne trasportato nel cantiere una no-tevole quantità di materiali da costruzione « . . con gara tradotta dai proprietari di boarie e di altri veicoli di Malo, Molina e S. Tomio .. », e la Giunta Comunale autorizzava « ... la potatura dei platani del Castello... » per raccogliere la legna necessaria per cuocere la calce.
I lavori per la costruzione dell'ospedale si protrassero fino al 31 dicembre 1875. Quando tutto era pronto mancavano i letti e l'arredamento. A ciò provvide una certa Signora Irene Fabinelli Panizzon che offrì la somma di L. 2.750. L'apertura dell'Ospedale, già pronta nel 1875, venne rinviata perchè il medico condotto in attesa che il Municipio disponesse di un alloggio, occupava i locali dell'Ospedale.
Risolti i vari problemi relativi alla costruzione dell'Ospedale, la Congregazione di carità, nella seduta del 9 marzo 1877, nomina il Signor Francesco Clementi direttore dell'Ospedale e, conseguentemente, gli attribuiva i poteri.
Il 20 marzo 1877 due Suore Dorotee dell'Istituto Farina di Vicenza assumevano possesso della casa con il compito di predisporre il necessario per l'assistenza agli infermi.
Nelle ore pomeridiane del 30 marzo 1877 venivano accolti i primi cinque ammalati.
Il costo dell'opera è stato di L. 35.070,47 comprensivo di acquisto terreno, mobili e arredamento e nel totale della spesa veniva compresa la stima delle prestazioni gratuite effettuate da benefattori.
Trascorrono altri undici anni prima di giungere al riconoscimento giuridico del nuovo ente morale.
Ciò avviene con lo Statuto proposto dall'Amministrazione della Congregazione di Carità il 4 agosto 1888 approvato con Decreto Reale 6 novembre 1888. Questo Statuto ribadisce i principi di ammini-strazione già espressi dallo Statuto della Congregazione di Carità.

Il suo Capo II che tratta appunto dell'Amministrazione dell'Ospedale si compone dei due articoli sot-to riportati:

ART 6 L'Ospitale De Marchi è amministrato e diretto per virtù di Legge dalla Congregazione di Carità in luogo, la quale ne conserva distinti lo scopo e la speciale natura, e ne tiene separate le attività e passività del patrimonio.
ART 7 A questo effetto la Congregazione si attiene al presente Statuto dell'Opera Pia per ciò che ri-guarda l'indole e gli interessi particolari della stessa ed al proprio Statuto Organico Generale per ciò che riguarda le adunanze, le convocazioni, le notazioni e deliberazioni, le attribuzioni del Presidente e dei Membri, e le norme generali amministrative. »
In seduta 12 ottobre 1915 la Congregazione di Carità delibera un nuovo schema di Statuto organico per l'Ospedale approvato con Decreto Luogotenenziale l’8 novembre 1915.
Poichè in esso sono ricalcate le linee del precedente, l'Ospedale sarà ancora amministrato dalla Con-gregazione di Carità, fino al 1939. Nel frattempo l'Ente Comunale di Assistenza previsto dalla Legge 3 giugno 1937 n. 847, aveva sostituito la Congregazione di Carità.
Si giunge così alla emanazione del Decreto Reale 24 febbraio 1939 che opera il decentramento dell'E.C.A. dell'Ospedale e di altri istituti per passarli ad una amministrazione unica.
Il Decreto si compone di un solo articolo che è il seguente:
Vedute le finalità dell'Ospedale Civile De Marchi; della Casa di Ricovero Muzane dell'Asilo Infantile Rossato con sede in Malo (Vicenza), amministrate dall'Ente Comunale di Assistenza di detto Comune, quali risultano dai relativi statuti;
Visti gli atti;
Ritenuta l'opportunità di affidare la gestione di detta istituzione ad una amministrazione unica, de-centrandola dall'Ente comunale di Assistenza;
Visto l'art. 8 della legge 3 giugno 1937 XV, n. 847;
Visto il R.D.L. 16 giugno 1938 XVI, n. 1168;
Sulla proposta del DUCE, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro Segretario di Stato per gli Affari dell'Interno;
Articolo I — La gestione delle istituzioni suddette è affidata ad una Amministrazione composta di un Presidente, nominato dal Prefetto, e quattro membri  nominati dal Podestà.
Il Presidente e i membri durano in carica quattro anni e possono essere riconfermati senza interru-zione.
Il Nostro Ministro proponente è incaricato della esecuzione del presente decreto.
Dato a Roma addì 24 febbraio 1939 XVII.

Sulla base di quest'ultimo decreto vennero costituite le nuove Amministrazioni delle « Opere Pie Riu-nite di Malo » che si sono susseguite dal 1939 in poi.
L'ultimo atto che ha modificato lo stato giuridico dell'Ospedale è rappresentato dalla Legge 12.2.1968 n. 132 di riforma ospedaliera la quale ha dato all'Ospedale una nuova investitura con pro-pria amministrazione diversa da quella delle Opere Pie Riunite a cui apparteneva.
Alla legge è seguito il Decreto 31.10.1969 n. 1149 costitutivo del nuovo ente ospedaliero, col quale è stata indicata la composizione del Consiglio di Amministrazione come segue:
- un membro eletto dal Consiglio Provinciale di Vicenza.
- due membri in rappresentanza degli originari interessi dell'ente, designati e  nominati ai sensi dello statuto dell'ente approvato con regio decreto 18 novembre 1915, modificato con regio decreto 24 febbraio 1939
- tre membri eletti dal Consiglio Comunale di Malo.

LA PRIMA ALA 1963 1965
Il nuovo ospedale nasce con la edificazione sul versante est di un primo corpo su 4 piani e lo scanti-nato, congiunto al vecchio istituto e concepito come il suo necessario completamento.
Questa nuova costruzione, che sarà poi la prima ala del nuovo ospedale, è sorta da due considerazio-ni.
Anzitutto dalla necessità di eliminare la promiscuità esistente fra l'infermeria De Marchi e il Ricovero Muzan costretti in un unico edificio.
Inoltre bisognava rendere più dignitoso e confortevole l'ambiente anche in relazione ai tempi che an-davano mutando.
Nel 1960, infatti, il Commissario Prefettizio del tempo, dott. E. Urso, con acuto intuito aveva fatto co-struire un nuovo edificio per il Ricovero Muzan, scorporandolo dal vecchio complesso e lasciando così disponibile la vecchia sede, che venne demolita e sulla cui area sorse la nuova ala dell'ospedale, ini-ziata il 24 novembre 1963 con la posa della prima pietra.
Con questa costruzione razionale e moderna, che consentì per la prima volta la istituzione dei due re-parti separati di medicina e di chirurgia, si affermò decisamente l'idea di un più vasto ospedale.
Erano infatti 85 posti letto di corsia comune che si aggiungevano ai 40 precedenti; 8 camerini per dozzinanti di prima e seconda classe, un gabinetto radiologico e il laboratorio di analisi ambientati al piano rialzato, unitamente ad ambulatori specialistici.
Da allora, anno per anno, il numero dei malati accolti andò lentamente ma costantemente aumentan-do.
Il giorno della inaugurazione della nuova costruzione, avvenuta il 3 ottobre 1965, erano degenti nell'Istituto appena una quindicina di malati.
Basta dare uno sguardo alla statistica delle presenze degli anni immediatamente seguiti per rendersi conto della sempre crescente importanza che l'Ospedale andava assumendo.
Limitiamo i dati statistici al solo periodo intercorrente fra l'entrata in funzione della prima ala e l'ini-zio dei lavori del corpo centrale (1965-1967);

nel 1964 si ebbero 933 ricoveri nel 1965 915 nel 1966 1380 nel 1967 1571
Tale sensibilissimo incremento di degenti, dovuto in parte all'aumento della popolazione e alla espan-sione industriale della zona, suggeriva nuove iniziative.

Il Consiglio di Amministrazione delle Opere Pie, vagliata la situazione ospedaliera locale e constatato che anche la nuova ala era insufficiente alle crescenti richieste,  ebbe ad affermare la necessità di un approfondito studio della situazione stessa e della ricerca di una soluzione  del problema, che non ri-corresse più a ripieghi,  ma poggiasse su radicali provvedimenti, tali da condurre ad un'opera comple-ta che per molti anni potesse rispondere alle esigenze manifeste e prevedibili della comunità.
La prima ala, di cui si è parlato in precedenza, doveva costituire inizialmente il nuovo ospedale, ma a seguito  della elaborazione di un secondo progetto integrato, rappresentò soltanto la prima parte di quell'opera, che completata con i due lotti successivi, si presenta ora in tutta la sua mole.
Superate, in tempi diversi, le formalità di approvazione del nuovo progetto elaborato, nonchè le labo-riose pratiche per gli ulteriori finanziamenti, si potè procedere in epoche diverse, fra il 1967 e il 1970.

Gli impianti principali destinati ai servizi generali del nosocomio sono distribuiti in parte nel seminter-rato dei  due corpi che formano il complesso principale e in parte in due costruzioni di nuova costru-zione sul lato sud del piazzale retrostante.
Fra i servizi va annoverata la cucina, capace di approntare vivande per 400 persone.
La centrale termica unificata, di nuova costruzione, fornita di due moderne caldaie per una superficie irradiante di 42 metri quadrati, consente il riscaldamento dell'intero complesso e la distribuzione di acqua calda per i servizi igienici e di vapore per la lavanderia. La centrale accoppia il forno incenerito-re e un apparecchio dissipatore di rifiuti solidi.
La lavanderia che ha sede con il guardaroba in un nuovo edificio appositamente eretto in collegamen-to con la centrale termica, comprende tre macchine lavatrici da 50 Kg. ciascuna, idroestrattori, essica-toio rotante, vasca ellittica, macchina alla formalina, il tutto in locali ampi e razionali.
Una centrale elettrica con quadro unificato provvede alla illuminazione totale interna ed esterna di ogni settore mentre uno speciale impianto sussidiario assicura la continuità della illuminazione in casi di emergenza.
Un impianto centrale di gas-terapia assicura la distribuzione dell'ossigeno in tutte le sale di degenza.
Un ascensore, un montalettighe, un montavivande e un montacarichi no in senso verticale le comuni-cazioni fra i cinque piani del complesso degenziale.
Le comunicazioni interne sono assicurate da una rete telefonica centralizzata, con apparecchi telefo-nici installati in ogni piano e in molti locali di maggiore interesse che possono entrare in collegamen-to anche con l'esterno.
L'insieme dei fabbricati che sorgono su una area coperta di metri quadrati 1338 ha un volume di 18.710 metri cubi e conta  di 106 vani utili, serviti da 297 metri di ampi corridoi. La capacità ricettiva é di 200 posti-letto per degenti;
otto sono le stanze a uno o due letti messe a disposizione dei dozzinanti.
Le sale operatorie, di cui l'ospedale è dotato, sono quattro: per la chirurgia generale, per la ginecolo-gia, per il parto  e per la traumatologia.
A questo si aggiunge un attrezzato Gabinetto radiografico e il Laboratorio di analisi fornito di moder-ne apparecchiature.
Questo Ospedale è estremamente povero. A differenza di altre Amministrazioni ospedaliere, ricche di vistosi patrimoni,  dai quali possono attingere i mezzi anche per attuare progetti di rilievo imponente, l'Ospedale di Malo è proprietario  di un podere il cui valore attuale basterebbe appena per acquistare un apparecchio radiologico.
Anche la beneficienza pubblica è stata assente. Nessun lascito cospicuo e nessuna elargizione pro ospedale al di fuori  della elargizione, che qui è doveroso menzionare, di quattro milioni fatta dalla Signorina Maria Teresa Castellani in memoria del fratello Girolamo destinata all'impianto del monta-lettighe.
E' chiaro dunque che tutta la spesa è stata sopportata dalla finanza pubblica con operazioni finanzia-rie a lungo termine, sulle quali concorre anche il contributo dello Stato.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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