POZZUOLI Ospedale Tripergole poi S. Maria delle Grazie - Ospedali d'Italia

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POZZUOLI Ospedale Tripergole poi S. Maria delle Grazie

Ospedali Sud > Regione Campania > Napoli provincia

Il contenuto della scheda è a firma di Maria Chiocca ed è pubblicato sul sito "Monte di Procida" all'URL

http://www.montediprocida.com/wp/2020/04/mara-chiocca-pozzuoli-dallospedale-di-tripergole-al-santa-maria-delle-grazie-una-storia-di-straordinaria-carita/


L'ospedale Santa Maria delle Grazie è il punto di riferimento sanitario del territorio flegreo e dei comuni limitrofi. La storia sanitaria dei Campi Flegrei affonda le sue radici in un passato molto lontano. Il territorio flegreo, per la particolare caratteristica vulcanologica, era ricco di fonti idrotermali i cui effetti benefico-curativi furono sperimentati prima dei greci e poi dai Romani. Questi ultimi si adoperarono nel miglioramento della loro fruizione, attraverso la costruzione di grandi complessi termali, dislocati su tutto il territorio.
In seguito alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 DC), alle Invasioni Barbariche, a guerre, devastazioni ed eventi sismici importanti, il termalismo flegreo fu abbandonato per un lunghissimo periodo; riprese la sua regolare attività a partire dal XIII secolo. Con la fondazione della scuola medica salernitana e gli studi sulle proprietà curative delle acque termali, l'approccio al termalismo acquistò una dimensione medico-sanitaria. Il  De Balneis Puteolanis scritto da Pietro da Eboli tra il 1211 e il 1221 in onore del Sol Mundi Federico II di Svevia (1194-1250) che frequenò le terme puteolane per curarsi, è un trattato che celebra le proprietà termo-minerali delle acque Flegree e i suoi effetti curativi. Il luogo più rinomato del termalismo flegreo fu il villaggio di Tripergole, noto per la presenza di circa 18 fonti, distribuite su un vasto territorio, di cui oggi si conosce ben poco. completamente cancellato dall'eruzione del 1538, che portò alla fondazione di Montenuovo.
Con gli Angioini e gli Aragonesi, il villaggio visse una importante rinascita: fu trasformato, gradualmente, in un vero e proprio complesso ospedaliero, con strutture sanitarie e recettive, una spezieria e 3 osterie.  
Ispirato alla tradizione dello xenodochio orientale, esso offriva ospitalità gratuita ai forestieri e ai poveri bisognosi di cure. Carlo II D'Angiò (1285 1309) si orientò in questa direzione, quando, con provvedimento del 5 settembre 1298, vi fondò il complesso ospedaliero di Santo Spirito, detto anche di Santa Marta, per l'omonima cappella. Lo pose alle dipendenze dell'ospedale di Santo Spirito in Saxia di Roma (fondato nel XII secolo), affidandolo alle cure dei Frati ospedalieri dallo stesso Ente. L'esperienza sanitaria associata allo slancio caritatevole degli ospedalieri di Santo Spirito, il cui principale operato era l'assistenza ai poveri e agli ammalati, dovette convincere Re Carlo II a destinarli alla buona gestione del complesso puteolano, che si manteneva grazie a rendite proprie, benefici regi e elargizioni vescovili.
Con il governo Aragonese (1443-1501, il complesso di Tripergole continuò ad essere attenzionato dai sovrani, affinché conservasse integro l'afflato caritatevole verso il prossimo più bisognoso, per il quale era stato fondato. Secondo lo Statuto di fondazione, l'Ente era controllato e amministrato da due uomini scelti dal sovrano. Nel 1477 Re Ferdinando I d'Aragona, li scelse tra i  governatori della Real Santa Casa dell'Annunziata, ponendo le basi per il passaggio definitivo dell'ospedale napoletano nel 1507. ( la Santa Casa dell'Annunziata fu fondata nel XIV secolo dalla Congregazione della Santissima Annunziata -1318- con lo scopo di curare l'infanzia abbandonata e gli aspetti connessi ad essa; gestita dalla regina Sancia d'Aragona D'Angiò, dal 1343 acquistò il titolo di Real Santa Casa).
In seguito al terremoto del 1500 38,2 il complesso ospedaliero di Santo Spirito di tripergole, venne completamente distrutto; alla fine  dello stesso secolo, fu ricostruito. Contemporaneamente, adiacente alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, una confraternita di laici fondò l'omonimo ospedale per assistere i malati che andavano alle terme Flegree. Questo xenodochio gradualmente prese il posto di quello di Santo Spirito, chiuso nel XVIII secolo perché non più sufficiente alle esigenze del tempo.
L’Ospedale Santa Maria delle Grazie, da quel momento in poi, restò l'unico riferimento sanitario della popolazione locale. In seguito al bradisismo di tipo discendente del sette-ottocento, lo xenodochio puteolano, fu spostato. Dal 1872 al 1970 la sede fu Palazzo Toledo. Dopo il bradisismo degli anni 70 forte fu l'esigenza di un luogo per il primo soccorso per cui l'ospedale fu spostato in zona solfatara nei pressi dell' Aeronautica, in un'area appartenente presumibilmente alla Croce Rossa Italiana. Successivamente al bisogno di uno spazio più ampio in grado di accogliere una utenza maggiore, fu destinato un terreno oggi conosciuto come località in Schiana. Dalla seconda metà degli anni Ottanta l'area divenne la sede definitiva dell'ospedale puteolano. Il resto è storia dei nostri giorni. Tra il 300 e 600 dunque, a Pozzuoli come nel resto della Campania, si assiste alla fondazione di istituzioni benefiche, chiamate xenodochi, il cui scopo era  l'accoglienza gratuita e l'assistenza ai più deboli, quali orfani, povere, infermi. Tali istituzioni ebbero origine in seno alla chiesa, alle sue forme aggregative, come congreghe laicali, ordini monastici e dalla pietà religiosa dei sovrani che contribuirono economicamente a loro sostentamento.

Testo: l'ospedale di Santo Spirito e la chiesa di Santa Marta a Tripergole e a Pozzuoli- Proculus- rivista della diocesi di Pozzuoli, anno 1992 numero 1- R.  Giamminelli -  biblioteca Lux in fabula




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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