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IL LAZZARETTO DEL FANALE
E' stato il primo ad essere edificato a Livorno, e voluto da Cosimo I dei Medici. La sua costruzione iniziò negli anni 1582, nell'area della Torre del Fanale. La costruzione di questi magazzini fu portata a termine dal figlio, Francesco I nel 1584. Essendosi rivelata l'area edificata, insufficiente per il suo scopo, nel 1590 fu presa la decisione di costruirne uno nuovo: il lazzeretto di San Rocco.
LAZZARETTO DI SAN ROCCO
"Pisa e Venezia furono le prime città che introdussero nel secolo 14° l'uso salutare delle quarantine e dei lazzeretti, per salvarsi dalle invasioni della peste.
Il granduca Francesco I fece costruire il primo meschino lazzeretto di Livorno intorno alla base del Fanale, deturpando così quella magnifica torre.
Quando il gran Ferdinando dava opera a trasformare il castello in una fortificata città, la provvedeva pure d'un grande e bel lazzeretto, che ebbe nome da S. Rocco, vittima del suo zelo nel soccorrere gli appe-
Era intersecato da fossi, provvisto di scali, di piazze, di vasti e molteplici magazzini, per la custodia e lo sciorinamento delle merci sospette, di separate case pei passeggeri, di spedaletto e di cimitero, di cappella interna, isolata e fasciata di cristalli, perché da lungi si potesse assistere alle funzioni religiose, di ben distribuiti parlatori, affinché i liberi parenti od amici potessero comunicare cogl'interni, di trattoria, di fonte e di medici".
"Due impiegati superiori presiedevano, col titolo di capitano e di tenente, e buon numero di guardie vigilavano all'esatta osser-
"Servì ad uso di lazzeretto fino al 1852, nel quale fu dato all'ingegnere Poirel pei lavori del nuovo molo. Dieci anni dopo il governo ne prese una parte e la ridusse a cantiere militare.
LAZZERETTI DI SAN IACOPO E DI SAN LEOPOLDO.
"Siccome il commercio coi paesi turcheschi di levante, nei quali le malattie contagiose non di rado si sviluppavano, andava aumentando a Livorno nel secolo XVII, il governo mandava i bastimenti, che da quelle parti giungevano, a far la quarantina a Portoferraio; ciò nuoceva molto al commercio ed ai mercanti della città, i quali rappresen-
Allora il granduca, con decreto del 22 Mag-
Ebbe tal nome perché sorge presso la pieve di S. Jacopo, nel luogo stesso dove fu l'eremo, e poi il convento degli Agostiniani dai quali il governo comprò il terreno.
V'è pure un ospedale, fatto nel 1855, ed una cappella che serve per quei di pratica, e di quarantina.
"II granduca Pietro Leopoldo desiderando, a maggior sicurezza di Livorno e dello stato, che per la quarantina degli uomini e delle merci, che venivano da paesi notoriamente infetti da pestilenza, esistesse un lazzeretto proprio , fatto con maggiori cautele e più lontano dalla città, ne ordinò l'erezione all'architetto Ignazio Fazzi nel 1773. Esso è tra i più vasti e meglio disposti d'Europa, e fa grande onore al sovrano che lo costruì, dal nome del quale s'intitola; un alto muro lo circonda ed un fosso, che poteva essere inondato dal mare.
Alla sua destra esisteva come un altro lazzeretto, isolato e cinto di muro, per la quarantena rigorosa, in cui i passeggeri erano perfettamente segregati, e dove si profumavano le merci infette ; ora questo luogo è stato ridotto a prigioni, e vi hanno costruito un torrino di vigilanza.
Il lazzeretto è munito di torricelle, una delle quali sul mare anche per vigilanza della costa; ha comode abitazioni, spedale, due cappelle, una interna e l'altra esterna, e due cimiteri.
Nel blog è riportata una nota del 1 marzo del 1879, scritta dal dottor Giovanni Gentili, che riguarda i tipi di malattie osservabili nei Lazzaretti e i rimedi di primo soccorso, da applicare in attesa dell'arrivo del medico: "Preservativi per gli uomini e guardie de' lazzeretti”
Fonti: Piombanti G. "Guida storico artistica della città e dei contorni di Livorno" , Gio. Marini Editore, Livorno 1873
C. CIANO, La sanita marittima nell'età medicea, Pisa 1976, pp. 21-
F. PALAGII, lazzeretti marittimi e i primi regolamenti sanitari di Livorno, in "Rivista marittima", 1894, pp. 116-
G. NUDl, Storia urbanistica di Livorno dalle origini al sec. XVI, Venezia, 1959;