TAURIANUOVA Ospedale civile Principessa di Piemonte - Ospedali d'Italia

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TAURIANUOVA Ospedale civile Principessa di Piemonte

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Il contenuto della scheda deriva integralmente dalla rivista “Calabria sconosciuta” – Anno 20 n° 74/97 pagg. 71/72 a firma di  Aida Dattola.
Non sono riuscito a contattare nessuno in quanto, purtroppo, la Redazione come pure il sito e la rivista non esistono più.

Prima del violento terremoto del 5 febbraio 1783, che distrusse quasi completamente Taurianova, abitavano in questo paese molte famiglie facoltose, tra cui quella dei Tutini. L'unico discendente scampato al moto tellurico fu Domenico, fondatore dell'ospedale di Taurianova. Il suo unico figlio, Francescantonio, mori in seguito ad una caduta da cavallo, lasciando il padre nella più cupa disperazione.
Questa grave perdita costituì probabilmente il motivo occasionale che spinse il Tutini a devolvere, con pubblico testamento del 27-03-1797, tutti i suoi beni per l'istituzione di un ospedale. Tale struttura doveva sorgere nel territorio di Jatrinoli, poiché nella sua terra non vedeva altro che «ruderi, pietre e calcine». Il fabbricato doveva seguire un disegno ben preciso, in vista di ulteriori ampliamenti, e doveva essere a due piani, con un camerone capace di contenere 10 letti per la povera gente, mentre altre 4 stanze, arredate con i mobili migliori della sua eredità, dovevano essere riservate alle persone civili; 4 stanze, inoltre, dovevano essere costruite una per il Procuratore, per l'Amministratore, una doveva fungere da archivio e l'altra da farmacia. I bassi sarebbero stati occupati dalla cucina, dalla dispensa, dal magazzino e dall'abitazione degli inservienti.
Pur deliberando che non fossero accolti nell'ospedale gli affetti da malattie contagiose, il Tutini stabilì che fossero forniti loro le cure dei medici, il cibo e le medicine. Egli istituiva, inoltre, la cosiddetta «cassa dei maritaggi», destinata ad offrire un aiuto economico alle ragazze indigenti.
Una clausola importante del testamento stabiliva che la Pia Opera fosse costruita entro 8 anni dalla morte, in caso contrario i beni lasciati in eredità sarebbero spettati all'ospedale di Seminara. Il medico e il chirurgo dovevano essere di Terranova e di Jatrinoli.
La storia dell'ospedale  inizia nel 1805, cioè dopo otto anni dalla morte del fondatore, avvenuta il 4 aprile del 1797.
Nel 1862, visto il continuo ricovero di militari si richiedeva l'aumento di altri 4 posti letto, perché era stato più volte negato il ricovero ai non militari, contravvenendo così alle disposizioni del fondatore. Gli eventi bellici rendevano molto attivo l'ospedale, tanto che si avverti l'esigenza di un regolamento interno che prescrisse i doveri del personale. Il 20 gennaio 1871 fu redatto uno Statuto Organico, approvato con R.D. di Vittorio Emanuele II il 30 aprile dello stesso anno. Agli inizi del '900 fu aggregato all'ospedale Immacolata un «ospizio» fondato da Fedele Ganini, funzionante con sale proprie. A Ra-dicena, intanto, la nobildonna Isabella Zerbi disponeva che i suoi beni fossero destinati alla costruzione di un'opera pia: l'ospedale «Sorelle Zerbi». Ma il contributo più sostanzioso alla nuova opera pia fu offerto dalla signora Domenica Genova che, con pubblico testamento dell'8-01-1913, lasciava tutti i suoi beni alla Congregazione di Carità di Radicena, per l'istituzione di un ospedale. Nel 1931 la Congregazione propose di chiedere al Governo del re la fusione in un unico ospedale denominato «Ospedale di Taurianova» delle Opere Pie «Ospedale Immacolata Ospedale di Radicena e «Ospizio Fedele Ganini», adducendo varie motivazioni, fra cui quella dell'unificazione, avvenuta nel 1928, dei comuni di Radicena, Jatrinoli e Terranova”.
Con R.D. del 31 marzo 1932 le Opere Pie furono fuse in un unico ente e il 10 febbraio fu approvato lo Statuto Organico, composto da 16 articoli. Si stabiliva che fossero ricoverati gratuitamente solo gli ammalati poveri di Taurianova, mentre gli infermi di altri comuni potevano essere accolti previo pagamento di una retta.
Il 10 novembre 1932 Vittorio Emanuele III decretò la nuova denominazione, approvando la richiesta della cittadinanza di intitolarlo alla Principessa di Piemonte. Il primo ricoverato fu un giovane orfano di guerra, che, in seguito a un incidente, dovette subire l'amputazione di una gamba. La principessa, che si trovava a Taurianova segui il caso dello sfortunato giovane e gli fece avere una protesi. Maria Jose, inoltre, volle battezzare la prima bambina nata nell’ospedale, Maria Jose Amuso.
Con R.D. del 15-11-1938 l'ospedale fu decentrato dall'E.C.A. (ente comunale di assistenza) e affidato ad una amministrazione autonoma. Intorno agli anni cinquanta diventò il centro di assistenza sanitaria al quale si rivolgevano i comuni vicini e ciò rese necessari dei lavori di ampliamento, si rivelò, inoltre, l'urgenza di dotarlo di nuove attrezzature.
L’ospedale di Taurianova conosciuto un periodo di proficua e intensa attività, si è avviato negli ultimi anni ad una lenta ma progressiva decadenza. Superata la configurazione benefica voluta dai suoi fondatori, anche per le mutate condizioni socio-ambientali e per la nuova concezione dell'assistenza sanitaria, l'ospedale non rappresenta più il punto di riferimento degli ammalati della Piana, ma occupa un ruolo diverso. Esso è entrato a far parte di un apparato burocratico di vaste proporzioni che, sicuramente, gli ha fatto perdere la sua vera identità.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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