TEANO Ospedale Civile Ave Gratia Plena - Ospedali d'Italia

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TEANO Ospedale Civile Ave Gratia Plena

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Questa scheda deriva integralmente da Il Sidicino - Anno VI 2009 - n. 12 Dicembre a firma di Pasquale Giorgio.
La segnalazione del saggio è stata fatta dalla locale biblioteca civica. Il Sidicino è la rivista online  dell’Associazione “Erchemperto” di Teano che persegue fini di promozione sociale e culturale, particolarmente volti allo studio e alla divulgazione della storia e delle tradizioni dell’Agro Sidicino, alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali, compresi quelli ambientali e paesaggistici.

A Teano non è mai venuta meno la solidarietà verso le persone sofferenti ed ammalate.
Le A. G. P. furono fondate, certamente non tutte lo stesso anno, tra il X e l' XI secolo. Esse si occupavano di assistenza agli ammalati ed elemosine della classe povera e bisognosa. Furono fondate da ecclesiastici che si preoccuparono anche della loro amministrazione per molti secoli. Col progredire dei tempi l'originario carattere si sdoppiò e le Amministrazioni diventarono religiose e laiche. A Teano l' A. G. P. ha origini antichissime forse prima del mille. Le rendite di questi Stabilimenti erano ingenti. Morendo, o anche in vita, moltissime persone passavano serenamente dal temporale allo spirituale, per cui considerandosi di passaggio su questa terra facevano donazioni per la salvezza delle loro anime.
Non sappiamo a quale anno risale l'istituzione del primo nosocomio a Teano perché nel corso degli anni vari incendi hanno distrutto gli archivi e reso lacunose le ricerche, e tuttavia possiamo con certezza affermare che essa risale a prima dell'anno 1539: è di quell'anno infatti e precisamente del 4 ottobre, un atto del notaio Antonio Scalaleone, con il quale si autorizzava, col permesso del vicario generale della diocesi, canonico Gracco de Gracchis, e del parroco della cattedrale canonico Bernardino Romano, il trasferimento del nosocomio dalla Chiesa di S. Caterina (allocata dove ora si trova la chiesa della Madonna delle Grazie) convento della Congregazione dei Celestini di S. Maria a Maiella, alla contrada S. Nazario, più comunemente detto S. Lazzaro, nella chiesa di S. Nicola dei Greci, che da allora fu chiamata, a sua volta, S. Caterina. Un atto successivo, sempre del notaio Scalaleone, del 22 aprile 1554, sanciva un accordo tra il sindaco di Teano Luigi Galluccio e la signora donna Camilla Carmignano, con l'autorizzazione del vicario generale della Diocesi Gracco de Gracchis, con il quale si destinavano la Chiesa di S. Caterina (ex S. Nicola dei Greci) e i locali ad essa annessi a Convento di monache. Con la cessione dei locali a S. Caterina quale fu la fine dei malati? Non si può credere che l'Università per fare piacere alla principessa di Stigliano, donna Clarice Ursino, mettesse alla porta i malati che si trovavano all'ospedale, per farvi entrare la reverendissima Camilla Carmignano con le sue monache. Il documento citato, quello del 22 aprile 1554, dice chiaro che furono ceduti “il luogo e la chiesa di S. Caterina con tutte le sue entrate'' non l'entrate del Nosocomio che era un altro Ente. E' dato quindi pensare che i malati, trasferiti dai Celestini a S. Caterina (ex S. Nicola dei Greci), furono solo appoggiati in attesa di sistemazione definitiva in altri locali, probabilmente presso la Casa Santa dell'Annunziata che aveva effettuato i lavori durante i quindici anni di permanenza dei malati a S. Caterina. Un altro documento redatto il 24 ottobre 1342, dal notaio Giovanni Mastrosimone, sancisce che Giovanni del Giudice Roffredo costituì erede di tutti i suoi beni, la Congregazione dei Celestini presso la chiesa di S. Caterina (oggi Madonna delle Grazie) per la cura dei malati.
Quando fu istituito il nosocomio presso i Celestini non è dato sapere. L'ordine dei Padri Celestini era stato fondato da S. Pietro Angeleri Moroni, poi Celestino V, nel 1275. Gaetano Moroni Romano (Dizionario di Erudizione Storico Ecclesiastico vol. XV pag. 192) dice che: Celestino V, con sei cardinali “nell'ottobre 1294, trovandosi a cena in Teano creò cardinale Castroceli arcivescovo di Benevento”.Tutti questi frammenti di notizie portano a supporre che un nosocomio esisteva a Teano già prima della metà del 1300 e che forse era nato addirittura contemporaneamente, o poco dopo, allo Stabilimento della Casa Santa, che in primis si occupava di malati e peregrini.
Nel 1754, in occasione della Santa Visita di Mons. Giordano alla chiesa dell'Annunziata, il Can. Dott. Nicolò Geremia faceva richiesta per una riduzione di Messe che gravavano sulla A. G. P. Alla casa dell'Annunziata o A. G. P. nel 1809 fu cambiato il nome in “Commissione di Beneficenza “.
Dopo l'unità d'Italia, con la legge del 3 agosto 1862 le “Commissioni di Beneficenza” cambiarono ancora nome chiamandosi “Congreghe di Carità”. Le amministrazioni erano nominate dai consigli comunali, ed erano composte da un Presidente e otto Amministratori. Nonostante tutti questi cambiamenti di sigle gli Enti non cessarono mai di amministrare con oculatezza gli Ospedali e gli annessi Brefotrofi, il Monte dei Pegni, le istituzioni di maritaggio-doti, l'assistenza ai poveri e bisognosi ecc. I fondi provenivano dalle rendite di donazioni, da legati e dal Monte dei Pegni.
Il 21 gennaio 1910, dopo circa nove secoli di vita di questi Istituti, per la prima volta gli Amministratori della Congrega furono messi sotto accusa e la notizia fece molto scalpore. I signori Consiglieri della Congrega di Carità di Teano, nelle persone di Alfredo Lucianelli e Leopoldo Antuoni chiesero al sig. Presidente, dott. Carmine Ciello, d'iscrivere all'ordine del giorno della prossima seduta la seguente richiesta: “I sottoscritti, essendo a conoscenza che corrono voci poco oneste e rassicuranti sul conto di questa Congrega di Carità, pregano la V.S. Ill.ma di comunicare al Sig. Prefetto della Provincia di fare eseguire la più ampia e severa inchiesta su tutto il funzionamento di questa Congrega, così in ordine ai passati e presenti Amministratori, come in ordine ai suoi impiegati ed a quanti abbiano determinato o potuto determinare il danno di essa”. Qualche giorno dopo sul tavolo del Presidente arrivò un'altra richiesta da parte del Segretario dell'Ente: dott. Giacomo Cipriano. Il Cipriano plaudendo di gran cuore alla dignitosa proposta degli amministratori Antuoni e Lucianelli dice di corrergli l'obbligo di far chiedere al sig. Prefetto di estendere l'inchiesta su tutta la sua opera d'impiegato a cominciare dal giorno della sua entrata in carica (1° gennaio 1892) fino ad oggi. Il 17 febbraio dello stesso anno, la Congrega di Carità di Teano, presenti tutti i componenti esaminò la domanda dei signori Leopoldo Antuoni e Alfredo Lucianelli, e messa a votazione per appello nominale, l'approvò con otto voti favorevoli e uno contrario. La Commissione letta la domanda del Cipriano e messa a votazione per appello nominale l'approvò con otto voti favorevoli ed uno contrario. Per le vie, nelle piazze, nei caffè, nei circoli non si parlava d'altro che dello sfacelo dell'Ente, a cagione del ladrocinio, della camorra, della nefandezza della maggior parte degli Amministratori e del suo Segretario. La notizia dell'inchiesta, data in pasto alla stampa, fece fiorire una corrispondenza giornalistica e Il Mattino, Il Giornale d'Italia, Il Don Marzio, Il Pungolo, Il Giorno, stamparono, all'indirizzo della Congrega di Carità e del suo segretario, le cose più inaudite, cose di fuoco, cose d'inferno!.. Il 7 aprile 1910 partì l'inchiesta affidata, dal Ministero dell'Interno. Quando il Comm. Pericoli assunse l'incarico dell'inchiesta, gli Amministratori, pur sicuri del loro giusto ed onesto operato, furono ossessionati dalla paura di essere considerati grandi temerari, che, invece di veri galantuomini, potevano essere veri farabutti. Molti per la vergogna evitarono di uscire di casa, frequentare circoli, o luoghi pubblici. Il 7 aprile 1910 iniziò l'inchiesta che fu definita una inquisizione feroce, nuova nella storia della civiltà per la mancanza assoluta di sentire persone a discarico.
Questa nuova forma d'inquisizione però, che ebbe tutte le apparenze della ingiuria grave al diritto della difesa, tornò a maggiore onore così dell'uomo prescelto ad inquisitore come di quanti furono messi nel più volgare stato di accusa. La discolpa delle persone proruppe violentemente dai registri, dalle carte, dai cento documenti diversi esistenti negli Uffici della Congrega. I documenti esaminati dal Pericoli irradiarono di vivida luce l'onestà degli accusati ed inabissarono nelle più fitte tenebre gli accusatori. Il 19 giugno 1910, dopo appena due mesi, l'inchiesta fu chiusa e la relazione consegnata alla Congrega. Si riportano in sintesi i sedici punti della relazione: “Esaminate e ritratte così le persone, vengo a riferire sulle cose e sugli affari. L'ufficio di segreteria e l'archivio sono conservati e mantenuti in buon ordine. Regolare la tenuta delle carte, dei documenti, dei titoli e dei contratti; bene organizzato è l'archivio. Riferisce poi degli Enti Amministrativi della Congrega, Statuti organici, Stabilimento dell' A.G.P. ed Ospedale sottolineando lo stato patrimoniale costituiti per annue L. 11.722,27 rendita consolidata, L. 6.183 dai fitti di fondi rustici, L. 133 fitti di fondi urbani, L. 2.093,82 da canoni enfiteutici e da censi…Nulla da eccepire dagli Enti amministrati dalla Congregazione, che strettamente parlando, la Congrega di Carità non solamente amministra l'A.G.P., l'Ospedale, il Monte dei Pegni, ma eziandio gli stabilimenti di S. Maria la Nova, S. Maria delle Grazie, S. Maria dell'Arco e S. Maria delle Grazie, S. Marco; Stabilimenti che a tutt'il 1867 ebbero bilanci separati e bilanci fusi in quello dell'A. G. P. dal 1868 in poi. Completata così la mia relazione d'ispezione, poiché i risultati di essa non credo possano richiedere provvedimenti speciali e straordinari contro l'Amministrazione, riassumo qui, a maggiore chiarezza, ed affinché se ne curi la osservanza in un termine breve piccoli rilievi e precetti che credo si debbano rivolgere all'Amministrazione medesima…”. Il comm. Pericoli si sofferma ad analizzare e criticare un documento molto importante: “Frazionamento dell'Ospedale” che allegherà a parte alla relazione. “Il fabbricato ospedaliero, dice, grandiosa costruzione recentemente effettuata negli avanzi di un antico monastero, è costato oltre 71 mila lire alla Congregazione, ed è stato fatto con criteri di lusso e di grandezza molto superiori dei mezzi dei quali poteva disporsi e dai bisogni del paese. Oltre infatti grandi locali adibiti all'amministrazione, ai servizi , alle Suore, ai Medici, si sono costruite due sale capaci di accogliere normalmente dodici infermi, ma che possono contenere molto di più, e che viceversa o sono vuote od accolgono al massimo, due o tre infermi. Il prospetto allegato dimostra quanta poca utilità pratica rechi la istituzione. Per due o tre infermi si ha un medico consulente che viene da Napoli, tre o quattro volte al mese, in più assicura la sua presenza se chiamato d'urgenza: il prof. Giovanni Pascale, per cui si stanziano in bilancio cinquecento lire l'anno. (Nelle controdeduzioni la Congrega dimostrò che il Pascale dal 1901 al 1910 non aveva voluto percepire una lira). Tre medici locali con seicentoquarantacinque lire complessive di stipendio. Tre Suore dell'ordine di Carità degli Angeli che fra vitto e stipendio costano millecinquecento lire. Due infermieri, un maschio e una femmina che costano seicento lire e poi le spese di vitto e di esercizio che senza le spese generali e quelle sopra indicate fanno elevare la diaria a quasi tre lire”.
La legge 847 del 3 giugno 1937 soppresse le Congregazioni di Carità e furono istituiti gli: “Enti Comunali di Assistenza” (E.C.A). Sciolti anche questi Enti agli inizi degli anni settanta furono sostituiti dalle Unità Sanitaria locale U.S.L.e queste ultime oggi sostituite dall'Azienda Sanitaria Locale A. S. L. CE 1 e poi ancora A.S.L. CE
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NOTE
L'ultimo Ospedale. Il Fondo per il Culto, in base alla legge del 7 luglio 1866 aveva ceduto al Sindaco del Comune di Teano sig. Giuseppe Zarone, il fabbricato del soppresso monastero di S. Maria De Foris. Nel 1894 la Congrega di Carità fece richiesta al Comune di permutare i vecchi locali dell'Ospedale che erano attaccati alla chiesa dell'Annunziata, con parte del dismesso convento per ristrutturarlo e adibirlo a nuovo Ospedale, Monte dei pegni ed uffici Amministrativi. Da una perizia effettuata dall'Ing. Capaldo, il valore capitale dei locali della Congrega erano di lire 10.121,75 e quelli del monastero di lire 7.782,34. La differenza di lire 2.239,41 fu compensata dal Comune dalla concessione dell'acqua di cui il Monastero aveva sempre usufruito. La prima ristrutturazione, su progetto dell'Ing. Capaldo, costò alla Congrega 30.000 lire di cui 6.000 gravarono sul bilancio dell'A. G. P. e 24.000 dagli utili e superi del Monte dei Pegni. Un secondo progetto aggiuntivo costò altre 10.770 lire. Un terzo progetto a completamento, redatto dall'ingegnere Emilio Santillo, costò ancora 22.128,87 lire spese, come previsto imputate al Monte Pegnoratizio. L'opera completa, tra permuta, ampliamento e completamente costò 71.642,56 lire.
L'Ospedale fu inaugurato il 13 maggio 1907 presente il Comm. Cossu, Consigliere dirigente le Opere Pie di Terra di Lavoro, nel brindisi di risposta a quello fatto dall'onorevole Lonardo disse:“è una bellissima opera degna di questa nobile Cittá!''


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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