LAMON Centro di Riabilitazione Funzionale - Ospedali d'Italia

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LAMON Centro di Riabilitazione Funzionale

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La biblioteca civica di Lamon ha invitato copia di alcune pagine del testo di Paolo Conte:  “Lamon: profilo storico di una Comunità di confine “ – 2003 , in cui si parla, ANCHE, dell'Ospedale e del suo fondatore.
Naturalmente ho utilizzato solo alcuni passaggi del suo lavoro che più mi sembrano adatti a questa ricerca ed è appunto per questo motivo che Vi invito a leggere il testo originale ben più ampio perchè sulla storia di Lamon esiste poco.

" Giuseppe Campigotto nato a Lamon nel 1848 pensò di costruire un ospedale-ricovero. Pensava fosse necessario  dare risposta alle esigenze sanitarie e assistenziali dei lamonesi, costretti a ricorrere, tra non pochi disagi, alle strutture pubbliche dell'allora lontana Feltre. Partendo dall' eredità lasciatagli dal padre, si mise a chiedere aiuto a tutti. L'edificazione iniziò nella primavera del 1906, ma in novembre le pessime condizioni atmosferiche  fecero crollare  le mura perimetrali. I lavori ripresero circa sei mesi dopo per dar vita ad un fabbricato più ampio e più solido dell'altro. Le risorse però finirono e Giuseppe fu costretto a promuovere una sottoscrizione per proseguire. Ci vollero però alcuni anni prima che si potesse completare l'ospedale-ricovero battezzato dal suo ideatore “Casa  Charitas”. Fu ufficialmente aperto nel 1912; Campigotto morì nel 1914.
Durante la guerra 1915-18 fu migliorato e messo in condizione di funzionare come Ospedaletto da campo, ma con il disastro di Caporetto e con l’invasione delle truppe nemiche  fu interamente quasi distrutto. Finita la guerra si pensò subito a rimettere l'ospedale in condizioni di funzionare ma mancavano i mezzi. Con l'aiuto di vari enti in special modo con la Croce Rossa Americana e con offerte locali il 16 ottobre 1922 l'ospedale fu riaperto. Fu necessario provvedere ai servizi indispensabili: mobilio, lavanderia, strumentario sanitario, servizi igienici eccetera. Furono stipulate delle convenzioni con alcuni consorzi antitubercolari per l'accoglimento anche di forme di TBC e convalescenti vari per cure climatiche. Gradualmente vennero accolti anche vecchi ed inabili disposti in un piano indipendente, funzionando anche come casa di riposo. La guerra 1940-45 aggravò ancora le strutture interne e l'andamento normale della cura gli ammalati. Le truppe tedesche provocarono notevoli danni ai locali ed alle attrezzature usando il fabbricato per diversi scopi: pronto soccorso dei militari, magazzino, quartiere residenziale, comando eccetera. L'assistenza degli ammalati ricoverati locali venne così diminuita e disorganizzata. Le nuove esigenze nel campo sanitario richiedevano un'attrezzatura ed una organizzazione ben diversa da quella finora praticata. Il ricovero delle forme tubercolari era in contrasto con assistenza e cura di ammalati non infettivi. I vecchi ed inabili dovevano essere sistemati in locali appropriati e completamente indipendenti. Fu così acquistato un fabbricato attiguo per uso casa di ricovero. Si instaurò un'amministrazione più affiatata che potè iniziare una nuova fase di sviluppo provvedendo a dotare l'ospedale della varia attrezzatura interna migliorandolo nelle sue caratteristiche interne, dal riscaldamento a termos all'acquisto di un nuovo apparecchio radiologico; completo rinnovo di tutti i pavimenti in xilite; acquisto completo dell’attrezzatura della nuova sala operatoria; completo impianto interno di illuminazione e suoneria; acquisto di un bruciatore a nafta: acquisto di una sterilizzatrice; acquisto mobilio, biancheria e strumenti sanitari; acquisto di apparecchi per  fisio e radarterapia e forni di Bier
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Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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