SONDRIO Ospedale Psichiatrico provinciale - Ospedali d'Italia

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SONDRIO Ospedale Psichiatrico provinciale

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Sondrio

Il contenuto della scheda deriva da un lavoro degli studenti dell'Accademia di Brera coordinati dalla Prof.sa Chiara Nenci

http://architetturemanicomiali.altervista.org/ospedale-psichiatrico-carlo-besta-sondrio/?doing_wp_cron=1584032329.2383298873901367187500


Nel 1903 la Deputazione provinciale nomina una prima commissione tecnica per la scelta della località. A Gennaio del 1904 la commissione stila un documento programmatico di indirizzo, secondo il quale il manicomio doveva avere una capacità direttiva di 150 pazienti, sorgere su un appezzamento di forma “abbastanza simmetrica” e di circa 70.000 mq, consentire la realizzazione di una significativa colonia agricola. In questa fase la commissione si limitò a riprendere i principi ampiamente condivisi dall’architettura sanitaria del XIX secolo; il luogo in cui si trovava l’architettura doveva: essere tranquillo, appartato ma non eccessivamente isolato e lontano dalla stazione ferroviaria e i centri abitati (perché questi potessero provvedere con facilità e sicurezza alle sue necessità; avere un terreno sano, asciutto e ben esposto al sole in dolce declivio (per il deflusso delle acque sporche e dei prodotti di rifiuto).
Nel 1906 la successiva commissione porta minime modifiche al progetto esecutivo e il 1909 è l’anno di apertura. L’organico medico era costituito dal direttore, dal medico primario e da un assistente, gli infermieri erano in numero di 28. Il primo concorso per direttore fu vinto da Carlo Besta (in quegli anni assistente al manicomio “S. Lazzaro” di Reggio Emilia) che per gli impegni universitari dovette rinunciare; in seguito alla guida dell’istituzione si susseguirono nomi importanti della psichiatria: L. Lugiato, G. Muggia, A. M. Piamberti.
Alla fine degli anni Trenta i ricoveri raggiunsero la cifra di 355 e, grazie a notevoli migliorie, l’istituto si era trasformato in un moderno ospedale psichiatrico; purtroppo il secondo conflitto mondiale segnò un terribile periodo di terribili difficoltà per la carenza di cibo, vestiario, riscaldamento e più in generale di assistenza medica: basti dire che nel solo 1944 vi furono 70 decessi, quasi tutti per forme tubercolari.
La rinascita fu faticosa e guidata, a partire dagli anni Cinquanta, dal direttore D. Cargnello che avviò rinnovamenti e ampliamenti che consentirono alla fine degli anni Sessanta di accogliere 500 degenti.
La chiusura dei manicomi a seguito della legge n. 180 del 13 maggio 1978 fece confluire l’istituto nella USL n.2.
Prototipo di riferimento fu il manicomio di Udine, del quale nell’archivio provinciale si trova documentazione.

OPAC SBN: Mezzo secolo di vita dell'Ospedale psichiatrico di Sondrio con particolare riguardo all'ultimo dodicennio

Altra fonte:  Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941  pag 140

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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