POPOLI Ospedale Civile SS. Trinità - Ospedali d'Italia

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POPOLI Ospedale Civile SS. Trinità

Ospedali Sud > Regione Abruzzo > Pescara e provincia

Il contenuto della scheda è tratto integralmente dal testo: Popoli e i popolesi, Ugo di Donato, Volume III, edito dal Comune di Popoli nel 1987

L'Ospedale della SS.ma Trinità, chiamato prima di S. Angelo era gestito e amministrato dalla Confraternita della SS.ma Trinità.
Nel 1587, l'autorità ecclesiastica compie la visita pastorale, mette il naso nell'amministrazione dell'Ospedale trovandola non a posto. I procuratori ed altri undici amministratori si impegnarono a risanare il bilancio. Nella visita all'Ospedale l'autorità diocesana raccomandò maggior diligenza nella cura agli infermi e ai poveri.
Si trovò che un certo Diodato De Panfilis prestava servizio nell'Ospedale da 58 anni, quindi, l'Ospedale era già in funzione il 1529.
Abbiamo un lungo periodo di silenzio e di stasi: non erano tempi facili. Nel 1734, le opere riprendono vigore e spinta. Si pensa di nuovo all'ospedale.
Nel 1751 "l’officiale allo Spedale" ha la facoltà di "esercitare opera pietosa verso de' poveri pellegrini, e convalescenti, di alloggiarli e bonificarli ogni spesa" (quindi gratis). Un anno dopo "si impieghi tutta la rendita dell'ospedale all'accomodo e miglioramento di esso. Infermiere ufficiale, nel 1753, è Giosafatto Piscitelli. L'Ospedale dovette essere riorganizzato per benino, se nel 1755, abbiamo con il Piscitelli un secondo infermiere. Nel 1797 l'ospedale comincia ad assumere una struttura quasi moderna.
Nel 1846 "la fabbrica dell’Ospedale ha bisogno di molti risarcimenti; anticamente lo Spedale era addetto al ricevimento di pellegrini e viandanti, da molti anni a questa parte si è convertito ad alloggiare gratuitamente i confratelli poveri che non hanno mezzi per pagare il pigionamento di casa". Non più, dunque, in funzione di ospedale ma di ospizio.
Il 6 novembre 1860, dopo i grandi rivolgimenti e l'annessione al Regno d'Italia, si pensa al ripristino della funzione dell'Opera Pia Ospedale SS.ma Trinità "un'ospedale utile e necessario, secondo la sua antica costituzione".
All'Opera SS.ma Trinità è data la zona risultante dall'abbattimento della Chiesa della Consolazione e dall'area della Chiesa comunale della Madonna del Pianto caduta e mai ricostruita: in tutto metri qua-drati 31,50.  L'Ospedale è eretto in ente morale il 18-9-1887 ed amministrato dalla Confraternita della SS.ma Trinità.
Alla fine l'Ospedale Civile di Popoli venne rifondato con le rendite e il fabbricato della Confraternita della SS.ma Trinità, con le rendite delle altre tre confraternite e il frutto del Monte Frumentario senza che venisse a costare un soldo all'amministrazione pubblica.
E’ del 25-2-1871 l’approvazione dello Statuto Organico.
Si era severi per l'entrata in Ospedale: "si ricevono gli ammalati e poveri del comune, dell'uno e dell'altro sesso, i quali soffrano malattie acute, non escluse le contagiose, sempre quando non possano curarsi nelle proprie case, per mancanza di mezzi, e di soccorsi" (art.9); "non dovranno giammai riceversi infermi affetti da leggiera e breve indisposizione, potendo essi essere invece soccorsi, colle medicine, nelle proprie case" (art. 10);  "solo i poveri" (art. 11);
"si ricevono altresì gli estranei al Comune che, trovandosi di passaggio, o temporaneamente, vi si ammalassero, salvo rimborso della spesa se non siano indigenti" (art. 12);
si riceveranno pure i feriti, gli erniosi con "incarceramento", i fratturati o piagati, purché le piaghe siano curabili: altrimenti, a domicilio (art. 13);
"mai potranno accogliersi i paralitici o accidentati, né quelli affetti da malattie croniche. A costoro si accorderà gratuitamente qualche medicina" (art. 14).
Nel cap. VI impiegati, all'art. 17 è specificato:
1) tesoriere è il medesimo dell'Opera Pia SS.ma Trinità;
2) cappellano: lo stesso della Confraternita con 50 lire in più come onorario annuale;
3) un medico cerusico con stipendio di L. 200 annue (un chirurgo);
4) un infermiere che farà anche da "salassatore per gli uomini e per le femmine" e da servente per i soli uomini con stipendio annuo di L. 300;
5) un'infermiera che farà da servente per le sole donne a stipendio di L. 250 annue;
6) un portinaio con 100 lire annue;
7) un barbiere con stipendio di L. 30 annue;
8) un segretario (il medesimo della Confraternita) con stipendio aumentato "proporzionalmente ai lavori".
È vietato espressamente "il concedere agli impiegati pensione o qualunque specie di gratificazione, dovendo lo stipendio tener loro veci di sufficiente ricompensa, trattandosi del denaro del povero"
L'Ospedale nel 1871 era composto di due piani.
Nel piano superiore c'era un vestibolo, un corridoio, una corsia per uomini, un vano centrale per la direzione, un camerino diviso e ripartito per i cessi.
Nel piano inferiore c'era un locale per fondaco, magazzino, legnaia e deposito; un locale per la ricezione degli ammalati; la cucina; un locale per il portinaio, l'infermiere, il tesoriere, il cappellano e gli inservienti. Vi era anche un locale appartato per "dissezioni anatomiche".
Il 24 aprile 1925 viene redatto un "progetto per la costruzione di un ospedale moderno in sostituzione del vecchio ospedale esistente, più un padiglione, locali e servizi annessi, più un padiglione malattie infettive. Ma è tutto campato in aria  non essendo previsto nemmeno il sito per la costruzione.
All'Ospedale era annessa l'abitazione delle suore ristrutturata nel 1940. Le suore erano in Ospedale dal 1922.
Nel 1939 l'Ospedale dell'Arciconfraternita della SS.ma Trinità di Popoli è classificato "infermeria per malati acuti".
Dal 1937 (decreto del 21 ottobre), per l'art. 29 lettera C del Concordato con la Santa Sede, l'Ospedale inizia ad avere una sua amministrazione distinta da quella della Confraternita.
L'Ospedale rimase distrutto il venti gennaio 1944 da un bombardamento aereo. Fu riaperto il 27 giu-gno 1944 nell'Asilo Umberto 1° con due camere per i malati e con 10 letti, due camere come ambulatorio e reparto radiologico, ed altre due camere per sala preparazione ed operazioni, più cucina ed ingresso.
Ricostruito ex novo negli anni 1947-48.

CASERMAGGIO ED ORDINE DELLE CORSIE
1) Il locale ad uso di guardaroba o deposito dovrà essere corredato dalle corrispondenti scanzie e stipi per la buona tenuta e custodia delle biancherie e degli altri oggetti.
2) I letti degli infermi saranno numerati con ordine progressivo, impresso su di un mattone fabbricato alla testiera, sotto il quale vi sarà la così detta etichetta di legno, con cartellino indicante il nome e cognome dell'infermo, la data della ricezione, la diagnostica della malattia ed altro.
3) Ogni letto avrà la seguente dotazione: due scanni di ferro, ed ove siano le poggiole di fabbrica alle mura delle Corsie, sarà sufficiente uno. Tre panche di pioppo tinte ad olio, per evitare gl'insetti.
Un paglione di canovaccio con buona paglia, la quale sarà rinnovata, almeno quattro volte all'anno, oltre ai casi straordinari. Un materasso con chilogrammi dieci di lana, e fodera di tela forte. Sei lenzuola di tela di canapa cruda della larghezza rispettiva. Una coltre di cassia bianca.
Una giacca di cotone rigato per uso degl'infermi nel verno. Una piccola coltre di cotone bleu' a spica, con bordo di colore diverso.
Due cuscini di tela forte, con un chilogrammo e mezzo di lana, per ognuno.
Tre federe di tela di canapa bianca. Tre berrettini di tela di canapa bianca.
Quattro camicie della tela medesima. Tre tovaglioli di canapa.
Una posata di ferro placcato. Una zuppiera di argilla, a guisa di gamella, con l'emblema dello Spedale.
Due così detti maruffi, (vassoi) anche di argilla, per le medicine.
Un bicchiere di cristallo per vino. Una giara di faenza (di coccio) per l'acqua.
Una tavoletta di legno, per adattarsi sul letto dell'infermo ad ora di pranzo.
Una colonnetta di noce con pitale di creta inverniciato, per ogni due letti.
4) In ogni Corsia vi sarà:
Una piccola profumeria di rame, onde praticare i suffumigi.
Una cassetta di legno per le medicine a doppia chiave, che possa contenere al di dentro un numero di cassette per riporvi i maruffi, i solidi e il ricettario; Una scodella di creta per ogni letto, cosiddetta scarafea.
5) Oltre agl'indicati oggetti di dotazione ordinaria, vi sarà un piccolo deposito di scanni di ferro; di panche da letto; cuscini; coltri di lana; giacche; paglioni; materassi; zuppiere; scodelle: sputacchiere; storte di vetro; bicchieri di cristallo; un bagno di rame; o almeno di legno; una vasca, ed una secchia di rame per uso delle medicature chirurgiche; filacce; fasce, ed altro occorrente all'oggetto. Si terrà pure un letto bucato completo per le circostanze, in cui potesse bisognare, un semicupio di legno; due cosiddetti stivaletti, e due braccialetti di legno.
E’ specificato anche l'orario di servizio, l'orario di lavoro del Professore, "dal far del giorno ad un'ora di notte", quando "suonerà il silenzio, e si stabilirà dall'Infermiere il turno dei Servienti per la guardia di notte".
È necessario notare che, essendo i ricoverati poveri, si aveva la delicatezza di far loro trovare camicie e berrettini. È vero anche che un "pitale" doveva servire per due malati, ma i poveri non ci facevano caso.

REGOLAMENTO PER LA VITTITAZIONE
1) La razione si compone la mattina di grammi 80 di buona carne vaccina in lesso, pesata dopo cotta, senza osso, tendini ed altro.
Può il medico commutarla, qualche volta, in arrosto secondo il bisogno.
2) Di grammi 120 di minestra bianca di semola, pesata cruda. La pasta può commutarsi di volta in volta col riso in grammi 80, e con la minestra verde della stagione.
3) Di grammi 214 di pane bianco ottimo fiore, ben cotto.
4) Di un terzo di litro di vino di buona qualità.
5) La razione della sera sarà di grammi 70 di pasta, pesata cruda, e verrà cotta in una porzione del brodo di carne conservato nel mattino.
6) Di grammi 107 di pane della suddetta qualità.
7) Di un quarto di litro di vino buono.
8) Può il Medico ordinare dei cibi straordinari, sempreché il bisogno lo esiga, come la sesta parte di un pollo, che non sia meno di un chilogrammo, fedelini, zuppa, latte, aranciate, limone ed altro. Non si parla di prima colazione a caffè o a latte, però ai poveri vecchi è concesso un po' di vino, per loro medicina più efficace di tanti moderni intrugli.

AMMINISTRAZIONE
L'Amministrazione dell'Ospedale della SS.ma Trinità ha avuto cinque membri dalla fondazione (1870) composti da tre rappresentanti della Confraternita, un rappresentante del Comune e un membro dell'E.C.A. (Ente Comunale Assistenza).
Dal 1969 i rappresentanti della Confraternita sono scesi a due (21-1-1969), passando in minoranza. Dal 1° gennaio 1981 è subentrata l'U.L.S.S. nella conduzione e nell'amministrazione. Rimane solo il nome glorioso e protettore della SS. Trinità.
Dalla Fondazione al 1962 l'Ospedale della SS.ma Trinità è stato Infermeria per malati acuti.
Dal 1962  Ospedale di Zona.
Dal 1975  Ospedale Provinciale Generale.
Dal 1948 inizia ricostruzione dell'Ospedale corpo di 4 e 3 piani (il sito è in declivio) con muratura in pietra e mattoni.
Si prosegue (1961-63) con fabbricati aggiunti in cemento armato. Da allora tutte le strutture saranno in cemento armato:
Intanto, il vecchio vestito del nuovo fabbricato per l'urgenza dei problemi diventa stretto e si progetta e si costruisce (1978-87) il nuovissimo fabbricato (8 piani) unito al vecchio con due corridoi di collegamento aereo in un'unica struttura. L'ospedale SS. Ma Trinità di Popoli ha 353 posti letto.
Dal giugno 1973 ha una scuola infermieri. Per effetto della riforma sanitaria, tutti i beni, terreni e fabbricati sono passati in proprietà del comune di Popoli e la Ulss di Popoli li ha in disponibilità.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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