MALCESINE Istituto Chirurgico Ortopedico - Ospedali d'Italia

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MALCESINE Istituto Chirurgico Ortopedico

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Dall'interessamento della Biblioteca prima e del Comune di Malcesine poi, siamo venuti in possesso di una pubblicazione del Comitato Centrale della Croce Rossa edita nel 1952.

La storia di questo Istituto, a differenza di quasi tutti gli altri, iniziò in una regione diversa dalla attuale, non solo, nacque in una località che oggi non è neanche più Italica, la Valdorta (vedere scheda), in territorio Sloveno.

Nel lontano 1920 il comitato provinciale della CRI di Trieste istituiva l'ospedale Marino  di Valdoltra nelle vicinanze della città Giuliana. Attraverso successivi ampliamenti l'ospedale Marino della CRI di Valdorta raggiungeva una capacità di 600 posti letto ed acquistava chiara fama  sia in  campo nazionale che  Internazionale. Nell'Ospedale era istituito, fra l'altro, un centro recupero affetti da postumi di poliomelite dell'Alto Commissariato per l'igiene e per la Sanità. Durante l'ultimo conflitto  dal 1940 al 1943  veniva adibito, in gran parte, al ricovero di militari. Il 10 settembre 1943, a seguito dell'occupazione totale dell'Istituto da parte delle truppe germaniche, quanto restava del reparto civili dell'ospedale Marino di Valdorta veniva trasferito nella colonia del Comitato Provinciale CRI di Treviso a Jesolo, con una modestissima parte di un ingente materiale dell'Istituto, parte appena sufficiente per le più impellenti necessità; si può dire che tutto il materiale dell'ospedale e, in particolare,  la modernissima attrezzatura scientifica, andarono perduti.

Costretto ancora una volta a sfollare gli ammalati, ridotti ormai ad un centinaio, trovò una sistemazione a Monte Albieri presso Valdagno (Vicenza) in un albergo di proprietà del Conte Marzotto requisito allo scopo. Nel 1947 l'amministrazione dell'Istituto veniva affidata al Comitato della CRI di Verona, presieduto dal Conte Miniscalchi. portando il Centro  ad un esemplare funzionamento. Il Comitato Centrale della CRI, con il suddetto provvedimento, tentava di salvare l'esistenza stessa dell'Istituto compromessa, tra l'altro, dal fatto che l'amministrazione Marzotto aveva già richiesto insistentemente in restituzione lo stabile per ritornare alla primitiva destinazione di luogo di soggiorno dei dipendenti dell'impresa stessa. Il ritorno a Valdorta era senz'altro da escludersi, giacchè detta località si trovava nella zona B del territorio di Trieste, occupata dagli jugoslavi. Alla fine del 1949, di fronte alla assoluta necessità di far luogo alla restituzione dello stabile all'amministrazione Marzotto, il Conte Miniscalchi faceva luogo all'acquisto di una villa denominata Villa Basse nella località Val di Sogno di Malcesine sul Garda. In tale edificio vengono trasferiti nel dicembre 1949 i bambini degenti, a Monte  Albieri. La villa Basse costituiva così il primo nucleo dell' Istituto chirurgico ortopedico della Croce Rossa Italiana di Malcesine sul Garda e nei primi due anni vi venivano ricoverati soltanto bambini con una media giornaliera di 60 nel 1950 e di 84 nel 1951.  Nel 1951 veniva acquistata e trasformata, per essere adibita ad ospedale, La villa Cologne Stademann il cui parco confinava con quella dell'ex Villa Basse.
L'inaugurazione avvenne il 6 Ottobre 1951

Il Presidente Generale  Mario Longhena della CRI si recò a Verona nella sede del comitato provinciale accolto dal Presidente Conte Miniscalchi per visitare l'ambulatorio di nuova istituzione ove, oltre alla attrezzatura per le visite medico-chirurgiche e al servizio di iniezioni di vario genere, è stato installato un moderno impianto per aerosol, Forni di Bier e uno speciale gabinetto ortopedico. Si recavano poi a visitare l'ingente materiale depositato nei magazzini rilevando come lo stesso sia conservato in perfetto stato di manutenzione e sempre pronto all'immediato impiego. Nel pomeriggio, a Malcesine,  il Presidente  Provinciale, nel discorso inaugurativo, fece la cronistoria dell'l'istituto dalla fondazione, indicando come si sia trasferito a Malcesine e quale fosse lo scopo sia dell'Istituto chirurgico ortopedico di rieducazione sia del centro di recupero degli esiti dei poliomelitici.

Riporto  una parte del discorso, a parer mio molto utile, per capire come anni fa si vivevano quei momenti e come venivano elogiati gli artefici degli stessi.

“ Ed ora un pensiero ai tuoi ospiti, piccoli grandi, qui raccolti da ogni parte di Italia, un pensiero ai medici che danno la bellezza della loro sapienza, un pensiero all'umile personale che dà la sua opera con zelo e con coscienza. il male che li affligge tanto più pauroso in quanto ancora il mistero lo circonda, è tanto più duro in quanto conservando ad essi la lucidità della mente e la piena coscienza, li immobilizza in una inerzia dolorante, e tu, Miniscalchi, tutta attività e movimento, hai sentito che l'opera tua doveva andare incontro a questi desiderosi di moto e di impotenti al moto, a questi aspiranti all'azione ed incapaci di azione. Oggi è Malcesine, dove in regale dimora sono ospitati i piccoli che il male ammutolisce e rende tristi, domani sarà Enego presso le Alpi solenni che accoglie i bimbi e Fanciulli bisognosi di aria, di luce, di sano cibo, più oltre sarà Levico, opera di Trento generosa, ed ancor più oltre l'Emilia, le Marche, la Toscana, apriranno case  e case per accogliere la fanciullezza d'Italia, intristemente nei vicoli ed ammalandosi nelle catapecchie”.

Finito il discorso sì procedeva quindi ad una minuziosa visita dei due padiglioni e della loro modernissima attrezzatura. Le varie sale di degenza, prospicienti varie ampie terrazze di recente costruzione che permettono ai degenti di esservi trasferiti sui loro letti per la cura elioterapica coll'incantevole visione del Lago e la selvaggia vista del Baldo. Una sala di preparazione dell'operando, una sala operatoria dotata di apparecchi della più recente tecnica ortopedica, una sala di sterilizzazione, un'altra per i gessi, ed infine un gabinetto radiologico,  il più completo cui possa aspirare una clinica di tal genere generosamente offerto della Croce Rossa Svizzera, che, con questo, ha voluto manifestare la sua più piena solidarietà.  Molto apprezzate le grandi cucine elettriche ad accumulazione in modo da poter permettere di funzionare anche con una possibile interruzione dell'energia durante 24 ore. Perfetti impianti sanitari. vivissimo ed unanime interesse ha destato per la novità e per l'originalità della costruzione, nonché per la praticità della stessa, una teleferica che congiunge i vari servizi dei due padiglioni. Essa, mediante carrelli termici appositamente costruiti, permette l'arrivo ai singoli piani del vitto non raffreddato. Sono in costruzione una piscina interna e vasche  sagomate appositamente per i poliomielitici.
Il giorno successivo all'inaugurazione dell'Istituto di Malcesine, il presidente generale Longhena si è recato ad Enego a visitarvi il Preventorio nella sua organizzazione e nel suo funzionamento e nel quale si inaugurava un nuovo padiglione intitolato alla memoria della Contessa Pia di Valmarana gentildonna della Croce Rossa  infermiera di grande solerzia e di cuore delicatissimo che salì ai gradi più alti della carriera volontaria, ed ogni gradino nell'a scendere era preceduto da atti di azione nobile.
Questo nuovo reparto, come già detto, rientra nel  vasto complesso proprio dell'Istituto Cri di Malcesine ove  vengono ricoverati ammalati provenienti oltre che dalla provincia di Verona da tutta l'area del nord Italia.

In conseguenza di tale ampliamento, venivano ricoverati  anche adulti e la media delle presenze giornaliere saliva nel 1952 a 150. Nel 1953  veniva costruita una ala destinata a dare un più confortevole ricovero ai  degenti adulti. A partire dal 1953 si aveva un continuo aumento della media giornaliera delle presenze sino a raggiungere, nel 1957, una media di 250 presenze.

L'Istituto aveva Convenzioni di ricovero con tutti i maggiori Enti mutualistici, oltre ad essere Centro recupero affetti da postumi di poliomielite dell'Alto Commissario per l'igiene e la sanità. Nel corso di 7 anni l'Istituto chirurgico ortopedico di Malcesine, oltre ad aver effettuato vasti ampliamenti e potenziamenti, ha acquistato chiara fama in campo sanitario,  tanto che la Direzione si trova continuamente costretta a rifiutare le richieste di ricovero, per indisponibilità di posti.

Bibliografia  Croce Rossa pubblicazione mensile del comitato centrale Anno VI n° 7 luglio 1952


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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