TRIESTE Lazzaretto dal San Carlo al Santa Teresa - Ospedali d'Italia

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TRIESTE Lazzaretto dal San Carlo al Santa Teresa

Ospedali Nord est > Regione Friuli Venezia Giulia > Provincia Trieste



Parte del contenuto della scheda è stato pubblicato sulla testata giornalistica online "https://www.triesteallnews.it/" il 22/9/2018 a firma di Zeno Saracino al link https://www.triesteallnews.it/2018/09/22/lazzaretti-e-ospitali-della-trieste-teresiana/

Il primo, vero, Lazzaretto di Trieste fu costruito in onore di Carlo VI d’Asburgo (1685-1740): era una vera e propria cittadella fortificata, con tutto il disponibile, dall’ospedale, al cimitero, alla Chiesa di San Carlo Borromeo. Un muro perimetrale circoscriveva il contagio a quest’area di transito. Il Lazzaretto operò dal 1723 fino al 1769, quando fu sostituito dal Lazzaretto di Santa Teresa. Dopo il 1813, ultimo anno della dominazione napoleonica, il Lazzaretto divenne l’Arsenale dell’Artiglieria e ulteriormente fortificato, ospitò le nuove artiglierie ottocentesche, prima che venissero trasportate alla fortezza Kressich. Dal 1904 il Lazzaretto San Carlo divenne infine il Museo del Mare com’è noto oggigiorno, conservando il portale di pietra bianca settecentesca, ma non l’edificio retrostante, demolito nel 1951 per ordine dell’occupazione angloamericana. La costruzione del Lazzaretto di Santa Teresa iniziò verso il 1760, quando i piani di espansione del porto resero evidente come il Lazzaretto del precedente monarca fosse troppo piccolo e pericolosamente vicino al nucleo urbano. Il nuovo Lazzaretto, localizzato “nelle pertinenze della Rippa di San Pietro” (Roiano), fu inizialmente riservato per i natanti con “patente brutta” o “tocca”. Il nome, com’è ovvio, era un modo per attestare devozione tanto a Santa Teresa, a cui infatti verrà edificata una cappella, quanto alla monarca Maria Teresa d’Asburgo, che finanziava l’impresa.

Nel lavoro di Arturo Castiglioni  “un Lazzaretto triestino nel 700 del 1921” troviamo  che fu eretto sulla spiaggia di Gretta dietro i piani degli ingegneri Fremaut e Baldasseroni di Livorno. L'opera fu compiuta la sera del 26 luglio 1769 allo sparo di 12 cannoni collocati sulla batteria del lazzaretto medesimo, ed al suono di trombe e di timpani.  Che il lazzaretto di Trieste sia stato realmente tra i più belli dell'epoca, lo prova il fatto che il celebre Howard, in una sua opera rinomatissima sui lazzaretti principali d'Europa, pubblicata nel 1791, ne riportò la pianta, e ne parlò con termini di vivissimo elogio. Il Lazzaretto di Trieste, scrive il Howard, è molto pulito e ben tenuto, al contrario di quello di Venezia. I pavimenti sono in legno, e il pianterreno in mattoni bianchi; le stanze sono molto bene arieggiate ed hanno un'ampiezza di diciotto per quindici piedi. Il Lazzaretto è circondato da un bellissimo giardino, chiuso da una doppia cinta di mura, vi è una conduttura d'acqua che proviene dai colli circostanti, ciò che rappresenta un notevole vantaggio. Le feste triestine si susseguirono durante una intera settimana, senza interruzione. Allo sparo dei cannoni del nuovo lazzaretto, rispondeva la batteria del Mandracchio, mentre il  vescovo di Trieste imponeva al lazzaretto il nome di Santa Teresa. La sera il conte Presidente convitava la nobiltà a lauto banchetto di quaranta coperti», ed alla sera poscia vi fu di nuovo commedia e quindi un brillante spettacolo pirotecnico a spese dei negozianti greci. Si diede lettura delle nuove discipline per il lazzaretto, e prestato dal Priore solenne giuramento, l'intera comitiva fece ritorno per via di mare nel medesimo ordine. Vi fu una regata di 18 barchette.  Così finirono lietamente le feste per l'inaugurazione del lazzaretto triestino, del quale ora non rimane più altra traccia che il portone d'ingresso. Al lazzaretto di valle San Bartolomeo, inaugurato cent'anni dopo, venne trasportato l'antico portone del Lazzaretto teresiano. Ivi è murata la lapide latina del 1769 ricordante l'inaugurazione del Lazzaretto.


 
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