ROMA Ospedale San Giovanni Calibata Fatebenefratelli - Ospedali d'Italia

Vai ai contenuti

Menu principale:

ROMA Ospedale San Giovanni Calibata Fatebenefratelli

Ospedali Centro > Regione Lazio > Roma città > quelli dedicati ai Santi

La scheda dell’Ospedale proviene integralmente dal sito “ https://www.isolatiberina.it/ “  nato  nel 1998 da un'idea  di Bruno Leoni, che ringrazio per la disponibilità nella condivisione dei contenuti,  allo scopo di promuovere la conoscenza dell'isola Tiberina.
Nel ricco sito ho trovato, al link

https://www.isolatiberina.it/index.php/it/isola-rifugio-i/ospfbf-i?start=1,


non solo la storia dell’Ospedale ma una ricchezza di informazioni che non voglio qui riportare per invitarvi a “visitarlo”. Troverete, oltre alla ricca bibliografia, riferimenti circa la LA SALA ASSUNTA,  LA FARMACIA e i lavori effettuati dal 1930 ad oggi.

L'ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli è un ospedale dell'ordine dei Fatebenefratelli situato a Roma nell'Isola Tiberina, sorto al posto dell'antico tempio dedicato ad Esculapio il cui culto nell'Urbe fu introdotto nel 291 a.C..
Un santuario-ricovero era presente nel sito sin dall'anno Mille in cui in seguito si istaurarono le mona-che benedettine, le santucce, per prestare aiuto e cure ai poveri ed agli infermi della città.
Verso il 1491 vicino ad Èvora in Portogallo nacque Joâo Cidade, oggi venerato come San Giovanni di Dio dal nome che assunse come consacrato. Dopo una vita avventurosa si dedicò all’assistenza dei malati e fondò a Granada nel 1539, con lo scopo di assistere i malati e i poveri, una famiglia religiosa di “Frati Ospedalieri”. Questo nuovo Istituto Religioso fu riconosciuto nel 1572 da Pio V con  la Bolla "Licet ex debito" e prese in Italia il soprannome di “Fatebenefratelli”, dalla frase con cui il santo invitava i passanti a fare la carità: «fate bene, fratelli, per amore di Dio». Papa Sisto V con il Breve "Etsi pro debito" elevò la congregazione ad Ordine Regolare nel 1586 riunendo le comunità diffuse in varie nazioni sotto un unico superiore residente a Roma nell'Isola Tiberina.

S. Giovanni di Dio morì nel 1550 a Granada e non venne mai a Roma, ma i Fatebenefratelli  vi giunse-ro, per la prima volta nel 1572, e qui fondarono nel 1581 il primo nucleo ospedaliero nella ex “casa degli Orfanelli” in Piazza di Pietra  il cosiddetto “Ospedale nuovo” di soli 20 letti. Nel giugno 1585 si trasferirono all’Isola Tiberina dove, con l'aiuto del papa Gregorio XIII, avevano acquistato un mona-stero, già occupato dalle monache benedettine (le Santucce) fino al 1573 e successivamente dalla Confraternita dei Bolognesi. Il pontefice concesse inoltre loro la contigua chiesa di S. Giovanni Calibita.

L’ospedale si ingrandì gradatamente acquistando e affittando alcune casette circostanti abitate da conciatori e pescatori. Allo scopo di acquisire spazio la stessa chiesa di S.Giovanni Calibita fu ridotta da tre navate all'attuale unica navata: in particolare la navata sinistra divenne il corridoio di accesso al complesso.
La peste del 1656  fu molto virulenta. Il tasso di mortalità superò il 50-60%. A Roma, dove arrivò a causa di un marinaio napoletano, i morti furono quasi 15.000 su una popolazione totale inferiore ai 100.000 abitanti. Sembra che i medici dell’Ospedale di San Giovanni non collegarono il decesso del napoletano, avvenuto presso la loro struttura, alla peste, e quindi non fecero mettere in quarantena la locanda di Trastevere dove aveva alloggiato prima di manifestare i sintomi più gravi.
Solo dieci giorni dopo, con la morte dell’ostessa e di tutti i suoi figli, i medici compresero cosa stava accadendo. Ma era troppo tardi, la peste si era già diffusa a Trastevere e nel Ghetto .
Si stabilì di riservare l’ospedale agli ammalati di peste sfruttando il naturale isolamento garantito dall’isola stessa: il 18 giugno l’intera isola fu sgomberata e adibita a lazzaretto per gli appestati .
I Fatebenefratelli non addetti ad assistere i malati si trasferirono a S.Maria della Sanità, al Viminale, e i Francescani di S.Bartolomeo al convento dell’Aracoeli; gli altri abitanti dell'isola furono sfrattati e compensati con un modesto risarcimento. Sui due ponti di accesso all'isola furono installati dop-pi cancelli presidiati con guardie armate che avevano l’ordine di sparare a vista. L’ospedale fu desti-nato al ricovero degli uomini e la torre dei Caetani e le case vicine alle donne. Il 18 ottobre un'ordi-nanza decretava la fine dell’emergenza e consentiva ai proprietari di rientrare nelle proprie abitazioni sull’isola.
Nel 1700 l’ospedale fu ristrutturato dal Carapecchia: in tale occasione fu completata la risistemazione della Sala Assunta, prima moderna corsia ospedaliera con 50 posti letto.  Con visione pionieristica e infrequente per l'epoca fu istituito il principio che ogni malato disponesse di un proprio letto e fu ef-fettuata la divisione in reparti distinguendo tra le diverse patologie.
Nel 1865, grazie al lascito di Francesco Amici deceduto nel 1858, fu realizzata dall'architetto Azzurri una moderna corsia riservata agli uomini.
Nel 1873, tre anni dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia, venne estesa alla città di Roma la le-gislazione eversiva che prevedeva la confisca dei beni immobili degli enti ecclesiastici in base alla quale, nel 1878, l’ospedale e la farmacia dovettero essere consegnati al Municipio di Roma. Nel 1887 la farmacia fu affittata all’associazione civile dei Fatebenefratelli e finalmente nel 1892, grazie anche alle amicizie di cui godeva fra Orsenigo, il dentista dell'ospedale celebre in tutta Roma, i Fatebenefra-telli riuscirono a riscattare definitivamente farmacia ed ospedale versando un’ingente somma di de-naro.
Nel 1930 i Fatebenefratelli, con un contributo economico del Vaticano, acquistarono tutti i fabbricati sull’estremità ovest dell’isola che, tra molte polemiche, furono demoliti insieme ai locali annessi all’ospedale; nel 1934 fu completata la ricostruzione dell’ospedale sul progetto di Cesare Bazzani che mantenne però la facciata verso la piazza S.Bartolomeo.
Nel 1972 l’ospedale assunse ufficialmente il nome di S.Giovanni Calibita Fatebenefratelli, dal nome della chiesa che ne costituì il nucleo originario ed è tuttora inglobata, e fu classificato come Ospedale Generale di Zona. Perfettamente adeguato ai tempi, oggi l’ospedale dispone di 420 posti letto e nuovi ed attrezzati reparti. La Sala Assunta, oggi trasformata in Aula Magna, ospita importanti convegni e congressi internazionali.
L’ospedale è sempre stato presente nelle vicende di Roma: è stato il  punto principale di ricovero in occasione degli scontri del 1849 durante la sfortunata Repubblica Romana, nel 1870 alla presa di Roma da parte dei Piemontesi e durante l’occupazione nazista nel 1944 quando anche molti ebrei vi furono ricoverati e nascosti. Da ultimo nel 1982 vi furono assistiti i feriti dell’attentato alla vicinissima Sinagoga.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
Torna ai contenuti | Torna al menu