SPILIMBERGO S. Giovanni dei Battuti - Ospedali d'Italia

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SPILIMBERGO S. Giovanni dei Battuti

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Nel lontanissimo 1324  la Confraternita dei Battuti dà origine all’odierno Ospedale di Spilimbergo (denominato appunto “San Giovanni dei Battuti”), ma anche ad un “Ospizio” per il ricovero dei poveri della Parrocchia.
Nel 1875, anno in cui la ricostruzione comincia a farsi puntuale e documentata, è l’Ospedale ad occuparsi dei «poveri della Parrocchia», cui ha destinato «una “Casetta” diroccata ed abbandonata, a sinistra dell’Ospedale stesso», in un edificio denominato Palazzo Balzaro, Barbacane. Nel 1890 una lettera del Municipio di Spilimbergo, pur riconoscendo l’impegno fino a quel momento intrapreso dall’Ospedale, lo invita a cedere la “Casetta” gratuitamente al Comune, affinché questo possa provvedere al «ricovero di individui vecchi, cronici, inabili al lavoro». Negli anni immediatamente successivi si verificano piccoli conflitti nella gestione della «Casa di Ricovero», poiché questa è amministrata in parte dal Comune e in parte dalla Congregazione di Carità; nel 1897, quindi, il Comune si trova costretto a deliberare in materia, decretando più conveniente «che l’Amministrazione e la conduzione del pio luogo sia tenuta da un solo Ente» ossia la Congregazione di Carità, seppure con una partecipazione economica annuale da parte dell’Amministrazione locale.
Sul finire del secolo l’Ospizio offre accoglienza a circa venti persone, ma la richiesta è in costante aumento, tanto che intorno al 1906 si ritiene necessario avviare dei lavori non già di ampliamento ma di nuova costruzione. Individuato un sito idoneo, grazie alla generosità di enti e persone che cedono terreni e offrono denaro e manodopera, si lavora duramente nei due anni successivi al fine di portare a completamento entro il 1908 il progetto dell’Ingegner Giulio De Rosa
La Casa ha superato indenne tutti i grandi eventi tragici del secolo scorso, in particolar modo le due guerre, ma neppure in momenti difficili come questi si sono arrestati lo spirito di collaborazione e la volontà di crescita. Negli anni 1924 e ’25, ad esempio, si dà inizio ad un primo ampliamento dei locali.
Roccaforte e punto di riferimento anche durante il secondo conflitto mondiale, sul finire degli anni Quaranta la Casa mostra nuovamente la propria debolezza nel rispondere alle richieste di accoglienza che pervengono numerose; sono allora necessari ulteriori lavori, per soddisfare le neonate esigenze.
I problemi che le amministrazioni di questo periodo si ritrovano a dover affrontare riguardano soprattutto due aspetti: da un lato la struttura è ancora inadeguatamente ricettiva e non riesce perciò a far fronte alle quotidiane domande di ammissione; dall’altro all’interno dei locali la scarsità di spazio impedisce qualunque tipo di differenziazione, causando problemi sia di promiscuità tra i sessi, sia di mescolanza tra differenti patologie o condizioni, in un ambiente non completamente salubre che rischia di compromettere anche i ricoverati che godono di un buono stato di salute. È quindi sul finire degli anni Cinquanta che avviene un’altra svolta significativa: la generosità e l’impegno di molti permettono la costruzione del nuovo padiglione dedicato a Padre Leopoldo, completato nel 1957.  Con decreto presidenziale del 30 settembre 1958, la concessione di decentramento amministrativo e la conseguente autonomia dalle amministrazioni locali, con relativa trasformazione in I.P.A.B. ed approvazione del nuovo Statuto.
La prima amministrazione si occupa anche di lavori di ampliamento: l’immediato acquisto di un terreno di proprietà dell’Ospedale permette di costruire una lavanderia, e alla crescente richiesta di ingresso di nuovi residenti si fa fronte con l’acquisto del fabbricato dell’ex Ospedale che è unito alla Casa tramite due verande. Dal 1963, in particolare, grazie ai contributi statali e regionali, si può dare avvio ai lavori; nel 1978 viene inaugurato «il complesso edilizio composto dall’attuale fabbricato a nove piani e da quello a cinque piani collegati mediante due verande all’originaria struttura della Casa di Riposo».
Nel 1992 viene approvato un importante progetto generale di ristrutturazione del complesso edilizio denominato “Casa di Riposo di Spilimbergo”, improntato ad un aggiornamento in base alle nuove regolamentazioni.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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