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CATANZARO Ospedale civile

Ospedali Sud > Regione Calabria > Catanzaro e provincia

Ringrazio la Direzione Generale aziendale per l'autorizzazione alla condivisione dei dati riportati al link

https://www.aocatanzaro.it/chi-siamo/cenni-storici/


Tra la fine dell'800 e gli inizi del 1900 Catanzaro non disponeva di un ospedale, anche se veniva ritenuta una città a misura d'uomo, con una popolazione di circa trentamila abitanti, ed era considerata la capitale della Calabria, per la sua posizione baricentrica.
Nonostante però, avesse assunto una notevole importanza sia sul piano strategico che istituzionale, venendo ritenuta – di fatto- la Capitale della Calabria, purtroppo, continuava a non disporre di un "Ospedale Pubblico", anche se figuravano inserite sul tessuto cittadino alcune cliniche private alle quali, però, si poteva accedere solo pagando. Poiché il problema della mancanza di un ospedale era diventato piuttosto serio, subentrò, sia negli amministratori dell'epoca che tra le famiglie dell'alta borghesia, la volontà di studiare la situazione per individuare in che modo sarebbe stato possibile trovare qualche soluzione.
Facendo inizialmente leva sulle donazioni, ad occuparsi del problema venne interessato un Comitato al quale aderirono le maggiori famiglie benestanti della città. Si cominciò, pertanto, ad utilizzare i locali che alcuni benefattori avevano donato alla Congregazione della Carità perché venissero destinati alla istituzione di un Cronicario. Uno dei maggiori protagonisti, che contribuì, in maniera determinante alla istituzione di un Pio Luogo fu un medico ed ostetrico di Sorbo San Basile, Federico Carrappetta. Successivamente a cedere nuovi locali (con l'impegno da parte della Congregazione della Carità di utilizzarli come "Cronicario") furono le famiglie Arcuri e Mottola. A questi benefattori si aggiunse, poi, un intero ceppo familiare; quello rappresentato dai Felicetti i quali decisero di donare alla Congregazione della Carità un intero edificio che era dirimpetto al "Cronicario".
Negli anni '40, poiché perdurava l'incidenza della tubercolosi, L'INPS, dopo aver acquistato, a nord della città, un vasto appezzamento di terreno, venne nella determinazione di costruire un dispensario da utilizzare solo per il ricovero dei lavoratori dipendenti da strutture pubbliche, convenzionate con l'Istituto previdenziale, cioè il Presidio "Ciaccio" successivamente rinominato, nell'anno 2005, Presidio "Ciaccio – De Lellis". Molti anni dopo, l'Ospedale, attraverso l'impegno dei suoi amministratori che avevano saputo interpretare, concretamente, la realtà sanitaria cittadina collegandola ai bisogni della gente, fu trasformato in una struttura di ampio respiro assistenziale. Furono, difatti, insediati la Medicina, la Ginecologia, la Pneumologia, la Cardiologia (tutte con relativi laboratori sia clinici che radiologici) e soprattutto la Chirurgia che rappresentò la punta di "eccellenza" di tali specializzazioni nonché il punto di riferimento dei cittadini e degli abitanti della Provincia.
Attualmente, a seguito di ristrutturazione, è stato riconvertito in Ospedale Oncoematologico  dove risulta allocato il relativo Dipartimento . A distanza di alcuni anni, anche l'Amministrazione Provinciale di Catanzaro assunse un'analoga iniziativa, disponendo, anch'essa, di un proprio terreno. E su quell'area venne realizzato un secondo dispensario antitubercolare, il Presidio del "Madonna dei Cieli".
Nel 1956, venne cancellato il "Pio Luogo", a seguito della trasformazione in "Ospedale Civile", dopo alcuni lavori di ristrutturazione, la potenzialità ricettiva raggiunse un centinaio di posti letto. Al primo Consiglio di Amministrazione, che pure aveva lasciato tracce del suo operato, alla fine degli anni '50, seguì il secondo, presieduto dall'Avvocato Arnaldo Pugliese. Era un personaggio già abbastanza conosciuto per la vivacità del suo ingegno. Sfruttò, pertanto, tutte le sue conoscenze per tracciare, sin da quegli anni, il percorso per la costruzione di un nuovo ospedale. I tempi non erano, però ancora maturi. Bisognava non solo individuare l'area, ma recuperare anche il finanziamento. Il primo capitolo della storia, che riguardava la costruzione del nuovo ospedale, risale al 1956, quando il Presidente del Consiglio di Amministrazione del vecchio ospedale, avv. Arnaldo Pugliese, era riuscito ad ottenere dalla Cassa Depositi e Prestiti un primo contributo di alcune centinaia di milioni, finalizzati a tale realizzazione.
A metà degli anni '60, riuscendo gli organismi competenti ad ottenere un finanziamento di 300.000.000. di vecchie lire, venne aperto il cantiere su di un terreno nella zona nord della città a qualche centinaio di metri dagli ospedali"Madonna dei Cieli" e "Ciaccio", la cui area da utilizzare per la costruzione venne offerta dallo stesso proprietario senza necessità, pertanto, di procedere ad alcun esproprio. Fu, in tal modo, costruita la prima "ala"del nuovo Ospedale contemporaneamente allo sbancamento del terreno che avrebbe dovuto consentire la sistemazione dell'intera area.
Saltata l'ipotesi che prevedeva la fine dei lavori entro l'autunno del 1966, anche per la mancata disponibilità finanziaria e con un progetto del Consiglio di amministrazione che portò in corso d'opera i posti letto da 400 a 800, il nuovo ospedale venne aperto sia pure parzialmente soltanto agli inizi degli anni '70, con i lavori ancora incompleti. Il nosocomio venne in seguito intitolato all'avv. Arnaldo Pugliese. Grazie soprattutto alla professionalità e abnegazione dei sanitari che hanno segnato in positivo la storia, l'Ospedale "Pugliese".


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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