FUSIGNANO Ospedale Civile San Rocco - Ospedali d'Italia

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FUSIGNANO Ospedale Civile San Rocco

Ospedali Nord est > Regione Emilia Romagna > Provincia Ravenna

Dal Comune abbiamo ricevuto l'articolo su " I 500 anni dell'Hospitale per i poveri al Museo Civico San Rocco " pubblicato sull'Almanacco locale del 2017;
gli almanacchi sono disponibili al seguente link:  
http://www.comune.fusignano.ra.it

L'Hospitale di Fusignano per i poveri nasce ufficialmente il 26 giugno 1517 con la licenza del Vescovo Giacomo Pasi nell’atto rogato dal notaio Faentino Francesco Benvenuti, ma la data della sua reale fondazione è ignota, perché il documento legalizza una situazione esistente.
La famiglia Corelli faceva risalire a un proprio antenato, Francesco, tale fondazione, che è probabile fosse avvenuta non dopo la metà del Quattrocento. L'operazione di riconoscimento fu promossa da tutti i Corelli perché venisse riconosciuto il loro diritto  al giuspatronato e a eleggere il Priore dell'Opera Pia, secondo il privilegio riconosciuto dal diritto canonico dei fondatori. L'ospedale fu chiamato dell'Assunzione di Maria Vergine, perché sorto presso l'omonima chiesa, poi denominata di San Rocco, il santo protettore dei Pellegrini, al quale fu intitolato l'Hospitale. La destinazione dell'Hospitale venne ribadita nel 1573 dal visitatore apostolico  Monsignor Ascanio Marchesini, il quale ordinò che sopra la porta fosse posta la dicitura "Hospitale de' poveri".
Ospedale, vocabolo che oggi richiama l'idea di istituto o edificio sanitario, indicava un Opera Pia che non aveva un ruolo terapeutico, ma forniva l'alloggio per aiutare poveri e Forestieri. La creazione di un ospedale a Fusignano rispondeva dunque alla necessità di controllare l'arrivo di Pellegrini e Poveri nel territorio e rendere più agevole il soccorso evitando disordini sociali e pericoli di contagio. Infatti si parla di pauperes termine col quale allora si indicavano tanto i poveri quanto i malati, tanto i Pellegrini quanto gli Eremiti.
L'ospedale di Fusignano alla fine del XVIII secolo venne rifatto. Dalle descrizioni che ne fanno i verbali delle visite pastorali si ricostruisce un fabbricato con granaio sopra il solaio, un atrio e tre camere al primo piano ad uso dei ricoverati, un atrio e due camere a pianterreno ad uso dell'Hospitalarius, che aveva per salario, oltre all'alloggio, l'usufrutto di otto pertiche di terreno attiguo, una meda di legna all'anno in cambio della custodia, dell'ordine e della pulizia degli ambienti; la raccolta delle foglie di moro e l'affitto del granaio rappresentavano invece rendite per il pio luogo. Nel secondo Settecento il numero dei pellegrini, aumentato e confuso dalla mescolanza di furfanti e vagabondi, cominciò a costituire un problema.
Il 12 agosto 1777 la famiglia dei Corelli denunciano gli inconvenienti che occorrevano  nel venerabile ospedale, oltre che nel paese, per il continuo concorso di gente e birbanti incogniti che, sotto il nome dei pellegrini, lo affollavano, e inviarono quindi una supplica al Vescovo di Faenza perché l'edificio fosse convertito da ospizio dei pellegrini in ricovero per i poveri Infermi di Fusignano, in quanto, al di fuori di questo non esisteva in paese altro luogo ove ricoverarli e provvedere alle loro estreme indigenze. L'approvazione della richiesta  giunse da Faenza il 27 marzo 1779.  La trasformazione iniziò nel 1784. Il disegno architettonico del marchese Giacinto Corelli prevedeva due cameroni per la separazione dei sessi, una camera per il compadroni, luoghi comodi per il personale , legnaia, cantina, lavanderia e granaio. Il nuovo ospedale fu finito nel 1789, solennemente benedetto il 25 novembre 1796 e aperto il 15 dicembre.
Era provvisto inizialmente di 6 letti, che aumentarono gradatamente negli anni sulla base di lasciti ed eredità cospicue. La farmacia, aperta nel 1884, forniva alla popolazione  una vasta gamma di prodotti medicinali e preparati galenici.
Dopo l'Unità, nel 1862, fu promulgata la legge sulle opere Pie, che inserì l'ospedale,  come ogni altra Istituzione assistenziale dello stesso tenore e nelle stesse condizioni per quanto riguarda origini e Statuti, nella Congregazione di Carità. Nel 1865 fu  deliberato il restauro che fu imponente. Nel 1902 un locale venne adattato a sala operatoria. Nel 1930 vengono eseguiti altri lavori: impianto di riscaldamento moderno, nuove pavimentazioni eccetera. Durante la Seconda Guerra Mondiale l'ospedale ha riportato notevoli danni per i bombardamenti. Negli anni 80 del secolo scorso, l'ospedale è stato chiuso e successivamente recuperato con il restauro interno del piano terra e della parte Ovest del piano nobile e il restauro conservativo della facciata.
Attualmente l'edificio ospita il museo civico San Rocco.

Bibliografia:
A. Belletti, i poveri e i loro ospedale, in La storia di Fusignano, Ravenna, Longo 2006.
G. Gotti, Origine e vicende storiche dell'ospedale di San Rocco in Fusignano, Lugo, tipografia Cortesi, 1930.
A. Salomoni, formazione e conduzione religiosa del patrimonio assistenziale pubblico, in la storia di Fusignano, cit.

Storia dell’Ospedale di San Rocco di Fusignano, Belletti Alfredo 1986.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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