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Da: internetculturale Uno sguardo agli Ospedali italiani: Gli Ospedali di Monte San Giusto e di Ravenna -
Per l'Ospedale civile di Ravenna, a maggior conforto della mia visita, mi limito a rilevare i punti culminanti d'una relazione fedele fatta dal dott. Bartolo Nigrisoli, chirurgo primario di quella città, che, oltre ad essere un abile operatore, si palesa anche, come igienista, peritissimo.
L'Ospedale è un vecchio convento a due piani che ha nelle sue viscere, sudicio e piccolo, un cortile chiuso da ogni lato.
Le sale per gli ammalati insufficienti e buie. Le quattro grandi sale e due salette destinate per infermerie, meno qualche miglioramento introdotto a furia di proteste incessanti, sono come le lasciarono i Tedeschi; le pareti sono sgretolate; quando piove le sale si tramutano in laghetti, e se il vento tira forte, solleva, ad imposte chiuse, le lenzuola dai letti.
Per andare al riparto chirurgico-
Le latrine delle infermerie e delle altre sezioni ammorbano addirittura aria e acqua, e le infiltrazioni compromettono la solidità dell'edifizio già di molto avariato.
Quest'Ospedale non ha Maternità; ma, se qualche disgraziata vi partorisce od abortisce, deve subire la presenza di tutti, bambini, bambine e d'ogni specie di spettatrici.
L'arredamento delle infermerie è in condizioni deplorevoli. Tre quarti dei letti, pieni di cimici, sono fatti di un sostegno di ferro su cui poggiano alcuni assi, e su questi un saccone di paglia!!!, indi il materasso, e, quando questo si rinnova, la lana è battuta per terra nel corridoio che conduce alla camera anatomica, e la biancheria, intrisa di sangue e d'ogni altra sozzura, viene dal tavolo di sezione portata nelle infermerie.
Per ragioni elementari di pulizia è prescritto che i letti siano staccati dal muro per 30-
Manca affatto un riparto per dozzinanti. Poche celle luride e buie pei furiosi ed infetti pericolosi, e la sezione del sifilicomio con quella per i cronici costituiscono un monumento di vergogna e di immoralità; per stanza di pulizia le prostitute hanno un camerino senza finestre di sorta!
I cronici sono raccolti in due stanze al pianterreno in mezzo a due latrine fetentissime, privi d'infermieri e lontani d'ogni sorveglianza. Meno male la sala delle croniche, che è di recente costruzione, come l'infermeria chirurgica delle donne.
Persuade abbastanza la sezione del Brefotrofio, e abbenchè sia un locale ridotto, è senza dubbio il miglior riparto dell'Ospedale.
La ventilazione di tutto lo Stabilimento è insufficiente o esagerata; il riscaldamento con stufe metalliche corrisponde abbastanza bene.
L'illuminazione è a gas, ma accanto ai letti bruciano vecchi lumi ad olio che puzzano maledettamente. Acqua poca e cattiva.
L'unica pompa funzionante è in una stanzaccia umida, affumicata e buia; ebbene, qui si colloca la biancheria sudicia delle sale-
La lavanderia, piccola e cadente, ove converge, mescolata, tuttala biancheria, da quella della camera mortuaria a quella dei sanitari.
Manca un asciugatoio, ed essendo la biancheria scadente, all'inverno molto spesso non si possono cambiare gli ammalati; è storico per esempio, che un giorno la sala chirurgica-
La camera mortuaria è in armonia col resto; non vi ha un inserviente speciale, ed i becchini municipali servono i medici durante le sezioni.
Il catafalco, che è portato nelle sale per i cadaveri, è ripugnante, e Ravenna, mentre fa lusso di carri funebri, non ha una barella decente pei morti entro l'Ospedale.
Andrei per le lunghe se dovessi ancora accennare a parecchi altri inconvenienti serissimi che affliggono quel pessimo ricovero di infetti e d'infettanti, dove annualmente si ha un giro di duemila ammalati, con una mortalità del 10%, per le sezioni complessive di medicina e chirurgia, del 28 %, per i cronici e del 40% per gli esposti.