NAPOLI Sant’Eframo Ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli - Ospedali d'Italia

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NAPOLI Sant’Eframo Ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli

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Ringrazio la Dott.sa Antonella Barbato dell'Università di Napoli Federico II per la condivisione della parte postata relativa ad un suo lavoro pubblicato su :

https://www.academia.edu/38085619/Ripensare_lo_spazio_della_follia._Sant_Eframo_Nuovo_a_Napoli


La sua edificazione inizia pressappoco intorno al 1575; sorge su un fondo su cui si documenta la presenza di una casina e una villa, appartenente a Gianfrancesco di Sangro, principe di San Severo, acquistato dai frati cappuccini grazie alle elargizioni della nobildonna napoletana Fabrizia Carafa, moglie dell’avvocato Brancaccio. L’area è salubre e verde, perfetta per la costruzione della nuova sede principale dell’ordine dei frati cappuccini di Napoli. Il progetto fu ridimensionato nel tempo, e progettato per contenere 160 stanze per frati. Negli anni successivi la struttura si amplia, e in conseguenza della legge per la soppressione degli ordini monastici, viene riconvertita prima a “ospizio carcerario”, successivamente a “manicomio criminale”. Nel 1923, la legge Giolitti è in vigore da undici anni e uniforma i manicomi sul territorio italiano e di lì a poco, nel 1930, con il codice Rocco si introduce la categoria della pericolosità sociale e il principio della presunzione di pericolosità. Nonostante l’acceso dibattito sull’istituzione dei manicomi criminali, essi continuano ad essere costruiti.
Precisamente Sant’Eframo sarà il terzo, in ordine cronologico, della serie di aperture inaugurata con Montelupo Fiorentino nel 1886 seguito da Reggio Emilia nel 1892.
Ad esso seguiranno Barcellona Pozzo di Gotto nel 1925, Castiglione delle Stiviere 1939 e infine Pozzuoli 1955. Nel 1975 ci fu poi la sua conversione a Ospedale Psichiatrico Giudiziario in seguito alla riforma del sistema penitenziario italiano. Sant’Eframo funziona a pieno regime fino al 2008, anno della sua chiusura e così, vittima dell’abbandono, si trasforma in un enorme buco nero nel tessuto storico di Materdei finché nel 2016 viene occupato dal collettivo autorganizzato CAU Napoli, che dà vita all’ “ex OPG je so pazzo” allo scopo di rifunzionalizzarlo e restituirlo alla collettività.


all'URL https://www.napolitan.it/2015/03/29/17267/opg-di-materdei-la-concitata-storia-di-un-ospedale-psichiatrico-giudiziario/

ho trovato questa descrizione:


....... una volta entrati, quello che abbiamo trovato, può essere paragonato solo al girone dei dannati dell’inferno dantesco: i segni del tempo e della mancata manutenzione sono evidenti ad ogni angolo. Ma, ancor più sinistri, risultano i segni di quello che subivano i pazienti qui ricoverati. Celle di pochi metri quadrati, chiuse da pesanti doppie porte blindate, letti di contenzione saldati al pavimento, sbarre ad ogni corridoio, pile di squallide divise uniformi marroni e scarpe accatastate come in un campo di concentramento, di quelli tristemente noti nella storia del Novecento.

Naturalmente se chi legge ha notizie e/o contatti da suggerire non esiti ad inviarne comunicazione alla email :

ospedaliditalia@gmail.com


Ogni concreto aiuto ricevuto verrà poi riportato nella scheda di presentazione










 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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