PARMA Ospedale Ugolino da Neviano - Ospedali d'Italia

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PARMA Ospedale Ugolino da Neviano

Ospedali Nord est > Regione Emilia Romagna > Provincia Parma

Il contenuto della scheda è stato autorizzato e condiviso con l'amministrazione ospedaliera (https://www.ausl.pr.it/), riscontrabile al link


https://www.ausl.pr.it/azienda/patrimonio_artistico/ospedale-ugolino-neviano.aspx


Venne fondato da Ugolino da Neviano il quale, nel testamento redatto il 10 giugno 1322, disponeva che alla sua morte le case da lui possedute nella vicinia di Santa Cecilia a Capo di Ponte, compresi gli oggetti in esse contenute, servissero da ospedale per gli indigenti: “...pro pauperibus in dicta hospitalitate tenendis et manutendis perpetuo lego, judico et statuo.”
Egli stabilì inoltre che l’elezione del Rettore e del Ministro dell’Ospedale e l’amministrazione dei suoi beni spetteranno ai Podestà dei Quattro Mestieri: i beccai, i calzolai, i fabbri ferrai, ed i pellicciai e a dieci uomini tra i migliori di ciascuno di detti mestieri. La persona eletta dovrà avere compiuto i trent’anni, non avere moglie, né figli, né figli dei figli.
Il volere del testatore fu adempiuto e sorse così l’Ospedale secondo il tempo fissato dal testamento, cioè entro sei mesi dalla sua morte, avvenuta intorno al 1335; accanto all’istituto si costruì poi una chiesa dedicata alla Vergine e a S. Giacomo.
I nucleo originario dell’Ospedale “Ugolino da Neviano” sorse dunque in prossimità dell’isolato di Santa Cecilia, nell’attuale via Bixio.
Negli innumerevoli testi che trattano la storia di Parma, l’Ospedale è spesso citato soprattutto in relazione alle celebrazioni religiose legate alla festa del Corpus Domini; scrive Pezzana nella sua “Storia di Parma” che, nell’anno 1414 “...la processione iniziava nella Cattedrale, ove si radunavano tutti gli ufficiali ed i corpi delle compagnie. Di là si recavano passando per Borgo S. Giovanni all’Ospedale di Ugolino, da cui ritornavano in piazza dal lato della Campana, o torre addobbata di pannilani. Vi era eretto un sontuoso altare al quale si cantava solennemente la Messa. Era questo l’ordine dei processionanti. Precedevano tutti i preti, seguivano sedici trombe ed altrettanti pifferi, poi i Battuti della Disciplina, appresso gli Anziani del Comune con doppiere acceso in mano, indi gli Anziani delle Arti, pure con doppieri. Veniva poi il Vescovo recante il Corpo di Cristo sotto splendido baldacchino portato dai giudici, dai medici e da altri cittadini a vicenda. Dietro stava il Podestà, il Capitano e gli altri Ufficiali della città. Più di quattrocento cittadini e di seicento donne chiudevano la processione.”
L’Istituto visse nella forma designata dal fondatore per alcuni secoli cambiando solamente il nome: fu chiamato “dei Quattro Mestieri”; di “S. Giacomo” quando fu aggregato all’Ospedale di S. Giacomo di Roma nel 1664.
Vi erano in principio ricoverati i poveri, infermi di qualunque malattia; fu solo nel 1598 che i Podestà, approvando i nuovi capitoli dell’Ospedale, stabilirono che “...non si possi accettare in detto Spedale se non infermi di mal incurabile della città e diocesi di Parma et che non si possino guadagnar il vivere et che non habbino altro che possi et sia obligato a sostenerlo.”
Da allora si disse “Ospedalino degli Incurabili” e così si chiamò fino ai primi decenni del 1900.
Maria Luigia duchessa di Parma, al fine di garantire ai pazienti migliori condizioni di vita, fece trasferire l’Istituto nel convento situato in Strada del Quartiere che, negli anni venne ammodernato ed ampliato.
Autore del progetto fu l’ingegnere dell’amministrazione degli Ospizi, risolvendo il problema della capacità e delle esigenze con la trasformazione dell’Istituto. Con questi interventi, il numero dei letti per i ricoverati raddoppiò salendo da 158 a 313.



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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