FERMO Ospedale civile Augusto Murri - Ospedali d'Italia

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FERMO Ospedale civile Augusto Murri

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Ringrazio i collaboratori della Biblioteca di Fermo che mi hanno fatto dono del testo "luoghi e forme dell'Assistenza Sanitaria , Ospedali, medici condotti e operatori sanitari a Fermo e nel Fermano dopo l'Unità di Italia" edito nel 2011 dall'Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Fermo.
Ringrazio poi l'Ordine stesso che, ha condiviso con me i contenuti riportati.

Mi sono limitato nel sito a riportare gli aspetti storici degli ospedali citati ma, il volume, di quasi 200 pagine, è estremamente ricco di contenuti per cui ne suggerisco la consultazione. Come ultimo, considerato che sto eseguendo la ricerca su tutto il territorio nazionale, è il primo caso dove un Ordine Professionale commissiona una tale proposta editoriale. Ho avuto modo di constatare che il volume appartiene ad una fortunata serie editoriale promossa dall’Ordine dei Medici di Fermo finalizzata alla riscoperta della storia medico-sanitaria della provincia fermana e che è stata realizzata grazie alla cura scientifica dello Studio Firmano in cui è stata concessa ampia attenzione ai luoghi ed agli istituti di assistenza e cura. Rinnovo, pertanto, l’invito alla lettura del volume.

L'origine dell'Ospedale Civile risale alla tradizione di antichi ospedali eretti in età moderna presso la città di Fermo, come lo Spedale di Santa Maria dell'Umiltà e l'ospedale di San Giovanni Battista. L'ospedale di Santa Maria dell'Umiltà fu fondato nel 1373 con lo scopo di assistere gli infermi poveri di Fermo, mentre l'ospedale di San Giovanni Battista dedicato alle donne povere inferme, sotto la cura della Confraternita della Concezione, fu eretto nel Quattrocento. I due ospedali, per ragioni economiche, furono riuniti nel 1776 con un provvedimento dell'Arcivescovo  Cardinale Urbano Paracciani che si preoccupò di regolare con nuove norme la presenza nel medesimo ospedale di pazienti uomini e donne. In data 28 ottobre 1837 Anna Castellucci con atto di donazione destinava un cospicuo capitale sotto la cura dell'arcivescovo pro-tempore, affinché l'ospedale fosse affidato alla direzione dei padri Fatebenefratelli e nel caso rifiutassero, ad impegnare i fondi legati in maniera tale che favorissero un miglioramento delle condizioni dell'ospedale. Nel 1864 i Fatebenefratelli furono licenziati dalla Congregazione di Carità e fu quest'ultima a soddisfare il desiderio della testatrice. La Congregazione ottenne dal Regio governo la cessione del fabbricato del soppresso convento dei Minori Osservanti fuori le mura della città, dove trasferì il nuovo ospedale che assolve anche a funzione di ricovero militare. Quanto alle modalità di accoglienza e ricovero degli Infermi presso l'ospedale civile lo statuto organico, stampato nel 1882, prevede l'ammissione gratuita per gli ammalati poveri nati e domiciliati a Fermo o nel suo territorio, mentre sono ammessi a pagamento i militari e le guardie doganali, gli ammalati poveri inviati dai comuni che si obbligano a rimborsare le spese della degenza e gli ammalati abbienti, purché vi siano letti disponibili. Con decreto reale del 9 novembre 1881 era già stata fatta in precedenza un'integrazione all'articolo 2 dello Statuto relativo all'ammissione degli Infermi: di regola non si ricevono persone affette da malattie contagiose e con lo stesso decreto un’aggiunta ulteriore all'articolo 9 secondo il quale le prostitute potevano essere ricoverata in ospedale ma in letti separati ed a condizione che fosse impedito, per quanto possibile, il contatto con gli altri malati dell'ospedale. Il servizio sanitario dell'ospedale è affidato ad un medico ordinario con il titolo di direttore e ad un chirurgo ordinario col titolo di vice direttore. E’ presente anche un farmacista ed un infermiere capo a cui risponde un numero di infermieri, richiesto dal bisogno. Tra i compiti del medico direttore dell'ospedale figura l’ispezione quotidiana delle sale di medicina e chirurgia per verificare come siano tenuti i malati, se vengono rispettate le prescrizioni dietetiche, terapeutiche ed igieniche, se i ricettari e le cartelle cliniche siano in regola e se vengano rispettati i regolamenti sanitari. L’infermiere capo risiede entro la cinta dell'ospedale in quanto deve accorrere in qualunque bisogno degli Infermi sia nelle sale mediche che chirurgiche. Abita all'interno dell'ospedale anche il sacerdote Cappellano dell'ospedale che visita due volte al giorno gli infermi, amministra loro i sacramenti, assiste con assiduità di giorno e di notte i moribondi, celebra tutti i giorni la messa nella chiesa dell'ospedale ed ha l'obbligo di ordinare il trasporto al pubblico Cimitero dei defunti in ospedali entro il tempo assegnato delle leggi sanitarie. Il posto di Direttore farmacista viene conferito dietro concorso a titolo. Il farmacista deve essere presente alle visite del medico e del chirurgo ordinario, segnando in apposito registro tutte le prescrizioni farmaceutiche. Ha l'obbligo di eseguire le fumigazioni prescritte per la disinfezione delle sale e degli oggetti di vestiario degli Infermi affetti da malattie contagiose. Egli, inoltre, spedisce tutti i medicinali occorrenti alle opere Pie amministrate dalla Congregazione di Carità, ma a tariffa ridotta; distribuisce medicinali ai poveri della città, sia a titolo gratuito, sia ai prezzi di magazzino, secondo le norme stabilite dalla Congregazione di Carità in accordo col Municipio. Fino al 1870 la farmacia è ad esclusivo uso dei ricoverati interni, successivamente cominciò a somministrare medicinali gratuitamente anche malati  poveri a domicilio.
L'obbligo di residenza del farmacista entro la cinta muraria dell'ospedale consentiva sia un risparmio nello stipendio da erogare, sia una maggiore disponibilità del farmacista che, con l'aiuto di un inserviente, poteva preparare in ogni momento i medicinali di cui vi era bisogno per i malati dell'ospedale.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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