PARABIAGO Ospedale Psichiatrico Ugo Cerletti - Ospedali d'Italia

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PARABIAGO Ospedale Psichiatrico Ugo Cerletti

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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare "

http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/


è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-sanitari ricavati dalle cartelle cliniche. La consultazione dei dati specifici delle singole cartelle cliniche avviene, invece, dietro autorizzazione, nel rispetto della normativa sulla privacy.
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).


http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/index.php?id=263


Altre denominazioni temporali
Ricovero donne croniche in Parabiago 1935 - 1942
Sezione ospedaliera provinciale femminile Leonardo Bianchi 1947 - 1967

L'ospedale psichiatrico di Parabiago fu istituito nel 1935 come succursale dell'Ospedale psichiatrico di Mombello e fu destinato al ricovero di malate psichiatriche definite "croniche tranquille". Il terreno su cui sorgeva l'ospedale fu acquistato dalla Amministrazione provinciale di Milano il 3 gennaio 1934 (rogito n. 1650 del notaio Giuseppe Chierichetti) dagli Istituti riuniti Marchiondi Spagliardi che si occupavano della protezione e cura dei fanciulli discoli.
Con la denomiinazione di "Ricovero donne croniche" in Parabiago, l'ospedale accoglieva soprattutto anziane pazienti psichiatriche per le quali era impossibile la dimissione o l'attività ergoterapeutica.
Dal 1946 fu ridefinito Sezione ospedaliera femminile (SOF) "Leonardo Bianchi", sempre dipendente da Mombello, ma con un proprio dirigente medico.
Negli anni Cinquanta e Sessanta accoglieva oltre 400 degenti, divise in 4 reparti con circa 100 pazienti ciascuno: uno era dedicato alle "autonome" (autosufficienti in grado di alimentarsi e mantenersi puite); uno alle "epilettiche" (anch'esse autosufficienti, ma riunite in un reparto separato per facilitare la distribuzione delle terapie); due alle "sudicie" (anziane malate psichiche non autosufficienti). Per le pazienti affette da malattie organiche acute era a disposizione una infermeria. Di norma le ricoverate erano inattive, tranne alcune impegnate in piccoli lavori di cucito, servizi domestici o piccoli aiuti alle infermiere, senza alcuna retribuzione. Il movimento dei degenti era limitato e la degenza media era di parecchi anni. I ricoverati non avevano alcun contatto con l'esterno, con l'esclusione di sporadiche visite da parte dei parenti. Il personale infermieristico era femminile, nubile e ospitato nel convitto ospedaliero; il personale religioso, l'economo e il medico godevano di alloggi interni alla struttura.
A partire dal 1967 venne progettata dall'Assessorato provinciale agli ospedali psichiatrici una profonda riorganizzazione dell'Ospedale con relativo adattamento degli edifici e la realizzazione di nuove costruzioni.
Il nuovo "Ospedale psichiatrico provinciale Ugo Cerletti" fu inaugurato il 7 aprile 1968 e fu ripensato come luogo di cura vero e proprio, non più come lungodegenza, aperto anche all'esterno. Il progetto prevedeva la liberalizzazione e l'umanizzazione della vita istituzionale con la partecipazione dei degenti e del personale alla gestione dei problemi della comunità ospedaliera e con il tentativo di coinvolgere la popolazione locale.
La struttura poteva accogliere circa 800 pazienti, divisi in cinque reparti: due maschili di osservazione e cura, due femminili, sempre di osservazione e cura, uno adolescenti (che ebbe però vita breve), uno psicogeriatrico maschile e uno femminile. Accanto ai reparti furono organizzati laboratori e ambulatori, palestra, biblioteca, sale di lettura e soggiorno, villaggio sociale e attrezzature per l'ergoterapia e ludoterapia. L'assetto definitivo venne definito due anni dopo con la creazione di cinque divisioni miste, maschili e femminili e con l'assorbimento delle due sezioni psicogeriatriche nei reparti generali.
L'Ospedale divenne il punto di riferimento psichiatrico centrale per un vasto territorio comprendente le aree di Magenta, Abbiategrasso, Rho, Legnano e i quartieri milanesi di Baggio-Forze Armate, Vialba, Certosa e Quarto Oggiaro. Allo stesso tempo vennero aperti centri di igiene mentale - con ambulatorio e piccolo reparto di degenza in cui operava personale del Cerletti - presso gli ospedali generali delle località sopra indicate oltre al Sacco e al San Carlo di Milano. Il Cerletti aveva dunque competenza su una vasta area della provincia di Milano con una popolazione residente di circa 750.000 persone.
All'interno delle divisioni, che corrispondevano alle aree territoriali, operavano équipe sia all'interno dell'ospedale che in strutture locali come i centri psicosociali (ambulatori per i dimessi, terapie per i richiedenti, consulenza psichiatrica per l'ospedale civile territoriale) e i nuclei per le attività sul territorio (visite domiciliari, inserimenti lavorativi dei pazienti dimessi, rapporti con gli organi sanitari). Il paziente era quindi seguito con continuità dalla medesima équipe medica,sia durante il ricovero ospedaliero che dopo la dimissione. L'ultimo atto dell'apertura dell'ospedale psichiatrico verso il territorio fu la creazione di comunità alloggio in cui ospitare i pazienti dimessi privi di appoggio familiare.
Seguendo questa organizzazione territoriale, il Cerletti si svuotò progressivamente; nel 1979 fu chiusa la Divisione Milano, l'ultima attiva all'interno dell'ospedale, e furono aperti i servizi di diagnosi e cura psichiatrica presso gli ospedali Sacco e San Carlo di Milano.
L'ospedale psichiatrico di Parabiago fu ufficialmente chiuso il 31 gennaio 1980. I pazienti rimasti furono inviati, se lungodegenti, ad altri ospedali provinciali per gli appropriati trattamenti sanitari; gli altri, che appartenevano al territorio circostante, vennero inviati alle comunità alloggio, affidate all'équipe psichiatrica territoriale di Legnano.

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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