PONTECURONE Ospedale Bossi - Ospedali d'Italia

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PONTECURONE Ospedale Bossi

Ospedali Nord Ovest > Regione Piemonte > Alessandria provincia

Il contenuto della scheda proviene integralmente dal testo: Pontecurone dal borgo al paese / Fabrizio Bernini. - Voghera : Edizioni Oltrepo’ - 1993. – pagg. 140-143  
Ringrazio la casa editrice Oltre  per l’autorizzazione-condivisione all’uso dei contenuti    

L'idea e la promozione di un ospedale in Pontecurone spettano al ricco commerciante Giacomo Bossi, che, nel 1828, testando a favore del nipote Gaetano, gli imponeva, quale condizione ed obbligo specifico, la fondazione di un nosocomio in paese, destinato ai poveri ed aperto pure ai pellegrini e forestieri che si fossero trovati ammalati durante il viaggio, transitando in luogo.
Doveva  denominarsi “Ospedale di Santa Maria delle Grazie e di S. Giacomo Apostolo,   stabilito nel Monastero chiamato di S. Maria delle Grazie di cui il cedente ne fece acquisto ai pubblici incanti dal Governo Francese.
Il Nipote dovrà provvedere a tutte le spese cosiddette di primo stabilimento e di pagare in avvenire e per titolo di sua dotazione l'annua somma di Lire settemila nuove di Piemonte, di semestre in semestre anticipate a mani del Tesoriere pro tempore deputato dalla Congregazione, ed il tutto in perpetuo...
Il medesimo Ospedale avrà i seguenti oneri:
1 di mantenere almeno sei letti sempre allestiti per ricoverare e collocarvi gli infermi poveri del paese e del territorio di Pontecurone che consteranno tali per mezzo della fede di povertà a spedirsi dai rispettivi Parrochi, nonché dietro certificato di malattia del medico, come pure li poveri viandanti, che si trovassero o cadessero gravemente infermi nella circostanza di loro passaggio in esso borgo; e di prestare agli arrestati o prigionieri che si traducono da Voghera alla città di Tortona quegli interinali soccorsi;
2 di fare officiare la Chiesa da un Cappellano, il quale dovrà assistere senza interruzione gli ammalati, e celebrare in essa  una messa quotidiana, ed in perpetuo, in suffragio dell'anima dello stesso cedente e dei suoi antenati, nonché di ogni altro individuo di sua famiglia, ed il tutto mediante l'annua retribuzione a pagarsi  L. Settecento di trimestre in trimestre maturato, oltre all’alloggio almeno di due camere...Per la prima volta s'intenderà nominato per Cappellano il chierico Agostino Bossi fratello di Gaetano. Il cappellano pro tempore ed in perpetuo verrà nominato dalla Congregazione sulla rosa di tre probi ed idonei sacerdoti, che verrà presentata dal Cessionario, e dopo sua morte dal Seniore pro tempore di una famiglia e si farà pure in detto giorno la distribuzione ai poveri di due sacchi di pane;
3 Dovrà l'Ospedale distribuire in pendenza del Carnevale d'ogni anno ed in perpetuo, tre doti di L. cento per cadauna, a tre pove-re figlie morigerate del paese, e suo territorio, da comprovarsi per tali con analoga fede del rispettivo Parroco. Le orfane di padre e di madre verranno sempre preferite, a quelle di solo padre alle altre di sola madre... Dovrà pure consegnare in ogni anno verso le Feste Natalizie lire cento cadauno dei due Parrochi per essere da questi distribuite in caritatevoli soccorsi a quelle famiglie, alle quali ripugna il mendicare;
4 Sarà cura dell'Ospedale di formare ove sia possibile una spezieria coll'obbligo di somministrare li medicinali per uso dello stesso Spedale: come anche ai poveri del paese, che la loro condizione e stato non li permette.
5... sia questo Ospedale amministrato da una Congregazione di Carità composta dai seguenti Membri noti, cioé: delli due Parrochi, delli due Canonici più anziani della Collegiata, del Giudice o suo supplente o Castellano, ed il Sindaco, tutti pro tempore, di detto borgo nonché del Cessionario sig. Gaetano Bossi... e di cinque altri da eleggersi di triennio in triennio dalla stessa Congregazione;
Quasi in violazione della volontà dell'estinto, l'amministrazione ospedaliera ritenne di denominare l'ente «Ospedale Bossi», come fu poi ratificato con Decreto Reale del 9 ottobre 1861, quale segno di riconoscenza verso il benefattore. Con altro decreto del 28 agosto 1864 fu stabilito il regolamento dell'Ospedale, che ebbe un deciso e rapido impulso evolutivo soprattutto per la dedi-zione e le cure assidue che vi profuse il ca-valier Gaetano Bossi, nipote del testatore, che, morendo nel 1871, senza eredi diretti, lascerà all'istituzione l'intero suo ingente patrimonio.
Il cospicuo lascito del cav. Gaetano Bossi fu determinante per l'Ospedale che fu subito ristrutturato ed ampliato con il rialzo dei lo-cali e l'aggiunta di altre due camerate di nuova fabbricazione, che portarono a dodi-ci il numero dei letti disponibili, in parti uguali per uomini e donne. Fu inoltre aperta una nuova corsia-corridoio e, nel 1879, rin-novata anche la Chiesa con la costruzione del campanile. Nel 1879 l'Ospedale aveva un reddito di diecimila lire.
I redditi dell'ospedale furono accresciuti nel corso degli anni da altre beneficenze, pervenute da cittadini e da religiosi del luo-go.
A costoro si aggiunsero le due ex monache carmelitane che, avendo prestato servizio nell'Ospedale dalla sua fondazione. Un ul-timo notevole contributo all'ospedale fu dato dall'industriale del laterizio Michele Azzi, che, nel 1932, vi istituiva un ospizio per vecchi, affidandolo alla Congregazione di don Orione, che lo poneva in funzione quale «Casa di Riposo S. Giuseppe». Nel 1940, l'ente ospedaliero era diretto dalle suore Benedettine di Voghera; nel 1954, prese la denominazione di «Ospedale Civile Bossi».
Nel 1977 era dotato di 25 posti letto con servizi ambulatoriali svolti dai sanitari dell'Ospedale di Tortona. Fu soppresso ne-gli anni ottanta con il varo della riforma ospedaliera nazionale.





 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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