SCIACCA Dall'Ospizio Santi Simona e Giuda all'Ospedale Santa Margherita - Ospedali d'Italia

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SCIACCA Dall'Ospizio Santi Simona e Giuda all'Ospedale Santa Margherita

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Tratto integralmente da: MEDIAEVAL SOPHIA 23 (gennaio-dicembre 2021) Studi e ricerche sui saperi Medievali
Maria Antonietta Russo, Fonti documentarie e testimonianze manoscritte per lo studio di due ospedali di Sciacca (secoli XIV-XV)


A Sciacca, intorno al 1300, i Teutonici fondarono l'Ospizio dei Santi Simone e Giuda. La Corporazione medievale di regio patronato, nel 1390 abbandonò il paese, e l'ospizio e le altre rendite furono acquisite dalla Magione di Palermo, sede principale dei Teutonici. L'ospedale venne in seguito amministrato dalla Confraternita dei Disciplinari; di essi faceva parte il ricco mercante Apardo Antonio  che, nel 1393, lasciò un'ingente eredità  con testamento redatto nel 1394 e definito il 17 marzo 1395.
Le modalità con cui si erano costituite le fortune del Pardo lo spinsero a dare molto spazio ai legati pro anima a garanzia della salvezza eterna; l’elenco è lungo e abbraccia disposizioni per la manomissione di schiavi, lasciti per orfane e povere, la remissione di debiti, la celebrazione di messe, ma anche legati più consistenti come, appunto, quelli per la fondazione dell’ospedale per i poveri nell’orto della chiesa di Santa Margherita.
Il Pardo, dunque, legava cento onze per la costruzione di un ospedale destinato ai poveri e disponeva che altre sei onze annuali venissero assegnate in perpetuo dai suoi beni al sostentamento dei poveri della struttura, salvo poi a revocare, secondo frate Bonaventura Sanfilippo, quest’ultima disposizione.
La costruzione dovette essere rallentata da diverse controversie che la confraternita sostenne in relazione alle volontà del Pardo e dal lungo scontro per ragioni giurisdizionali tra la Magione di Palermo e il Vescovado di Agrigento. Secondo Scaturro, infatti, «si ignora fino a che punto le disposizioni del Pardo siano state adempiute», ma «certo è che nel 1530 detto ospedale ebbe nuova fondazione col titolo di S. Margherita» ad opera di Giambattista Delfino cui la Confraternita dei Disciplinati concesse un terreno per edificarvi l’ospedale con l’obbligo che venisse intitolato alla Santa. «Nel 1543 accolse la confraternita del Monte di Pietà, che, allora fondata, terminò di fabbricarlo» e assunse l’impegno di «assistere all’infermi febbricitanti e di seppellire pro Dei amore i poveri»; si accordò anche nelle Capitulationes che seguirono con i rettori della confraternita di Santa Margherita sul completamento della costruzione dell’ospedale e sulla sua gestione.
L’originaria finalità voluta fin dalla disposizione della fondazione si mantenne anche quando nel 1678 i padri Fatebenefratelli presero in gestione l’ospedale per «servire pauperes infirmos». I posti letto erano 20 e tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII i ricoveri annui variarono da 11 a 148. Ancora nel secolo successivo nei Regolamenti pel buon governo della venerab. Chiesa di S. Margherita ed Ospedale del Monte di Pietà nella città di Sciacca si legge che l’ospedale è «istituito per soli morbi acuti, e per acuti, perciò gli si vieta l’ammettervi cronici che non abbiano febbre, Sabbiosi, Ettici gallici, o che abbiano morbi incurabili». Alla fine del XIX secolo, quando l’ospedale era amministrato dalla Congregazione della Carità veniva assicurato il ricovero ad un numero massimo di 30 ammalati.
L’ospedale di Santa Margherita, che nelle volontà del Pardo era nato per dare riparo ai poveri, nel tempo assunse anche altre funzioni, divenendo  quindi xenodochio e brefotrofio.
Nel 1927 entrò negli ospedali Civili Riuniti di Sciacca.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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