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La scheda deriva integralmente dal testo: Atti Primo Congresso Italiano di Storia Ospitaliera – Reggio Emilia 14-
Nel momento storico in cui i documenti ci parlano della nascita dell'ospedale tempi difficili correvano per Rieti; nella zona la lotta politica toccava punte massime. Il Comune reatino, collegato a quello di Spoleto, portava guerra attiva alla avversa fazione ghibellina. Molti fuoriusciti, esiliati e ribelli batte-
Il Comune non volle rimanere estraneo ma cooperò alla benefica istituzione e concretamente la aiuto decretando che certi suoi provvedimenti, non specificati, già concessi a tre personaggi del tempo Bergamino Matteo della Valle, Buccio di San Giacomo e Andreuccio di Angelone dell'Abbazia fossero aggiudicati alla Chiesa di S. Antonio Abate, a patto che le rendite andassero a vantaggio dei poveri di Cristo. Per parecchio tempo abbiamo scarse notizie dell'ospedale; si può però pensare che sia stato ben attivo durante le epidemie che colpivano la città.
Di una di esse abbiamo precisa notizia del 1348 e viene descritta "una mortalità de epetigena che uccide la gente quasi nelli tre di”.
L'ospedale subì certamente continuo sviluppo perchè sappiamo che nel 1468, essendosi constatato che la cappella era ormai insufficiente, si delibero di trasformarla in chiesa. Cosa che avvenne e anche questa volta col concorso del Comune che fornì le pietre necessarie alla costruzione. I cittadini di Rieti non si disinteressarono del loro ospedale ma anzi con legati e doni privati lo arricchirono talmente che nel 1493, come sappiamo, disponeva di sette letti per infermi. Che le rendite dell'ospedale fossero davvero cospicue è dimostrato da un episodio: nel 1495 furono trovati abbandonati nella chiesa dell'ospedale stesso tre bambini. Il Comune potè obbligare i reggitori di esso a mantenerli proprio in considerazione dei mezzi di cui erano in possesso e a fare altrettanto nel caso si fossero ripetuti casi del genere.
A tal proposito interessa notare che nell'epoca in cui occorse l'episodio narrato esisteva in Rieti, e da molto tempo, un ospedale (quello già menzionato di S. Spirito) che aveva il compito specifico di proteggere i trovatelli. Può sembrare singolare il fatto che l'Autorità civile abbia imposto all'ospedale di S. Antonio un compito non suo invece di affidare i piccoli all'apposita organizzazione.
All'alba del XVI secolo due avvenimenti caratterizzano le vicende storiche dell'ospedale: gli antoniani che fino a questo momento amministravano e reggevano ospedale e chiesa, scompaiono; il loro po-
Gia nel 1547 la Compagnia aveva pensato di ampliare e ospedale e chiesa. Del progetto fu incaricato Maestro Mariano di maestro Bartolomeo: il Comune volle dare il suo aiuto e concorse per un decimo alle spese. Ma tutto rimase allo stato di progetto.
Soltanto nel 1570 su progetto del Vignola fu costruita la nuova chiesa che rimase ed è tuttora incompiuta.
In pratica la Compagnia ottenne l'ospedale della Misericordia nel 1558. I letti raggiunsero allora il numero di dieci e fu inoltre creato in una stanza a piano terreno una specie di dormitorio pubblico dove la notte in sette lettucci andavano a dormire i cosiddetti furfanti cioè mendicanti in buona salute ma senza casa.
Gli ospedalieri laici rimasero all'amministrazione dell'ospedale per circa ottanta anni. La Compagnia rilevò come mancassero di carità e diligenza. Con atto pubblico del 7 gennaio 1619 escluse i laici e li sostituì con i frati dell'ordine di S. Giovanni di Dio, conosciuti comunemente col nome di Fatebenefratelli.
Per la cronaca diremo che i Fatebenefratelli durarono per circa tre secoli. Furono allontanati infatti nel 1905. L'ospedale attualmente è retto dalle suore Camilline con infermieri laici.