MARIANO COMENSE Ospedale Felice Villa - Ospedali d'Italia

Vai ai contenuti

Menu principale:

MARIANO COMENSE Ospedale Felice Villa

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Como > Provincia di Como



Dal comune ho ricevuto documentazione proveniente  dal loro volume “Storia di Mariano Comense negli ultimi tre secoli” pag 115-119,  la cui stesura è stata affidata a Gianfranco Lucca  stampata nel 2018 da Bellavita editore

Il 1° Luglio 1900 il Consiglio Comunale di Mariano è convocato dal Sindaco signor Achille Gaffuri e fra gli altri argomenti posti all’ordine del giorno vi è anche l’accettazione del legato di £. 200.000 proveniente dalle disposizioni testamentarie del signor Felice Villa, un facoltoso commerciante di origini marianesi, morto a Milano nel mese di Maggio 1899.
E’ un momento molto importante nella storia del nostro paese ed i Consiglieri ascoltano con la dovuta attenzione la lettura del documento:
Lego la somma di £. 200.000, dico duecentomila, a favore del Comune di Mariano Comense, mio paese natio, escluso le frazioni, che l’Ospedale Maggiore di Milano mio erede pagherà di mano in mano che si presenterà il bisogno ed infine il saldo coi rispettivi interessi tre per cento all’anno e questa somma ed interessi dispongo affinché venga eretto un fabbricato per uso Ospitale per ricovero di ammalati non cronici dell’abitato di Mariano, cascinali annessi.
Il detto istituto dovrà essere intitolato Ospitale Felice Villa Fondatore. Qualora il detto Ospitale non fosse ultimato ed esercito nel termine di cinque anni a data del mio decesso, capitale ed interessi andranno ai miei parenti, giusta la vigente Legge e questi potranno mai prendere né pegno né ipoteche a loro garanzia”.

Il Consiglio comunale nella seduta del 1 luglio 1900 accetterà con unanime consenso la generosa donazione e la giunta Municipale subito inoltrerà al Re la domanda per l'autorizzazione ad accettare il legato e per l'approvazione dell'Ente Morale. Il provvedimento verrà confermato con Regio Decreto firmato dal Re Vittorio Emanuele III in data 8 dicembre 1901. E’ nominato  un consiglio di amministrazione. Individuato il terreno, ed affidato il progetto all'ingegnere Francesco Arcelli, si procederà ai lavori;  tutta la popolazione accorrerà poi alla festosa inaugurazione dell'ospedale cittadino.

Curiosità:
l'articolo 67 dello Statuto organico prevede che gli stipendi e  i salari del personale siano pagati a rate bimestrali posticipate. Merita  segnalare le molte incombenze assegnate al custode portinaio: deve risiedere giorno e notte nei locali di ingresso dell'ospedale, accompagnare i malati nell'ufficio di accettazione, provvedere alla pulizia di tutti i locali e del cortile, coadiuvare le suore nel servizio di infermeria, soprattutto quando è richiesta la presenza di un uomo, prestarsi all'assistenza notturna degli ammalati gravi, ritirare i medicinali dalle farmacie locali, tagliare la legna, trasportare il carbone e controllare il funzionamento  dei termosifoni, prestarsi al servizio di portantina e di trasporto dei cadaveri alla camera mortuaria, curare il giardino e l'orto. In sua assenza la sorveglianza della portineria è affidata a sua moglie.

Lo statuto prescrive il gratuito ricovero degli Ammalati residenti in paese, in condizione di povertà; la diaria giornaliera degli Infermi non poveri è di lire 3 per la degenza nel salone comune e di lire 4 in sala separata. Ai residenti in Mariano la diaria è ridotta di 50 centesimi. Nei mesi precedenti l'apertura dell'ospedale il Presidente firmava l'accordo con l'ordine religioso delle Ancelle della Carità di Brescia a cui era destinato un corrispettivo annuo di lire 1050 oltre all'uso dei locali all'uopo arredati e dell'illuminazione. Alla superiora e alle due consorelle era assegnato il compito di curare la cottura dei pasti, l'assistenza e la veglia notturna nelle  sala destinata alle donne, curare il guardaroba, distribuire medicinali. La superiora aveva altresì l'obbligo di accompagnare il medico nelle visite quotidiane agli ammalati, essendo responsabile della corretta prescrizione dei medicinali ai ricoverati. Si prevede anche che agli ammalati non venga a mancare l'assistenza religiosa. Manca il chirurgo e gli amministratori dei comuni, afferenti a Mariano, provvedono ad assicurare all'ospedale  le prestazioni del chirurgo del vicino ospedale di Giussano. Grazie ad un piano di finanziamento concordato con tutte le Amministrazioni comunali coinvolte nel progetto, l'ospedale sarà dotato di sala operatoria con tutti gli strumenti occorrenti, impianto di sterilizzazione e radiologia, per cui il nosocomio maglianese vanterà condizioni di superiorità rispetto a tutti gli altri ospedali della zona. 

Ma il futuro dell'ospedale non sarà molto sereno. Fin dall'anno 1920 in provincia di Como le pubbliche amministrazioni sono interessate alla questione ospedaliera; nello specifico si tratta di scegliere fra il plesso di Mariano e quello di Cantù su quale sarà il presidio sanitario destinato ad assumere la definizione di Ospedale di Circolo, con tutti i vantaggi che ne sarebbero derivati. 
Il Consiglio comunale di Mariano nella seduta del 5 settembre 1920 discuterà il punto all'ordine del giorno: “ proposta di chiedere che l'ospedale civile Villa diventi ospedale di Circolo con aggregazione dei comuni aderenti. Se ne discuterà per un paio d'anni e nel febbraio del 1922 in occasione di un convegno avente per tema la creazione del nuovo Circolo Ospedaliero, i Comuni interessati si appellarono alla deputazione provinciale di Como riconfermando il parere favorevole della loro all'aggregazione all'ospedale di Mariano, redigendo altresì uno schema di convenzione. Da Como giungerà una risposta che accoglierà parzialmente la richiesta. Si legge infatti che l'amministrazione Provinciale delibera di accogliere la domanda perché l'ospedale Villa di Mariano Comense venga eretto a 12° Ospedale di Circolo, e che  le amministrazioni dell'ospedale di Cantù e di Mariano Comense si accordino per la costruzione di un consorzio per la nomina di un unico chirurgo per i due ospedali. 
Nel frattempo l'articolo 7 del Regio Decreto del 6/11/1924 numero 2086 prevede il decentramento dell'assistenza ospedaliera nel territorio dell'Antico Ducato di Milano e di invitare ad individuare gli ospedali con le caratteristiche idonee alla definizione di Ospedale di Circolo. Mariano non vuole perdere l'ambita occasione e costituisce il Comitato raccolta fondi Pro Ospedale Felice Villa; la popolazione risponde con la consueta generosità. Si raccoglierà infatti la somma di oltre  55 Mila Lire  destinata all'acquisto di una cucina economica, 14 letti nuovi, una barella, un microscopio, un apparecchio centrifugo, alcuni piccoli apparecchi chirurgici, 12 coperte di lana, tela per lenzuola e lana per materassi. Si prevede anche la spesa per l'impianto telefonico e per la parziale copertura della spesa occorrente per la realizzazione di una sala operatoria e di maternità già progettata. Purtroppo l'entusiasmo e le speranze dei marianesi saranno mortificate dalle conclusioni a cui giungerà la Commissione Ministeriale che,  invece proporrà la costituzione del consorzio ospedaliero Mariano-Giussano. Il successivo 30 ottobre 1929 Infatti il Prefetto di Milano emanerà il decreto che sancirà la nascita del nuovo consorzio.

L’accorpamento con Giussano non sarà affatto favorevole a Mariano che in breve tempo si ridurrà alla semplice funzione di infermeria. Infatti il plesso di Giussano sarà destinato ad ospitare i reparti di Medicina e di chirurgia, mentre per Mariano sarà previsto il solo reparto di medicina per il ricovero degli Infermi poveri e che non abbiano a provvedere alla loro sorte, o in grado di poterlo fare, affetti da malattie acute d’ambo i sessi  con domicilio di soccorso nei comuni costituenti il Circolo. A Giussano saranno previste pure la Direzione Sanitaria e la sede del Consiglio di Amministrazione.

Nel 1938 l'amministrazione del consorzio ospedaliero sarà affidata ad un Commissario prefettizio cessando quindi le funzioni del consiglio di amministrazione del consorzio ospedaliero stesso. Il presidente dell'ospedale di Mariano, nel maggio del 1942, con una lettera indirizzata al Prefetto di Como avrà motivo di lagnarsi per essere da 5 anni privato di informazioni  sull'andamento amministrativo e sanitario del consorzio stesso e rivendicherà il ripristino del Consiglio con la presenza di due rappresentanti marianesiesi. La situazione gestionale non muterà tanto che nel 1944 sarà nominato il nuovo commissario prefettizio che, nell'anno 1945, sottoscriverà una relazione da cui si apprende che il bilancio registrava un disavanzo della considerevole somma di oltre 553 mila lire. Nel dopoguerra i nuovi amministratori lamenteranno il deplorevole stato dell'ospedale Villa, ridotto  a semplice infermeria, e l'assenza della manutenzione e del rinnovo degli impianti, con la conseguenza di una preoccupante riduzione dei ricoveri.

Dall' Ospedale Borella di Giussano,  si divise nel 1952. mentre al consorzio  si tornò in maniera definitiva nel 1975


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
Torna ai contenuti | Torna al menu