COMACCHIO Ospedale civile San Camillo - Ospedali d'Italia

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COMACCHIO Ospedale civile San Camillo

Ospedali Nord est > Regione Emilia Romagna > Provincia Ferrara

                    

                                                                 vecchia sede                                                                 nuovo nosocomio


Non posso non ringraziare l'interessamento del Comune che, oltre ad autorizzare la pubblicazione dei dati, ha attivato una ricerca nella biblioteca trovando un testo che ne parla e più precisamente " Le parole sulle pietre di Aniello Zamboni del 2013 " ..... con un titolo così non avrei mai trovato notizie sull'Ospedale.
Naturalmente è nei miei programmi poterlo consultare magari grazie alla collaborazione di qualche collega locale.

http://www.museodeltaantico.com/storia-del-museo/il-settecentesco-ospedale-degli-infermi/


Struttura settecentesca del ferrarese Antonio Foschini  i cui lavori iniziarono nel 1778 e terminarono nel 1784, fu costruito per volere del Cardinale legato Francesco Carafa (1778–1786), e rappresenta una preziosa testimonianza dell’illuminismo sociale a Comacchio.
La facciata presenta nella parte centrale un alto portico, sorretto da quattro enormi colonne in mattoni “ faccia a vista “” e coperto da timpano triangolare in marmo bianco.
Sono in evidenza i due campanili a pianta quadrata che sovrastano la facciata del vecchio ospedale San Camillo che dal 1970 ha cessato di essere ricovero di malati.
Il restauro, realizzato tra il 1997 e il 2013, ha riportato i volumi interni dell’edificio al loro assetto originario, eliminando i frazionamenti dei suoi ampi spazi che erano stati costruiti nel corso del tempo per rispondere alle esigenze dell’ospedale e delle successive temporanee funzioni dell’edificio. Oggi la struttura originaria è di nuovo chiaramente leggibile, con i suoi notevoli valori architettonici e il suo impianto chiaro e razionale.
Al piano terra erano collocati i servizi: la legnaia (con volte in muratura per contenere eventuali incendi), la lavanderia, la cisterna per l’acqua piovana, i depositi per le scorte alimentari, la cucina, fornita di due grandi camini che servivano anche per scaldare, grazie alle canalizzazioni nei muri, le stanze dei malati al primo piano. Nel piano ammezzato erano collocati gli appartamenti del custode e del cappellano. Al primo piano c’erano le sale destinate ai ricoverati, suddivise in due ali separate, una per gli uomini e una per le donne.
Le aree per i malati erano ampie, luminose e ben arieggiate, secondo un criterio innovativo e moderno. Vi erano poi le stanze adibite ad infermeria, chirurgia, sala parto. Dall’ala delle donne si poteva assistere alla messa nell’oratorio attraverso due finestre fornite di grata. Il corpo sul retro dell’edificio era la casa del medico.  Nel cortile c’era la cella mortuaria.
L’edificio oggi ha una destinazione come Museo delle Culture Umane nel Delta del Po , sancita dal Protocollo d’Intesa tra il Ministero per i beni culturali ed ambientali, la Regione Emilia Romagna, l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia Romagna, la Provincia di Ferrara e il Comune di Comacchio del 30 gennaio 1997 e dai successivi accordi tra i suddetti Enti.




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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