TIVOLI Ospedale civile S. Giovanni Evangelista - Ospedali d'Italia

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TIVOLI Ospedale civile S. Giovanni Evangelista

Ospedali Centro > Regione Lazio > Roma provincia

da: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941


Già dal 1336 la Confraternita dello Spirito Santo era in pieno rigoglio ed era sovventrice di un ospedale che doveva essere già in quel tempo insufficiente ai bisogni poiché, nell'anno seguente, uno nuovo ne era in costruzione. Sorse adiacente alla chiesa di S. Cristoforo, poi divenne di S. Giovanni Evangelista gestito dalla relativa confraternita di San Giovanni forse di derivazione dell'Ordine Gerosolimitano e che usava come stemma  una croce rossa in campo bianco. In seguito a lasciti, i beni della corporazione andarono aumentando e nella seconda metà del XIV secolo l'ospizio era in possesso di trentasei possedimenti fra vigne, terreni ed oliveti. Nei secoli XV e XVI molti erano gli ospedali in Tivoli; si ha  notizia di dieci: dello Spirito Santo, di Santa Maria Nuova, di S. Giacomo di Cornuta, di S. Cleto, di S. Antonio, della Madonna del Ponte, dell'Annunziata, dei Disciplinati, di S. Angelo e di S. Onofrio ed anche del lazzaretto di S. Leonardo.  Tutti i suddetti ospedali finirono col fondersi durante il XVI secolo con quello di S. Giovanni. E proprio in quel secolo, nei pressi dell'ospedale, durante la guerriglia che si svolgeva fra Tivoli e Castel Sant'Angelo, per la gabella del passo, i tiburtini aggredirono i castellani, molti ne uccisero e molti ne ferirono, e costoro, ricoverati all'ospedale di S. Giovanni, furono uccisi a man salva da uno scellerato nominato Scacciadiavoli che si fece aprire le porte sotto pretesto che portava il medico per soccorrerli. Nel 1589 l'ospedale accrebbe il numero di letti per gli uomini, le donne e i pellegrini ed aveva per sanitari un medico, e un cerusico. Il loro pagamento era di dieci scudi, mentre l'ospitalario, a cui era affidato il servizio d'infermeria, veniva pagato in natura. I malati appena entrati dovevano ricevere la comunione e se si rifiutavano dovevano uscirne. Nel 1729 il vescovo Placido Pezzangheri concesse l'istituto ai frati di S. Giovanni di Dio.  L'edificio cominciato nel 1733, fu compiuto nel 1740. Architetto fu l'ing. Tomaso De Marchis. Nel 1800 gli ospitalieri di S. Giovanni di Dio accolsero, spodestato e ramingo, Carlo Emanuele IV di Savoia. Nel 1834 la contessa prussiana Federica de Solms lasciava all'istituto una rendita annua di lire 1500 per l'apertura di un convalescenziario e nel 1870 Antonio Taddei lasciava all'ospedale la sua ingente ricchezza, ma gli amministratori del tempo, non troppo esperti delle nuove formule legali, peccarono di negligenza ed il lascito divenne nella massima parte proprietà dell'Erario.  Nelle vicende storiche che vanno dal 1848 al 1851 l'ospedale  di S. Giovanni evangelista, durante la permanenza delle truppe francesi, venne adibito al ricovero dei malati di quel corpo di occupazione e dopo la Caduta della Repubblica Romana, nel giugno del 1849,  venne interamente invaso dai malati e feriti d'ambo le parti. I francesi ne fecero  senz'altro una loro infermeria, impiantandovi anche un ufficio di amministrazione, e non furono sempre cortesi con i frati addetti all'ospedale, sia per le pretese esagerate sul servizio d'assistenza che assorbivano ogni attività dei religiosi, sia nei pagamenti delle rette che cercavano di ritardare o addirittura evitare. Il numero dei letti è giunto a più di 80.   Nella ricorrenza della Marcia su Roma dell'anno 1931 si sono inaugurati due nuovi Reparti di Medicina con i più moderni sistemi del genere. La costruzione di questi nuovi locali ha permesso la divisione del Reparto Medicina dal Reparto Chirurgia.

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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