CARPENEDOLO Ospedale civile poi CDR - Ospedali d'Italia

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CARPENEDOLO Ospedale civile poi CDR

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La storia di questo ospedale è tratta da tre volumi presenti nella locale biblioteca civica

La prima parte è tratta dal volume: Storia di Carpenedolo dal principio dell’era volgare ai nostri giorni - Umberto Treccani – Tipo litografia fratelli Geroldi – 1924

Diodato Laffranchi carpenedolese fu fondatore dei luoghi Pii, all'indomani di un terribile flagello, la peste di S. Carlo; altri generosi nel corso dei secoli lasciarono averi per soccorrere i derelitti della fortuna, altri accrebbero il suo patrimonio, ma egli fu il primo, fu il prototipo della beneficenza e della carità cristiana e pubblica carpenedolese.
Con testamento 5 aprile 1635, dispose, che nella sua casa, composta di 3 stanze e di 2 tratti di fienile, si aprisse un ospizio per il ricovero degli infermi poveri del paese e degli orfani. A tale scopo erogava la sua sostanza terriera.
Nell'anno 1645 il pio istituto cominciò a compire la sua nobile funzione; gli ammalati variavano da 2 a 3 nell'estate e si raddoppiavano nell'inverno. Non si conosce il numero degli orfani ivi accolti, potevano però raggiungere il numero di 40. Venivano nutriti con minestra, polenta, poco pane, ovi, erbaggi e rare volte con carne, li quali generi venivano somministrati con tutta la parsimonia. Il vestiario era di tela d'estate e di panno tiralungo d'inverno.
L'Istituto adunque, si divide in due amministrazioni distinte, che però si compenetrano e si aiutano a vicenda: l'Ospedale con l'annesso orfanatrofio, e la Congregazione di Carità.
L'Ospedale provvede al mantenimento e alla cura degli ammalati poveri del paese, nonché alla custodia ed all'educazione delle orfanelle, mentre la Congregazione di Carità compie la sua opera umanitaria colla distribuzione delle minestre, col mantenimento dei cronici, aiutata in questo anche dal Comune, usando le risorse date dall'Opera Pia Elemosiniera Baliatico.
Concede inoltre una borsa di studio a giovani poveri, avviati agli studi sacerdotali.
L'armadio farmaceutico venne formato nel 1877, diretto per turno dai farmacisti locali, facilitò un certo risparmio all'Amministrazione. Il servizio sanitario precedentemente al 1912 era prestato per turno di 6 mesi dai medici condotti comunali.
Per soccorrere diverse famiglie indigenti per disoccupazione o per altre cause, si cominciò, dal 1893, a distribuire le minestre in sul mezzogiorno, a chi le richiedeva e si presentava a ritirarle alla sede dell'Istituto.
La beneficenza a domicilio si esplicò sino a tutto il 1902 nel concedere sussidi alimentari o con la distribuzione  di buoni mensili dell'importo di L. 5 sino a L. 15. Si concessero pure cinti erniari.
Nel 1899 la Congregazione dichiaravasi finanziariamente impotente a mantenere ammalati poveri in altri Ospedali e cedeva il compito al P. L. Ospitale.
In tale anno questo Istituto spendeva L. 527,59 per 12 ammalati nel civico Ospedale di Brescia, somma, che poi aumentò negli anni successivi.


Nel testo  Carpenedolo al tempo della battaglia di Solferino e San Martino di Mario Trebeschi -l’angolo dei ricordi 2009 si parla delle Ancelle di Carità e del restauro dell’Ospedale del 1858

A metà dell'Ottocento, l'ospedale fu provvisto di un servizio più adeguato con una presenza delle suore Ancelle della Carità. Del loro impiego si cominciò a parlare dal 1848, ritenendolo molto vantaggioso poiché garantiva una maggiore assistenza nelle sale cliniche e una migliore sorveglianza sui generi di cibarie e consumi. Il progetto si realizzò alcuni anni dopo.  L'amministrazione preparò l'alloggio e stabilì l'ingresso al 1 dicembre 1853.
L'ospedale, in quest'epoca, ospitava ordinariamente una decina di ammalati e alcune orfane. Nel semestre aprile-settembre 1854 entrarono 64 infermi, 12 ammalati di pellagra e 9 di malaria; i morti furono 12. Il fabbricato sentiva il peso degli anni ed esigeva urgente ristrutturazione. Un rapporto riportava che l’ospedale "trovasi costituito da rozzi e disadattati locali, umidi in parte, insalubri e totalmente inetti al santo e filantropico scopo cui sono destinati”.
Finalmente si giunse ai lavori che terminarono nel 1859.

Per finire, nel volume,  Carpenedolo nuova storia di Emilio Spada e Eugenio  Zilioli edito dal comune di Carpenedolo nel 1978


troviamo che, nel  1930, ebbe vita un reparto sanatoriale che durò qualche decennio;
a metà del secolo l'ospedale finì per mancanza di personale specializzato e di attrezzature e la casa fu convertita in luogo di ospitalità per persone anziane. Si pensò alla erezione di un nuovo fabbricato. Esistevano così in Carpenedolo due Enti che avevano come compito istituzionale assistenza agli anziani: il vecchio Ospedale declassato  che già svolgeva detta assistenza e l'ente «S. Maria del Castello». Nel 1974 i due enti si fusero e nacque il nuovo ente: Casa di Riposo S. Maria del Castello.



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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