PRASOMASO Sanatorio Umberto I - Ospedali d'Italia

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PRASOMASO Sanatorio Umberto I

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Sondrio

Dal volume : I sanatori popolari milanesi nel primo 25ennio 1910-1935 – Francesco Gatti - 1935

Il Sanatorio Umberto I ideato in origine per 100 letti, fu aperto agli ammalati il 29 luglio 1910 per 130 letti.
E’ a quattro piani sovraterra, dei quali soli tre destinati in origine agli ammalati ed il quarto ad alloggi del personale, a magazzeni ed al guardaroba centrale. Ma le continue domande di ricovero di malati obbligarono ben presto ad assegnare detto piano ad infermerie.
Trattandosi del primo ed unico Sanatorio Popolare in Italia, si accolsero ammalati di ambo i sessi.
Si ebbero per sezione sette camere ad un letto. Totale 14 camere ad un letto. Quattordici camere a due letti per sezione totale 28 letti per sezione, complessivamente 56 letti. Nove camere a 6 letti per la sezione maschile, nove per la sezione femminile a 6 letti ed una a quattro letti. Totale 54 letti nella sezione maschile e 58 letti nella sezione femminile. Quindi, sommando, 89 letti nella sezione maschile e 93 nella sezione femminile, un totale di 182 letti. Inoltre due camere di isolamento capaci anche di due letti, volte verso nord pei casi di malati che arrechino disturbo ai loro compagni di camera.
Le camere comuni erano in origine a 4 ed a 6 letti e la cubatura di aria era per ciascun ammalato di 30 m. al minimo aumentando sino ai 32,50 ed a 35 m. Ma sempre per la necessità di sopperire alle continue richieste si trasformarono le camere a 4 letti in camere a 6 riducendosi così la cubatura d'aria a 24 - 25 m. per letto. Le camere però sono ampiamente fenestrate e le finestre con vetro superiore a vasistas, per cui non manca mai un largo rinnovamento d'aria.
Le camere sono riscaldate a termosifone durante la stagione invernale; illuminate a luce elettrica comandata dall'esterno per impedire che gli ammalati la tengano accesa nelle ore destinate al riposo e al sonno.
Le camere sono servite da un ampio corridoio sul quale immettono le camere delle infermiere di guardia, i lavabi per i malati in camere comuni ed i W.C. Il secondo ed il terzo piano si prolungano in una veranda sovrastante quella del piano terreno che si mantiene all'infuori del padiglione per metri venti.
Un piano inferiore sotterraneo a nord, fuori terra a sud, per il declivio montano del terreno, compren-de, nella parte centrale libera dalle verande, i laboratori per le analisi chimiche, microscopiche e batteriologiche, la biblioteca medica ed inoltre le camere per gli esami radiologici o la sala del cinemato-grafo.
Davanti di questo piano stanno nel tratto corrispondente alle singole sezioni, le verande di cura, prolungantisi esse pure all'esterno per metri venti.
Dalla porzione centrale del Sanatorio si distacca verticalmente un padiglione contenente al piano terreno refettori per il personale, le dispense e posteriormente la cantina e le celle frigorifere: al primo piano invece, corrispondente al secondo del Sanatorio, la sala da pranzo, il tinello, la cucina, la di-spensa annessa alla cucina e gli apparecchi di lavatura delle stoviglie.

Sanatorio-scuola Giulia Gatti Rogorini


Completano l'impianto sanatoriale il Sanatorio-scuola pei fanciulli del quale la prima pietra fu posta nel settembre del 1924; aperto nel 1929 con 44 letti portati poi, con nuove costruzioni, a 100 fu de-dicato a Giulia Gatti Rogorini;
Non è un semplice Sanatorio ma un Sanatorio-scuola: per due ore, un'ora per volta, viene ogni giorno impartita l’istruzione elementare. Le lezioni nella stagione fredda sono tenute nell'aula del Padiglione; nell'estate in un capanno del bosco. All'insegnamento teorico si aggiunge qualche insegnamento pratico, ad esempio il giardinaggio; ogni fanciullo o fanciulla ha un'aiuola da coltivare. Ai malati maschi si insegna qualche altro lavoro manuale, alle femmine il cucire, il rammendare, il ricamare.
Ogni domenica, dopo la Messa, si permette una passeggiata.
A rendere lieto il periodo di isolamento montano nel Sanatorio, non mancano distrazioni per gli ammalati: la biblioteca, tanto nel Sanatorio degli adulti che in quello dei fanciulli, lo spettacolo cinematografico settimanale, l'audizione della radio a mezzo di apparecchi nelle varie sezioni dei due Sanatori.
Ampie finestre, con vetro superiore a vasistas danno luce o rinnovamento abbondante l'aria agli ambienti. I tre piani superiori sono destinati alle infermerie: un piano per i fanciulli, uno per le fanciulle ed uno pei piccoli pazienti dai 4 ai 5 anni pei quali non è necessaria una divisione assoluta per sesso, ma può essere limitata ad una metà del piano per ciascuno dei due sessi.
Gli usci delle infermerie periferiche sono muniti di un vetro superiore per il quale l'infermiera di notturna può ispezionare l'interno della camera senza svegliare i dormienti. Nel corridoio stanno gli armadi per le biancherie e gli abiti dei malati, le entrate dei locali di servizio; bagni, W.C. e lavabi individuali con rubinetti di acqua calda e fredda ed una guardaroba per il servizio dei piani.
Colpisce come il fanciullo subito si adatti e si affezioni all'ambiente; alle lacrime pel distacco dei pa-renti, subentra ben presto la gioia della vita all'aperto in comunione con altri fanciulli e le lacrime ricompaiono quando i pazienti (a fine di cura) devono lasciare l'Istituto e quelle pratiche che loro ren-devano gradevole il soggiorno.
Molti fanciulli arrivano al Sanatorio con le scarpe e calze rotte, cogli abiti logori, con una sola camicia e devono essere riforniti di abiti e biancheria.
I fanciulli ammessi al Sanatorio sono tenuti a letto per qualche giorno allo scopo di una severa osservazione delle loro condizioni fisiche, temperatura del corpo compresa. Se non si riscontrano elevazioni termiche e le condizioni del soggetto lo permettono, si lascia che il malato abbandoni il letto e faccia la cura del riposo all' aria libera in veranda, sulla sedia a sdraio. Man mano che la salute migliora, si permettono i giuochi, il frequentare la scuola, il prendere parte alle passeggiate, e l'accudire a lavo-ri adatti, sempre però sotto la medica sorveglianza ed in base all'orario sanatoriale.
Nei giorni festivi è sospesa la scuola, in luogo di questa ha luogo al mattino, dopo le pratiche religiose, una passeggiata seguita, poi, da riposo in veranda, sino alle 11,45. Nel pomeriggio: ricreazione o qualche trattenimento speciale.
Durante la ricreazione è assolutamente vietato ai fanciulli di gridare, di cantare e fischiare, di darsi a corsa sfrenata.
Sono giuochi proibiti quelli che richiedono uno sforzo fisico appena un pò eccessivo e contrario a quel riposo relativo che è necessario alla cura. Sono quindi proibiti: la corsa, il salto, il giuoco del cal-cio alla palla ed in genere tutti i giuochi maneschi e di lotta contrari a quella gentilezza d'animo che deve essere virtù nel fanciullo.
Sono permessi invece il volante, il giuoco della palla con racchetta, il croquet, il tennis, ed i giuochi che in genere non richiedano eccessivo sforzo muscolare.
Per la crisi economica avviene che vari bambini, a fine di cura non vengono ritirati dai loro genitori, perché privi dei mezzi pel viaggio; essi vengono affidati a qualche ammalato adulto che lascia il Sanatorio perché li rimettano alle rispettive famiglie e il Sanatorio ne paga quindi le spese.
Nel 1921 viene acquistata, per trasportare i pazienti dalla stazione di Sondrio al sanatorio, l’ambulanza di tipo militare di tipo Fiat 15 ter, con la scritta “Sanatorio Popolare Umberto I”.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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