VENEZIA Ospedale geriatrico Giovann Battista Giustinian - Ospedali d'Italia

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VENEZIA Ospedale geriatrico Giovann Battista Giustinian

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Il Ricovero dei malati cronici sorto per volontà della contessa Elisabetta Michiel ved. del Co. G. B. Giustinian, era destinato alla cura ed al mantenimento dei malati cronici poveri veneziani.
Alla costruzione si provvide, in notevole parte, colle rendite accumulatesi durante lunghi anni di attesa, ma intaccando altresì una cospicua porzione del patrimonio cosicchè in origine l'Opera Pia disponeva di mezzi molto limitati ed affatto insufficienti per raggiungere il proprio fine. L'aiuto indispensabile per poter aprire l'Istituto venne dal Comune di Venezia sotto forma di una prima convenzione per la quale esso si impegnava di mantenere 200 cronici colla retta giornaliera di L. 1,20.
Fu possibile così nel 1909 aprire il Ricovero. Ben presto però gli effetti economici di una retta così esigua costrinsero l'Amministrazione a far sospendere gli accoglimenti del Comune promovendo pratiche per ottenere dallo stesso migliori condizioni.
Il problema finanziario è stato sempre fino dal primo anno di funzionamento la costante preoccupazione degli Amministratori, che in proseguo di tempo e non senza fatica, riuscirono a far meglio adeguare la retta comunale all'altezza dei prezzi e dei salari, consolidando così il bilancio. Ma sul principio le esigenze dello stesso, malgrado le migliorie conseguite dal Comune, erano così imperiose da indurre gli Amministratori ad istituire la categoria dei dozzinanti: dapprima con rette di 2 a 3 lire, suc-cessivamente con rette maggiori fino a raggiungere i massimi  di L. 18 per la prima classe e di L. 15 per la seconda.
Per varie considerazioni, ma più di tutto per ridargli la sua tipica ed esclusiva fisionomia di Istituto per poveri, il Consiglio, non appena ripresa la sua antica autonomia col distacco dalla Congregazione di Carità, dalla quale l'Opera Pia provvisoriamente era amministrata, volle fosse sospesa l'accettazione di nuovi dozzinanti nel Ricovero Cronici.
La questione dei dozzinanti rimaneva insoluta, anzi aggravata dopo la deliberata sospensione degli accoglimenti: si presentavano quindi la necessità e l'urgenza di affrontare il problema in pieno, tanto più essendo profondamente sentito in città il bisogno di un Ospizio che provvedesse alla cura ed al ricovero di persone non povere, ma che, pur essendo provviste di mezzi più o meno largamente, non siano in grado di sopportare le altissime rette delle Case di cura e non trovino presso le relative fami-glie o gli estranei la possibilità di una appropriata assistenza. A colmare questa grave lacuna nel campo assistenziale e per raggiungere il fine di separare nettamente i dozzinanti dai ricoverati poveri fu decisa la costruzione di un apposito padiglione pei dozzinanti.
Con ciò non solo si risolve il problema dal lato assistenziale, ma oltre ad assicurare l'interesse del capitale investito si procura un vantaggio alla beneficenza pei cronici poveri.
Il nuovo padiglione ha una configurazione a U e ciò per sfruttare meglio il terreno ed anche per favorire le migliori disposizioni dei locali:
E' capace di 50 letti dei quali 20 per la prima classe e 30 per la seconda.
L'assistenza  era affidata alle suore Elisabettiane.

Fonte: Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano, Medici Domus, 1941



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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