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PAOLA Ospedale civile

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Nella mia ricerca mi sono imbattuto nel testo: “Giancarlo Mantuano - Un piccolo, grande ospedale – Luigi Pellegrini editore, Cosenza 2015 “ e, come mia prassi, ho cercato l'autore per chiedere la collaborazione nella stesura di una scheda sulla storia dell'Ospedale di Paola.
Non è sempre facile trovare i riferimenti dell'autore ma, tramite la mediazione dell'Ordine dei Medici di Genova, sono stato contattato dal Dott. Mantuano paolano doc, medico internista e cardiologo, che ha lavorato dal 1970 al 1986 presso l'ospedale di Paola prima di trasferirsi a lavorare a Genova dove ha lavorato in ambito clinico-ospedaliero e libero/professionale fino al pensionamento che, appreso la finalità del progetto, prontamente mi ha inviato la scheda riportata.
Naturalmente si tratta di un “flash” di un volume di oltre 300 pagine che invito a leggere.


 E' antica e ampiamente  documentata la tradizione ospedaliera della città di Paola: risale al 1100 circa, infatti, la presenza di monaci-medici presso il complesso di Santa Maria di Josaphat (oggi denominato “Badia”) localizzato in contrada Fosse, nella parte sud della città.  Nel secolo XIV erano presenti in zona i monaci Antoniani, facilmente identificabili per una grande “Tau” azzurra cucita sul petto, vicino al cuore, particolarmente esperti nella cura dell'Ergotismo. Nel 1500 è documentata la presenza di una infermeria presso il convento dei Cappuccini (oggi sede cimiteriale) e nel secolo XVII  vi erano ben due ospedali delle Confraternite, quella dell'Immacolata e quella di San Giacomo, ospitati nei quartieri omonimi.  Nella seconda metà del 1800, dopo l'Unità d'Italia, era ben funzionante l'Ospedale Distrettuale, direttamente dipendente dal Medico provinciale di Cosenza,  situato nel complesso conventuale di sant'Agostino (attuale sede del Municipio) che fu chiuso definitivamente verso la fine degli anni trenta del '900 per motivi non conosciuti. Da allora, e per oltre 30 anni, gli abitanti di Paola e di tutto il territorio del Tirreno cosentino, da Praia a Mare fino ad Amantea (circa 100 km), furono privi di una adeguata assistenza ospedaliera e, quindi, costretti a percorrere diversi chilometri per recarsi all'ospedale dell'Annunziata di Cosenza in caso di necessità.   
 L'idea, a lungo coltivata, della costruzione di un ospedale fu realizzata da un imprenditore edile, Emilio Carnevale, già podestà durante gli anni della guerra e poi sindaco di Paola, nei primi anni cinquanta del secolo scorso.
 Si racconta che un giorno (probabilmente nell'anno 1950) a bordo della sua macchina trasportava con urgenza un bambino affetto da peritonite acuta da Paola all'ospedale di Cosenza; un percorso di circa due ore che però il piccolo paziente non riuscì a sopportare e, a metà strada, nei pressi del valico Crocetta, l'autista fu costretto a tornare indietro per riportarlo a casa, morto. Anche a causa di questa triste esperienza, proseguì nella sua idea e, supportato dalle forze politiche locali, anche di opposizione, dai sindacati, dal clero, dalla popolazione tutta, e utilizzando le sue buone conoscenze in sede ministeriale, a Roma, riuscì ad ottenere un adeguato finanziamento per la realizzazione del primo lotto dell'ospedale. La sede per la costruzione fu individuata in località Promintesta, sul luogo dell'antico cimitero, realizzato all'inizio del secolo XIX al di fuori della città secondo l'editto napoleonico di St. Cloud (1806).  I lavori per la costruzione dell'ospedale iniziarono nel 1953-54; la continua bonifica dell'area cimiteriale, la necessità di nuovi finanziamenti e altri imprevisti di natura burocratica e/o amministrativa ritardarono di molti anni la conclusione dei lavori. Finalmente, il 6 aprile 1970 l'ospedale fu inaugurato, realizzandosi così un sogno lungamente atteso dagli abitanti della città di Paola e di tutto il litorale tirrenico cosentino. Solo alcuni anni più tardi furono realizzati gli ospedali di Cetraro (1974) e di Praia a mare (1976), situati sulla stessa fascia tirrenica.
 Nel 1980, all'iniziale complesso edilizio, fu aggiunto un secondo corpo più moderno e avente struttura a monoblocco, per cui furono più che raddoppiati i posti letto; e quindi, oltre la Direzione sanitaria e i reparti di Medicina, Chirurgia generale, Ostetricia e ginecologia, Ortopedia e Pediatria e i servizi di Anestesia e rianimazione, Pronto soccorso, Centro trasfusionale, Radiologia, Laboratorio analisi e Farmacia,  furono aggiunti nel corso degli anni successivi la Cardiologia con Unità coronarica, la Nefrologia con Emodialisi, l'Oncologia medica, il Centro di Oftalmologia sociale, la Dietetica ospedaliera e le consulenze di Istocitopatologia e di Epatologia.
  Il personale medico, inizialmente composto in prevalenza da medici provenienti da altri ospedali e centri universitari, fu in breve tempo integrato da valenti professionisti locali: la presenza dell'ospedale, infatti, costituì un forte stimolo per gli studenti paolani  verso gli studi universitari di Medicina al punto che la città di Paola è stata definita   “Una città di medici” (v. Bibliografia)
 Alla formazione del personale infermieristico ha contributo negli anni successivi la Scuola per infermieri professionali e caposala realizzata presso lo stesso ospedale di Paola; nel corso dei suoi circa trenta anni di vita, ha conferito  il diploma a ben 1894 professionisti, compresi puericultrici, fisioterapisti, operatori tecnici assistenziali e socio-sanitari. Se consideriamo che oggi questa indispensabile formazione professionale viene svolta a livello universitario, è facile comprendere quanto sia stato importante ai fini sociali e lavorativi il valore di questa benemerita Scuola.
 Ma forse il primo, determinante impulso alla partenza dell'attività ospedaliera fu dato dalla presenza, fin dai primi giorni, delle Suore di Carità di Maria Bambina provenienti dalla loro sede centrale di Milano: tutte esperte infermiere, con umiltà e carità cristiana hanno lavorato nell'ospedale di Paola contribuendo fra l'altro alla formazione di altri infermieri locali. Si racconta un curioso aneddoto: quando il primo Direttore sanitario, il chirurgo professor Antonino Ruggeri, si recò dalla Madre Generale dell'Ordine per chiedere la collaborazione delle suore, si sentì chiedere: “Scusi professore, ma dove si trova Paola ?”  lui rispose: “Madre, è in Calabria, ma faccia conto di mandare le sue sorelle in missione in Africa”. Dopo pochi giorni le suore cominciarono ad arrivare a Paola, dove sono rimaste per oltre trenta anni. Da alcuni anni sono state trasferite in altri luoghi dove più è necessaria e urgente la loro opera missionaria; i giardini del grande piazzale d'ingresso all'ospedale sono stati intitolati alle “Suore di Carità di Maria Bambina”. Inizialmente definito come “Ente ospedaliero” (Legge Mariotti 1968), l'ospedale fin dall'inizio è stato intitolato a San Francesco di Paola; nato nella stessa città nel 1416 e morto a Tours alla corte dei re francesi nel 1507, taumaturgo per eccellenza, è il santo protettore della città di Paola, della Calabria e di tutta la gente di mare d'Italia. Seguendo nel corso degli anni i cambiamenti legati alle varie  normative nazionali in materia di assistenza sanitaria, l'ospedale ha rappresentato fin dalla sua nascita un importante punto  di riferimento di tutto il Tirreno cosentino afferente alla Unità sanitaria locale n° uno della Calabria e, più di recente, fa parte della rete ospedaliera dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.  

Bibliografia:
Giancarlo Mantuano: Un piccolo, grande ospedale – Luigi Pellegrini editore, Cosenza 2015
Giancarlo Mantuano: Una città di medici – Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 2018
Francesco Valitutti:  Memorie – Tipolitografia Gnisci , Paola (CS) 2008
Francesco Valitutti: Paola, prima e dopo – Tipolitografia Gnisci, Paola (CS) 2009

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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