RIMINI Ospedale San Giuseppe per Aiuto Materno e Infantile - Ospedali d'Italia

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RIMINI Ospedale San Giuseppe per Aiuto Materno e Infantile

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Il contenuto della scheda proviene dal sito " Romagna Gazzette il quotidiano online della Romagna " pubblicato il 25/8/2010 a firma della redazione


http://www.romagnagazzette.com/2010/08/25/la-storia-di-un-valore-dallaiuto-materno-alla-san-giuseppe/


Chi non conosce l’Aiuto Materno e Infantile a Rimini e dintorni? Un’istituzione che ha segnato il panorama riminese sul doppio binario sanitario (la Maternità attiva fino al 1970 e l’Ospedalino dei Bambini chiuso nel 1985) e socio-educativo (l’Istituto San Giuseppe divenuto Fondazione dal 2003).
L’Opera Pia San Giuseppe per l’Aiuto Materno ed Infantile nasce a inizio Novecento su impulso del pediatra riminese prof. Antonio Del Piano, strenuo sostenitore della necessità di combattere la piaga della mortalità infantile allora altissima nei brefotrofi che accoglievano i figli illegittimi nati fuori dal matrimonio che le madri erano costrette ad abbandonare subito dopo la nascita.
Per iniziativa di 358 fondatori (in gran parte donne) e grazie alla benefattrice Nobildonna Isabella Soleri, suora di Carità, nel Palazzo Soleri nasce un istituto per l’assistenza materno-infantile.
In breve tempo Del Piano riesce a ridurre drasticamente la mortalità tra i piccoli trovatelli limitando al massimo il loro affidamento a balie mercenarie (il baliatico); con un approccio innovativo Del Piano incentiva le madri a riconoscere i figli e dà loro assistenza e nutrimento perché possano allattare il bambino al seno. Una vera rivoluzione in quegli inizi di Novecento, quando non solo essere ragazza madre era uno scandalo e un tabù ma si dava ben poca attenzione alla salute della donna e dei bambini (poveri rejetti), specie dei trovatelli.  Si dovrà infatti arrivare al 1938 per avere una divisione pediatrica nei grandi ospedali e ancor più tardi si svilupperà la dovuta attenzione alla gravidanza, al parto e alla prevenzione e cura dell’infanzia.  Invece Del Piano istituisce anche un sistema di vigilanza sullo sviluppo dei bambini, sia a domiciliare che ambulatoriale, veri e propri bilanci di salute periodici.
Nel 1930 nasce la Sala Maternità per donne povere; ben presto diventerà ambita anche dalle signore bene.
Nel 1966 viene inaugurato il nuovo reparto pediatrico ‘Bronzetti’ (dal nome dei benefattori), meglio noto come Ospedalino, che diviene un importante polo di cure per la pediatria e la neonatologia. Ha un Centro Immaturi all’avanguardia e moderne innovazioni come la presenza della mamma in ospedale accanto al bambino, il collegamento con le maggiori cliniche universitarie, servizi diagnostici e ambulatori specialistici.
Nel 1970 viene qualificato a Ospedale Provinciale Specializzato e si arricchisce delle specialità di Neuropsichiatria e Psicologia Medica Infantile.
Nel 1974 cominciano segnali poco incoraggianti sul futuro. Come tutti gli altri nosocomi, infatti, nel 1970 viene inglobato nella sanità regionale rientrando nella programmazione sanitaria pubblica che, con il Primo Piano Sanitario (1981/1983), prevede per Rimini un’unica pediatria all’Ospedale Infermi. Questa scelta è molto dibattuta e osteggiata da più parti con raccolte di firme, aspri dibattiti e prese di posizione politiche che, tra ricorsi e sospensive, si trascina fino al 1985 quando l’Ospedalino chiude. Il personale, pediatri compresi, viene trasferito tra l’Ospedale di Rimini e quello di Cattolica mentre la Neuropsichiatria Infantile, dopo ulteriori battaglie, nel 1988 ottiene una Sezione autonoma all’Infermi.
La parte assistenziale del San Giuseppe (Ipab dal 1915) si stacca dalla parte ospedaliera nel 1970 trasferendosi nella sede della ‘Casa del Marinaio’. Le suore passano il testimone al personale laico che vive il profondo dibattito culturale post Sessantottino fino al superamento del classico modello di istituto e alla nascita delle attuali comunità educative a dimensione familiare  (la deistituzionalizzazione).
Nel 2003 il San Giuseppe assume la veste giuridica di Fondazione di diritto privato e affida alla Cooperativa Sociale Il Millepiedi la gestione operativa delle strutture socio educative, eccetto il Centro diurno ‘La sorgente’ per l’handicap grave che tuttora è a gestione diretta.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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