BAGOLINO Ospedale-ricovero San Giuseppe - Ospedali d'Italia

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BAGOLINO Ospedale-ricovero San Giuseppe

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Il contenuto della scheda è tratto dal link istituzinale dell'odierna Fondazione Beata Lucia al link:

https://www.beatalucia.it/storia-della-comunita-si-intreccia-con-spiritualita-vocazione.php


Suor Lucia giovane donna piena di mistico ardore, di slanci di carità e di indomabile volontà, monaca dell’Ordine dei Servi di Maria, fondò in Bagolino un monastero dedicato a S. Maria delle Grazie e fu poi annoverata tra i Beati dell’Ordine.  Fin dalla prima metà del ‘500, la gente di Bagolino ha creduto nelle virtù della Religiosa sostenendo il monastero che divenne parte non secondaria della vita religiosa e civile della comunità e che dopo la sua soppressione fu adibito a scuola, ad ospizio per bisognosi, ad ospedale militare, ad ospedale – ricovero, a casa di riposo fino alla sua attuale destinazione di Residenza Sanitaria per Anziani. Trovandosi il convento in località montana a quei tempi particolarmente disagiata, ebbe subito difficoltà economiche e morali. Alle difficoltà economiche sopperì di continuo la carità del Comune. Le difficoltà morali si manifestarono con le lungaggini poste dall'autorità religiosa di Trento nel riconoscere il convento (l'erezione canonica del monastero avvenne solo nel 1541). Dai documenti in nostro possesso sappiamo che le monache godettero di una discreta tranquillità e autonomia economica fino a quando, intorno al 1760, arrivò dalla Curia di Trento la proibizione di continuare le tradizionali questue, questo unito alle crescenti carestie e la decadenza di Venezia dove le suore trovavano generosi benefattori, resero critica la sopravvivenza del monastero bagosso. Un terribile incendio accaduto a Bagolino nella notte del 30 ottobre 1779 fece più di 600 vittime e consumò quasi interamente il paese, obbligando le monache a trasferirsi a Gavardo. Il Senato veneto e il Comune di Bagolino si prodigano per la ricostruzione del paese e del convento e nel settembre 1780 quindici stanze erano nuovamente agibili, ma le suore si mostrarono ritrose a tornare nella località montana, nel 1791 era presente solo una monaca, come custode.  Nel settembre del 1795 il vescovo di Brescia dispone il ritorno delle monache a Bagolino  applicando la severa regola di clausura. La rivoluzione giacobina del 17 marzo 1797 porta la soppressione del convento. In nome del Sovrano Popolo Bresciano il Governo Provvisorio dietro il rapporto del Comitato di vigilanza decreta che: 1) il convento delle Monache di Bagolino resti soppresso;  2) Che il convento stesso e le rispettive entrate siano destinate parte in aumento ai fondi per l'erezione delle scuole primarie e parte per l'aumento del povero ospitale colà esistente.  Questo segna la fine del convento come struttura di clausura. Dal 1785 una parte del convento, bruciata nell'incendio di sei anni prima, fu riparata per alloggiare gli assistiti della Schola di Carità, istituto che in varie forme e nomi esisteva a Bagolino fin dal XV secolo, a cui venne dato il nome di Pio Ospitale dei poveri e con la soppressione del monastero venne sistemata nell'immobile anche la direzione del Pio Luogo di Carità, trasformandolo in centro per salute, assistenza e istruzione. Nel 1807 il Pio Ospitale raccoglieva nove ricoverati e il costo era valutato in sei centesimi a ospite al giorno. Nonostante vari lasciti e legati testamentari, le disponibilità economiche andarono via via diminuendo, lasciando spazio a " carenze gravi, disordine, incongruenze [...] promiscuità diseducativa grave a diversi livelli, ozio assoluto, mancanza di direzione del personale [...]."  Nel 1891 si  diede il via alle opere di recupero, fu portata l'illuminazione elettrica, rinnovato il mobilio e le lingerie. Messo in ordine il fabbricato si pensò al miglioramento dell'assistenza "e  si deliberava di chiamare alla direzione di questa Pia Casa le Ancelle della Carità. Con calorosa accoglienza il 22 aprile 1895, accompagnate dalle autorità, quattro suore presero in carico le seguenti opere: 1) Ricovero vecchi 20 tra donne e uomini; 2) Ricovero bambini 10 tra bambini e bambine;  3) Ammalati circa una decina.  Grazie alla presenza delle Ancelle e alla saggia amministrazione il numero dei ricoverati e ospiti che era sempre stato di circa 23 persone, diventava nel 1897 di 41 persone e nel 1898 di 45 persone.  Il 9 luglio 1898 un ricoverato per vendicarsi di essere stato ripreso, diede fuoco al ricovero, andarono distrutte le due ali a ponente e a mezzogiorno che vennero ricostruite assieme al tetto, furono nell'occasione ampliati i locali e costruiti bagni e docce. L'attività ospedaliera trovò nei rinnovati locali nuova espansione. In circa cinque anni, dal 1949 al 1955 il reparto di medicina ospitò 117 degenti, quello di chirurgia 372 e ostetricia 40. Inoltre, vennero attrezzati un moderno ambulatorio, un gabinetto radiologico, una sala parto ed un consultorio. Il 22/01/1955 con Decreto n. 139 l’Ospedale-Ricovero S. Giuseppe venne eretto in ente morale. Negli anni successivi, furono potenziati i servizi sanitari con la nomina di un consulente in chirurgia e l’attivazione del reparto di otorino-laringoiatria. Nel 1960 venne costruita la strada di accesso all'ospedale, (fino ad allora vi si accedeva attraverso una grande scalinata, in parte tuttora presente); nel 1969 vennero sistemati alcuni locali di degenza e della cucina; nel 1974 vennero messi in opera lavori di consolidamento dell'immobile. Seguì la ristrutturazione di alcuni piani dell’edificio con la realizzazione di camere a due posti letto e di servizi igienici (per l’accoglienza di un centinaio di degenti). Infine si provvedeva alla sistemazione dell’area esterna a nord del fabbricato, alla revisione generale del tetto ed all'installazione di un monta lettighe e di un ascensore. Nel 1978 all'Ospedale Ricovero S. Giuseppe, come era chiamato, nasce l'ultimo bambino. L'avvento della riforma sanitaria nazionale pone fine all'importante esperienza ospedaliera e il convento diventa Casa di Riposo, segue una grande ristrutturazione per adattarlo a tale esigenza. Nel 2004, a seguito della Legge Regionale 1/2003, che definitivamente abolisce le I.P.A.B. istituite nel 1869 dal Crispi, si procede con la trasformazione giuridica da I.P.A.B. a Fondazione O.n.l.u.s. con conseguente modifica dello statuto e della denominazione nell'attuale Fondazione Beata Lucia Versa Dalumi – O.N.L.U.S.

 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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