PONTEVICO Ospedale Gorno Ruffoni ora Hospice - Ospedali d'Italia

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PONTEVICO Ospedale Gorno Ruffoni ora Hospice

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Da: L’Ospedale generale di zona di Pontevico per il 130° anniversario di fondazione a cura dell’Amministrazione dell’Ospedale di Pontevico - 1973



L'Ospedale di Pontevico ha compiuto, nel 1972, 130 anni; tanti se ne sono appunto contati dal 23 ottobre 1842, data d'apertura ufficiale dell'istituzione. Opera Pia, sorta e realizzata dalla « Commissione degli Oblatori ». L'avvenimento fu suggellato dalle semplici e suggestive parole fatte scrivere sulla facciata dell'edificio: I PRESENTI - RICORDANO AI FUTURI - CHE LA CARITÀ CITTADINA - APRÌ QUESTO PIO STABILIMENTO - IL GIORNO XXIII OTT. MDCCCXLII. Fondatrice benemerita dell'istituzione era stata la nobile Caterina Gorno da Brescia, divenuta Pontevichese per le sue nozze con Orazio Ruffoni. Occorre ricordare che nel giugno del 1836 aveva fatto la sua funesta comparsa a Pontevico il colera; fu perciò avvertita l'impellente necessità di una istituzione locale capace di assicurare, anche per il futuro, un'assistenza sanitaria efficace e compiuta. Sensibile a tale necessità, la Gorno Ruffoni fece stendere, il 9 novembre del medesimo anno 1836, un « Atto di donazione », con il quale veniva destinata all'erigendo Ospedale la cascina «Mesa », le cui rendite dovevano essere accumulate fino al raggiungimento della somma sufficiente per l'acquisto di un edificio atto allo scopo; a tale donazione si aggiunsero poi i legati predisposti dalla nobildonna con il suo testamento dell'8 marzo 1838.  In una delle posizioni migliori del paese già il nobile Lorenzo M. Scazza da Cremona aveva acquistato un gruppo di case, con l'intenzione di destinarle ad uso di ospedale; morto lo Scazza, la proprietà era passata al di lei marito, il nobile Giuseppe Visconti. Allora, per dare pronta attuazione alle disposizioni della Gorno Ruffoni, gli esponenti delle famiglie più notabili di Pontevico si misero in contatto con il Visconti e  il 21 giugno 1841 (dopo alcune traversie legali tentate dagli eredi)  poté essere steso l'atto pubblico di compravendita di una casa ad uso ospedale; ma già nei primi mesi del 1838 la « Commissione degli Oblatori » aveva dato l'avvio ai lavori di adattamento e di miglioramento.  Il 1° aprile del medesimo anno 1838 era venuta a mancare la nobile Fondatrice, che non poté così vedere il sorgere dell'opera da lei tanto caldeggiata. Sepolta dapprima nel cimitero locale, la sua salma venne traslata, nel 1924, all'interno dell'Ospedale, che appunto in sua memoria aveva assunto la denominazione di «Ospedale Civile Gorno Ruffoni ». L'erezione della fabbrica proseguì abbastanza speditamente, nonostante il sopravvenire d'accidenti anche gravi, come il crollo del loggiato nell'ottobre 1838, in seguito al quale si dovette far eseguire un nuovo progetto. In una riunione tenuta il 12 aprile 1839 la Commissione deliberò anche i passi da compiere per ottenere il riconoscimento dell'«Imperial Regio Governo», sia per l'istituzione che per i legati e le donazioni già avvenute e destinate a venire. La lista dei benefattori si andava allungando, mentre gli stessi proprietari del Comune offrivano materiali ed uomini per accelerare la costruzione. Nel settembre 1841 la fabbrica era ultimata.  Un anno occorse ancora per le rifiniture e l'arredamento, e per le pratiche formali inerenti alla sua apertura. Questa fu approvata con Decreto 31 gennaio 1842 dell'«Imperial Regio Governo» di Milano; ed il 23 ottobre del medesimo anno avvenne, come s'è detto, l'inaugurazione ufficiale.  L'istituzione comprendeva in origine due Infermerie, una per gli uomini ed una per le donne, divise fra di loro dalla Cappella, ed un piccolo impianto di bagni. Col passare del tempo, essa cominciò a rivelarsi ristretta ed inadeguata. Si avvertì quindi la necessità di provvedere via via ad acquisti, ampliamenti e migliorie, che permettessero la realizzazione di strutture e di servizi più efficaci e confortevoli. Ciò fu reso possibile dalle donazioni e dai lasciti, specialmente di privati, che si susseguirono con significativa continuità.  Una necessità particolarmente sentita era quella della fondazione di un Reparto Maternità, nel quale potessero essere assistite le partorienti più povere. Finalmente, agli inizi del 1935, dopo lavori di adattamento opportuni, sorse il tanto auspicato Reparto, dotato d'impianti accurati e di riscaldamento, al primo piano, mentre al piano terreno fu dislocato l'Ambulatorio aperto al pubblico.   Cinque anni prima, nel 1930, l'Ospedale era stato fornito di un impianto di riscaldamento con termosifoni; impianto esteso, l'anno dopo, anche allo stabilimento di bagni e docce, che venne ampliato con l'aggiunta di servizi igienici.  Per il 1843 si trova registrato il permesso per l'assistenza ad un numero oltremodo esiguo di ammalati: 10 l'anno. Per il 1859 un'interessante nota segna i nomi di 106 soldati ricoverati, per diversi mesi, dopo la famosa battaglia di Solferino e S. Martino; dovettero essere occupati i corridoi e lo stesso porticato, data l'insufficienza delle Infermerie. Per il 1866 è notata la degenza di 103 soldati italiani; e fino al 1875 sono segnalati ricoveri di militari, in dipendenza dell'Ospedale Militare di Brescia. Nel 1882 fu creata la Seconda Infermeria per gli uomini; la capacità dell'Ospedale fu così portata a n. 35 letti.
Nel 1938 fu istituito un Gabinetto d'analisi, ed entrò in funzione il servizio di autolettiga.  Subito dopo l'approvazione regio-imperiale del 31 gennaio 1842, l'Amministrazione aveva deciso di affidarne il regolare andamento alle «Figlie della Carità» dell'Istituto di Lovere, fondato dalla Beata Bartolomea Capitanio; il 17 ottobre del medesimo anno 1842 giunsero due Suore. Nel 1858 fu aggiunta una terza Suora, ne 1878 fu richiesta una quarta Suora, che subito venne concessa. Il numero delle Religiose salì a cinque nel 1912, per l'aggiunta di una Sorella con funzioni di aiuto-cuciniera, ed infine a sei nel 1914.  Una tappa importante nell'evoluzione dell'Ospedale di Pontevico è rappresentata dal Decreto 15 novembre 1952, n. 64364, che stabilì la classificazione della «Infermeria acuti Gorno Ruffoni» ad «Ospedale di 3a categoria».  Con il Decreto del Presidente della Repubblica 31 ottobre 1968, n. 1653, è stato dichiarato «Ente Ospedaliero».
Parallelamente a questa significativa evoluzione, sono state proseguite ed intensificate le opere di miglioramento strutturale e funzionale, grazie alle quali l'Ospedale è giunto a livelli d'efficienza veramente notevoli, che per certi aspetti possono essere definiti d'avanguardia. Tali migliorie sono illustrate in maniera particolareggiata nella descrizione dell'attività dei singoli reparti riportate nel volume.  Ad oggi non ho trovato ulteriori notizie relative alla sua chiusura o riutilizzo da parte delle strutture sanitarie di zona.





 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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