PAVIA Ospedale policlinico San Matteo - Ospedali d'Italia

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PAVIA Ospedale policlinico San Matteo

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Le notizie storiche riportate in scheda provengono dal sito istituzionale pubblico del Policlinico all'URL


http://www.sanmatteo.org/site/home/il-san-matteo/chi-siamo-storia-principi/storia.html


La fondazione dell’hospitale magnum Sancti Mathei sive de la Pietate ad opera dei soci della omonima confraternita laicale, rappresenta un caposaldo nella storia dell’assistenza e si presenta come atto di superamento del sistema ospedaliero medievale.
L’ospedale ‘grande’ di San Matteo o della Pietà – la cui prima pietra fu posta il 29 giugno 1449 – fu realizzato, su sollecitazione di Domenico da Catalogna, frate domenicano e con il pieno appoggio dell’autorità laica ed ecclesiastica, da una confraternita laicale costituitasi nel dicembre 1448 che vedeva, accanto ai membri di famiglie nobili, la presenza massiccia della ricca borghesia pavese intenzionata a farsi carico del problema dell’assistenza in sintonia con il movimento di laicizzazione che si era venuto affermando a partire dal secolo XIV.
L’ospedale fu intitolato a San Matteo perché sorse là dove era ubicato il monastero benedettino di San Matteo soppresso da papa Nicolò V nel settembre del 1449. Era detto anche ospedale della Pietà per sottolineare che la pietas, intesa come amore verso il prossimo, doveva essere il principio ispiratore della attività svolta al suo interno. Lo schema iconografico della Pietà nella versione che rappresenta il Cristo morto in atto di ergersi a mezza figura dal sarcofago, è stato nei secoli – e lo è ancora oggi – il simbolo dell’ente ospedaliero, a testimonianza che lo spirito cristiano e la carità evangelica che hanno guidato Domenico da Catalogna alla fondazione dell’Ospedale, ben si incontrano e si integrano con le motivazioni filantropiche laiche e con le conquiste tecnologiche dei tempi moderni.
Il nuovo ente si rapportava direttamente all’autorità pontificia e, superando il legame con la Chiesa locale, poteva godere di una grande libertà d’azione. L’Ospedale era infatti esente dalla giurisdizione vescovile per disposizione di papa Nicolò V che, con bolla del 13 settembre del 1449, ne decretava anche e tra l’altro la protezione perenne della Santa Sede, l’esenzione da ogni imposizione fiscale, le indulgenze ai soci della confraternita e ai morenti nell’Ospedale. Del raccordo diretto con la Santa Sede fu intrepido assertore e pugnace interprete lo stesso fra Domenico. Altri momenti confermano l’attenzione della Chiesa di Roma verso il nostro Ospedale. Se ne ricordano i più significativi protagonisti: insieme a Nicolò V, Pio II, Paolo II, Sisto IV, Alessandro VI, Leone X, Clemente VII, Gregorio XIII, Clemente VIII che hanno voluto concedere sempre all’ente nuovi e migliori privilegi e favori tanto da poter sostenere che l’Ospedale è nato e cresciuto sotto la protezione della Santa Sede. Ma anche il vescovo di Pavia, alla cui giurisdizione l’ ente era stato sottratto per disposizione pontificia, aveva inteso sostenere il nuovo ospedale elargendo, in più di una occasione, privilegi importanti soprattutto relativamente alle indulgenze ai benefattori e alla destinazione dei beni da devolvere in suo favore.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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