CASSANO MAGNAGO Ospedale S. Andrea ora RSA - Ospedali d'Italia

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CASSANO MAGNAGO Ospedale S. Andrea ora RSA

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Varese



Il contenuto della scheda proviene integralmente dal testo:   Cassano Magnago la nostra storia a cura di Marco Pippione edito dal Comune di Cassano Magnago 2002
Ringrazio l’Amministrazione comunale per la condivisione dei contenuti.

Il 24 settembre 1896 veniva inaugurato l'Ospedale Sant'Andrea.
Ciò fu reso possibile dalla generosità del sacerdote Andrea Buttafava che, morto nel 1889, aveva disposto un cospicuo lascito a favore del Comune, donando il terreno e finanziando la costruzione dei primi due padiglioni.
Il futuro ospedale doveva essere costruito a cura dell'Amministrazione comunale entro cinque anni dalla morte del testatore, pena il passaggio dell'intero legato all'Ospedale di Gallarate e, in caso di ulteriore inadempienza, agli eredi Buttafava. Fra costoro e il Comune sorsero presto liti e discussioni circa le somme dovute alla Municipalità all'atto dell'accettazione dell'eredità, con palesi atteggiamenti ostruzionistici e dilatatori da parte di alcuni eredi.
Ad ogni modo fra il 1893 e il 1894 l'edificio venne realizzato: il corpo principale, a pianta rettangolare su due piani, fu destinato agli ambulatori medici, collegato da corridoi e sale di attesa al corpo delle camerate posto sul retro, anch'esso a pianta rettangolare e su un solo piano, suddiviso in reparti maschile e femminile.
Per disposizione statutaria, il parroco pro tempore di San Giulio doveva dirigere l'ente, con diritto di nomina del personale, d'intesa con la Congregazione di Carità, emanazione del Consiglio comunale; inoltre un esponente della famiglia Buttafava faceva stabilmente parte nel Consiglio di Amministrazione, i restanti membri erano nominati dalla Congregazione di Carità.
Si trattava di un piccolo nosocomio e all'inizio i posti letto furono solo una dozzina. Il personale era costituito dal direttore, un altro medico come aiuto, un'infermiera, un segretario e la portinaia. Assistevano i malati alcune suore di Santa Maria Bambina, poi sostituite dalle suore di Carità di Santa Croce, mentre il clero di San Giulio garantiva la cura spirituale e l'ufficiatura dei riti religiosi presso la cappella interna.
Ben presto, però, emersero serie difficoltà di natura economica e finanziaria nella gestione ordinaria dell'ospedale, rispetto cui i modesti contributi comunali risultarono ampliamente insufficienti. La situazione migliorò solo a partire dal 1943, allorché Giulio Brusadelli, noto industriale e generoso benefattore, destinò una sostanziosa somma per la costruzione di un nuovo padiglione.
L'anno seguente il ruolo del parroco di San Giulio venne ridimensionato dalle autorità fasciste che lo ridussero a semplice membro del Consiglio di Amministrazione, nonostante i ricorsi presentati da don Luigi Gadda; solo nel gennaio 1948 si ritornò alla situazione originaria.
Il periodo successivo fu il più felice della storia dell'ospedale, che venne ingrandito un paio di volte: ai reparti di medicina e geriatria, si aggiunsero la maternità e una sala operatoria, tanto da garantire sul finire degli anni Sessanta un'ottantina di posti letto. Notevole fu l'impegno economico dell'Amministrazione comunale, cui si affiancarono molti cassanesi, più o meno facoltosi.
Nuove, pesanti difficoltà finanziarie, però, si profilarono di lì a poco, ulteriormente aggravate dalla carenza di personale infermieristico religioso, sino a che nel giugno 1973 la Regione Lombardia decretò l'incorporazione del nosocomio nell'Ospedale Sant'Antonio abate di Gallarate, soluzione estrema perché si potesse continuare ad usufruire in paese di una struttura sanitario-ospedaliera.
Per qualche tempo l'ex Ospedale Sant'Andrea venne trasformato in Poliambulatorio; poi anche questo fu chiuso e l'edificio divenne sede di un Centro prevenzione malattie perinatali, indi del Consultorio familiare e da ultimo del Distretto socio-sanitario di zona, sino al suo smantellamento.
Abbandonato per anni, lo stabile è stato recentemente ristrutturato e trasformato in unità ospedaliera di lunga degenza, dipendente dall'Azienda Sanitaria Locale, distretto di Gallarate.




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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