IMOLA Psichiatrico Lolli - Ospedali d'Italia

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IMOLA Psichiatrico Lolli

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Questa scheda è stata estrapolata dal sito "Storia e Memoria di Bologna". Il portale  dà voce ai protagonisti maggiori e minori della storia: i caduti bolognesi che persero la vita nella Grande Guerra e nella Resistenza, le vittime della strage di Monte Sole, i predecessori illustri o sconosciuti che riposano al Cimitero Monumentale della Certosa ed altri ancora.
I nomi dei protagonisti diverranno via via volti, immagini, storie che si intrecciano, fino a disegnare i contorni di un mondo che un po' ci appartiene, perché è quello da cui proveniamo.
I diversi database contenenti le informazioni sulle biografie, gli eventi, i luoghi, i monumenti e le opere, sono organizzati in scenari tematici, che rappresentano i “capitoli” di questo grande libro della memoria bolognese.


https://www.storiaememoriadibologna.it/manicomio-ex-ospedale-psichiatrico-luigi-lolli-3543-luogo


Sino alla metà del XIX secolo i malati di mente di Imola venivano ricoverati presso l'ospedale Santa Maria della Scaletta in un reparto appositamente costruito a inizio secolo grazie al vescovo Mastai Ferretti, per ricoverarvi i maniaci, fino a quel momento ospitati in alcune stanze di uno stabile, caduto in disuso, di proprietà dell'ospedale. Le spese per il mantenimento del reparto erano suddivise tra il Municipio (che sovvenzionava la degenza dei maniaci cosiddetti "furiosi") e la beneficenza pubblica (che si faceva carico della degenza dei maniaci "affetti da imbecillità e impotenza al lavoro"). Successivamente Cassiano Tozzoli nominato nel 1841 direttore amministrativo e sanitario dell'ospedale di S. Maria della Scaletta, rivolse le sue energie a migliorare lo scadente reparto dei maniaci e portò avanti il progetto per un nuovo stabile, non interno all'ospedale ma situato in una struttura indipendente, più adeguata alle esigenze dei malati di mente.
Nel 1844 fu così istituto il primo ospedale psichiatrico della Romagna, chiamato dal Tozzoli "Asilo". Dotato di 80 posti letto, accolse gli ammalati dall'antico reparto dell'ospedale di S. Maria della Scaletta e divenne ben presto luogo di ricovero non solo per i malati di mente del comprensorio imolese, ma anche per quelli delle province di Forlì, Ravenna e Ferrara.
Nel 1862 il nuovo direttore dell'ospedale, il dott. Luigi Lolli, comprese l'inadeguatezza dell'Asilo Psichiatrico, vista la crescente richiesta di posti letto. Decise così di edificare un ulteriore manicomio i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1869 e furono terminati nel 1880. La nuova struttura, conosciuta come Manicomio Centrale, riusciva ad ospitare fino a ottocento degenti. Ma anche questi posti letto si rivelarono ben presto insufficienti e si decise la costruzione di una succursale detta dell'Osservanza, operativa dal 1890 e capace di ospitare sino a mille persone. Nel 1897, dopo la morte di Lolli avvenuta l'anno precedente, la Congregazione di Carità cedette il Manicomio Centrale alla provincia di Bologna. Nel manicomio Centrale, che fu chiamato Manicomio provinciale di Bologna in Imola erano ricoverati i pazienti provenienti dalla sola provincia di Bologna. L'Osservanza, invece, dove venivano reclusi i malati cronici o "incorreggibili", subì ulteriori lavori di ampliamento.
L'ospedale, che comprendeva una serie di nuovi edifici e padiglioni indipendenti disposti su tre linee parallele, aveva una capienza di 800 posti letto e una estensione complessiva di 40.000 metri quadrati. Nonostante la capienza, il manicomio centrale ben presto si trovò con posti letto insufficienti rispetto alle richieste dato che i degenti provenivano da molte province tra cui quelle di Modena, Arezzo, Bari e Milano. Il Lolli decise allora di creare un'ulteriore struttura decentrata, una sorta di appendice di quella centrale - il Manicomio dell'"Osservanza" - i cui lavori terminarono nel 1890.
Dopo la morte del Lolli nei due ospedali, non più ben amministrati, si crearono situazioni di degrado sia nella condizione degli ammalati che nello stato degli ambienti tanto che la Congregazione di carità locale decise di vendere i due stabili. La sede centrale, adiacente all'ospedale di Santa Maria della Scaletta, fu acquistata nel 1897 dalla Provincia di Bologna e prese dapprima il nome di "Manicomio provinciale di Bologna in Imola" e successivamente quello di "Ospedale psichiatrico provinciale Luigi Lolli". Si creò così una singolare situazione con la presenza in città di due manicomi ciascuno dotato di personale proprio e appartenenti ad enti diversi. Anche la provenienza dei pazienti e le loro patologie erano differenti.
Al Lolli, infatti, venivano ricoverati solo ammalati provenienti dalla provincia di Bologna e quelli acuti e curabili.
La gestione dell'assistenza psichiatrica fu trasferita, a seguito della riforma sanitaria del 1978, all'Unità sanitaria locale, gli ospedali psichiatrici imolesi furono formalmente chiusi nel 1996
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Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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