Da: “ Il Messaggero domenica 11 dicembre 1927 “ l'ospedale civico di Piperno è un fatto compiuto (articolo inviatomi dalla locale biblioteca civica).
Il termine Piperno è una contrattura dialettale.
Finalmente dopo alterne vicende durate oltre 5 anni, durante i quali, progetti, desideri ed appetiti ri-tardarono e compromisero il compimento dell'opera, Piperno ha potuto vedere ultimata la costruzione del suo ospedale che è destinato a risolvere dalle fondamenta il servizio sanitario del comune. Quan-do si pensi che un comune di 10000 abitanti cui fanno corona ben 6 comuni del suo mandamento con una popolazione complessiva di circa 30000 abitanti, e servito da due soli medici generici, si comprende come un servizio così importante presenti deficienze e lacune, che devono assolutamen-te essere riparate nell'interesse della collettività, che ha il diritto di pretendere di avere a sua disposi-zione le risorse che la scienza e perizia professionale possono dare.
L'esodo continuo di malati verso Roma, quel che più amareggiata, verso Sezze e Terracina, costitui-sce per il nostro paese una condizione di inferiorità che deve assolutamente cessare e che certamen-te avrà fine al più presto per i radicali provvedimenti che, al riguardo, sta completando il nostro be-nemerito Podestà Costantino Spaccesi. Dopo questo non inutile preambolo, possiamo assicurare che il nuovo ospedale diventerà presto un fulcro di completa e competente attività sanitaria.
Costruito secondo i dettami della più scrupolosa tecnica ospedaliera, esso sarà in condizione di ri-spondere a tutte le esigenze quando il suo bel corpo ora inanimato, sentirà l'anelito pulsante di vita che tutto lo pervaderà.
I servizi sono stati impiantati con la più accurata competenza; l'impianto idraulico si insinua in ogni ambiente, arrecando acqua calda e fredda e lavandini, camera da bagno, gabinetti di decenza che so-no saggiamente e sufficientemente distribuiti. L'illuminazione diretta e l’areazione sono favorevol-mente eccezionali, perché l'edificio s’aderge con libero prospetto a mezzogiorno verso l’ubertossissima campagna sottostante. L'illuminazione artificiale è dovunque profusa e il suo im-pianto merita di essere menzionato per la sua competenza non comune con cui è stato eseguito. Il ri-scaldamento è a termosifone. L'ospedale comprende un reparto medico, un reparto chirurgico, un re-parto per bambini, un reparto per cronici, un reparto di isolamento, camera a pagamento, gabinetto radiologico, gabinetto di microscopia e chimica, ambulatorio medico chirurgico e pronto soccorso, ambulatori di dermosifilopatia, otorinolaringoiatria, oculistico. Il servizio interno sarà disimpegnato da un chirurgo primario e da un assistente aventi titoli prevalentemente chirurgici, e che dovrà risie-dere nell’ospedale. Sembrava utopia dar vita all'opera faticosamente compiuta; il ricavato della lotte-ria Nazionale ottenuta dalla nostra Associazione dei Combattenti per la costruzione dell'ospedale, subì l'azione corrosiva del tempo, e la somma residua non è stata neppure sufficiente a trasformare il vecchio ospedale; perché a conti fatti risulta un deficit di ben 85 mila lire; quindi la speranza di poter accantonare almeno un centinaio di migliaia di lire delle 400 mila ricavate per provvedere all'arreda-mento è andata in fumo, non solo, ma il dover rifondere le 85000 lire di deficit, pone l'Amministrazio-ne dell'ospedale in un in uno stato di assoluta impotenza.
Eppure l'ospedale funzionerà e in modo superiore ad ogni aspettativa. non sappiamo come abbia po-tuto compiere questo miracolo il nostro Podestà, commissario della congregazione di carità signor Spaccesi: certo si è che egli si è seriamente preoccupato di risolvere una delle più importanti que-stioni di interesse generale; l’ha affrontata e l’ha risoluta, perché sappiamo che entro il gennaio pros-simo l'ospedale verrà inaugurato, con intima cerimonia, come si addice allo stile dell'era nuova e alle autorità del luogo.
Va ricordato che progettista e direttore dell'esecuzione è stato l'architetto Bruno Nicoletti, che all'ope-ra ha dedicato mente e cuore, e che esecutore dei lavori, dopo le panne della Cooperativa appaltante, è stato il concittadino Eldorato Miccinilli, che va menzionato a titolo d'onore, perché solo alla sua te-nacia e al suo sforzo finanziario si deve il compimento dell'opera, che era seriamente compromessa.