VOGHERA Ospedale Sanl Bovo o degli esposti - Ospedali d'Italia

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VOGHERA Ospedale Sanl Bovo o degli esposti

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Il contenuto della scheda deriva integralmente dal testo: GLI OSPEDALI A VOGHERA DAL MEDIOEVO ALL’ETÀ MODERNA  di Marco Montagna –  pagg. 20-26 Marvia Edizioni 2002
Ringrazio il Dott. Montagna per l’autorizzazione-condivisione all’utilizzo dei dati riportati che, per la verità, sono abbastanza contenuti rispetto al testo. Non posso non segnalare la ricca bibliografia per ogni ospedale riportato sinonimo di approfondita ricerca.

Non si ha alcuna notizia della sua fondazione, ma dovrebbe collocarsi attorno alla seconda metà del XII secolo, al pari di gran parte delle altre istituzioni assistenziali vogheresi. Si trattava di un ospedale rivolto alla cura e all'assistenza dei pellegrini, dei poveri infermi, dei fanciulli esposti e delle donne bisognose. Queste finalità derivavano espressamente dalle caratteristiche del Santo a cui era dedicato l’ospizio; infatti San Bovo, oltre ad essere un pellegrino, aveva fatto voto di dedicarsi alla cura delle vedove e degli orfani. Durante il XII secolo l'ospedale era pienamente funzionante e godeva di una cospicua rendita, derivante dalle donazioni effettuate dai vogheresi devoti al Santo. L'ospedale era amministrato da una congregazione locale composta da Frati e suore in quanto l'assistenza era rivolta a persone di entrambi i sessi. Essi erano detti ospitalieri di San Bovo, seguivano la regola di Guido di Montpellier e indossavano tonaca e mantello neri con croce doppia detta dello Spirito Santo. Da un estimo del 1380 veniamo a conoscenza che l'ospedale possedeva un patrimonio molto ingente, notevolmente superiore a qualsiasi altro ente religioso di Voghera. Negli ultimi anni del XV secolo, quando era amministratore Pietro de Monte, l'ospedale possedeva diversi appezzamenti di terreno nel territorio di Voghera, i quali gli garantivano una buona rendita. Nel 1576 scoppiò a Voghera una epidemia di peste che colpì anche lo stesso ospedale. Infatti, dalla relazione stesa dalla Congregazione della sanità di Voghera, si viene a sapere che un tale Lazaro ospitaliere dell'ospedale di San Bovo, morì di peste, seguito poco dopo da sua moglie, nella casa in cui abitava, posta all'interno dell'ospizio. Casa e ospedale furono quindi chiusi e purgati. L'ospedale aveva a disposizione 7 letti, ma, dalla relazione di una visita pastorale di Monsignor Gambara del 1604, non soddisfaceva pienamente le necessità assistenziali, come invece era stato notato in una precedente visita. Infatti il vescovo ordinava: “si provveda di lampade di baldacchino sopra l'altare, Crocefisso, sacristia separata nella quale si metta un paramento interno, finestre nella aula dell'hospitale si provvedino, vaso per acqua benedetta che si mantenghi.  Hospitaliero Giovanni Battista Borsone con moglie. Non vi è loco per donne e perciò si potrà restringere un terzo dell'aula nella quale si collocheranno quattro letti”.
Verso la metà del XVII secolo l'ospedale si trova in pessime condizioni a causa delle guerre e delle invasioni e riusciva appena ad accogliere gli esposti, grazie al servizio di un ospitaliere che viveva lì con la moglie. Nel 1688 erano presenti in un ospizio ben 32 bambini divisi in diversi luoghi. Inoltre veniva mantenuto un ospitaliere il quale doveva risiedere all'interno dell'ospedale con il compito di accogliere gli esposti e di dar loro una nutrice.

Dal sito dell’odierna Azienda ospedaliera ricaviamo che, nel 1814, fu ripristinata l’antica Confraternita che regolò l’ospedale fino al 27 Novembre 1820 quando, con RD, fu definitivamente soppressa e sostituita da un consiglio di amministrazione costituito da nove deputati laici.
Nel 1840 si iniziò la costruzione del nuovo Ospedale (sede attuale dell’Ospedale).
Il DR 19 agosto 1851 affida l'ospedale alla Congregazione di Carità;
La legge 3 giugno 1937 n° 847 l’Amministrazione dell’Ospedale passò l’ECA, mentre il DPR 898 11/7/1969 lo dichiara Ente Ospedaliero incorporando l'Istituto di Maternità San Bovo.  Nel 1980 l’Ospedale entrò a far parte della U.S.S.L. 79.
Dal febbraio 2002 la struttura è confluita nella nuova Azienda Ospedaliera della provincia di Pavia.




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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