BOLOGNA Ospedale psichiatrico Francesco Roncati - Ospedali d'Italia

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BOLOGNA Ospedale psichiatrico Francesco Roncati

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Questa scheda proviene dal sito "carte da legare " http://www.cartedalegare.san.beniculturali.it/ ; è un progetto della Direzione generale archivi del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nato per proporre una visione organica di tutela del patrimonio archivistico di queste istituzioni. Partito nel 1999 con un primo programma di finanziamento per i complessi archivistici degli ospedali Santa Maria della Pietà di Roma e Leonardo Bianchi di Napoli. Il portale mette a disposizione della comunità i risultati . Essi possono essere utilizzati per scopi di studio e ricerca da parte degli addetti ai lavori e per la semplice conoscenza del fenomeno manicomiale da parte di un pubblico più vasto.
Sono liberamente consultabili i dati del censimento degli archivi, alcuni strumenti di ricerca e le statistiche dei dati socio-sanitari ricavati dalle cartelle cliniche. La consultazione dei dati specifici delle singole cartelle cliniche avviene, invece, dietro autorizzazione, nel rispetto della normativa sulla privacy.
Carte da legare costituisce anche un percorso tematico specifico del SIUSA (Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche).

Altre denominazioni temporali
Ospedale provinciale Francesco Roncati in Bologna per infermi di mente 1916 - 1925
Manicomio provinciale di Bologna 1869 - 1916

I malati mentali di Bologna e provincia ricoverati presso l'ospedale Sant'Orsola assieme ai pazienti interessati da altre patologie, a partire dal XVIII secolo cominciarono ad essere concentrati in un reparto appositamente costruito. Nel 1860 il governatore delle Provincie dell'Emilia, Farini, nello statuto allegato al decreto riguardante la riforma degli ospedali bolognesi, stabilì che per la cura dei pazzi si dovesse provvedere tramite un manicomio generale per le Provincie dell'Emilia o con uno speciale per la Provincia di Bologna. Con questo decreto - che mirava a risolvere sia il problema gestionale che quello organizzativo della spedalità bolognese tramite l'istituzione del Corpo Amministrativo degli Spedali, quale unico centro amministrativo e di sorveglianza per gli ospedali della città - si modificava concretamente la situazione dell'assistenza dei malati mentali, rimasta fino ad allora relegata all'interno di una gestione sanitaria generale e la Provincia cominciò ad esserne direttamente coinvolta. Il definitivo passaggio gestionale dal Corpo amministrativo degli Spedali alla Provincia, che fin dal 1865 aveva visto sancite le proprie competenze in merito al mantenimento dei mentecatti avvenne nel 1868, con deliberazione del 19 settembre. Dal 1 gennaio 1869 la Deputazione provinciale iniziò a gestire l'istituto psichiatrico, che venne separato dal Corpo amministrativo degli Spedali e denominato, da quel momento, Manicomio provinciale.
L'istituto all'epoca aveva già la sua sede in via Sant'Isaia nel soppresso monastero delle Salesiane -dove rimase fino ai giorni nostri- infatti l'epidemia di colera del 1867 aveva reso necessario trasferirvi provvisoriamente i malati mentali dal reparto del Sant'Orsola. Chiesta al demanio la cessione del convento, nel 1869, sotto la guida del direttore Francesco Roncati, cominciarono i lavori di adattamento e ristrutturazione dell'edificio che divenne uno dei migliori manicomi in Italia.
Col passare degli anni l'istituto risultò insufficiente a contenere il numero sempre crescente di ricoverati e inadatto a rispondere ai nuovi dettami della psichiatria; così nel 1885 furono acquistate alcune case lungo le mura interne della città confinanti col manicomio, ma divenute insufficienti anche queste, si cominciarono ad inviare moltissimi degenti presso l'ospedale psichiatrico Lolli di Imola, che fu successivamente acquistato dalla Provincia di Bologna.
La prima fase di vita dell'istituzione manicomiale è caratterizzata dalla direzione del prof. Francesco Roncati (1864-1905), anima e artefice di rinnovamenti organizzativi e terapeutici, al quale il Consiglio provinciale nella seduta del 13 ottobre 1906 decise di intitolare il manicomio. Dopo il Roncati si succedettero alla guida dell'ospedale i direttori Giuseppe Peli (dal 1906), Raffaele Brugia (dal 1908), Luigi Baroncini (facente funzioni, 1921), Giulio Cesare Ferrari (dal 1921), Giuseppe Pellacani (dal 1933), Andrea Mari (dal 1951), Gian Filippo Oggioni (dal 1967), Spartaco Colombati (dal 1970), Guido Mengoli (dal 1972), Ferruccio Giacanelli (dal 1978).
Nel 1957 venne istituito sia a Bologna sia a Imola il «reparto aperto», poi Centro diagnostico neuropsichiatrico (C.D.N.), destinato al ricovero volontario di malati mentali iniziali, in regime di degenza breve. Il reparto, la cui direzione inizialmente spettava al direttore dell'ospedale psichiatrico, acquisì via via una completa autonomia organizzativa fino ad essere dotato di organico proprio e autonomo dal «Roncati».
Con l'entrata in vigore della legge Basaglia (L. 180 del 13 maggio 1978), ricompresa nella legge n. 833 del 28 dicembre 1978 con cui si istituiva il Sistema sanitario nazionale incentrato sulle Unità sanitarie locali, cominciò il processo di de-istituzionalizzazione dei manicomi. La Regione Emilia - Romagna attuò la legge Basaglia attraverso la legge regionale n. 25 del 31 luglio 1978 attribuendo alle Province il compito di promuovere ed elaborare piani di intervento comprensoriale approvati dai Comitati di comprensorio su proposta dei Consorzi socio-sanitari. La Provincia di Bologna predispose dunque i propri piani psichiatrici in cui vennero previsti modi e tempi per assicurare il graduale superamento degli ospedali psichiatrici. Il «Roncati» cessò ogni funzione di ricovero il 31 dicembre 1980 passando la gestione dell'assistenza psichiatrica all'Unità sanitaria locale n. 27; il nuovo assetto organizzativo prevedeva: un'area residenziale psichiatrica per i degenti presenti al 31 dicembre 1980 che necessitassero, e volontariamente richiedessero, la continuazione di interventi curativi; un'area autogestita; un'area psichiatrica con scopi riabilitativi, assistenziali e semiresidenziali. Nell'ambito dell'area de-spedalizzata restavano compresi il bar-centro sociale, il Laboratorio delle lavorazioni e la Scuola d'Arte «Francesco Roncati» quali servizi di supporto ai programmi di riabilitazione e risocializzazione. Negli anni Novanta si arrivò al definitivo smantellamento dell'ospedale psichiatrico.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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