VIAREGGIO Ospizio marino Istituto pediatrico ed ortopedico Giuseppe Barellai - Ospedali d'Italia

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VIAREGGIO Ospizio marino Istituto pediatrico ed ortopedico Giuseppe Barellai

Ospedali Centro > Regione Toscana > Lucca e provincia

La scheda deriva da un pdf della soprintendenza archivistica toscana, scaricabile al link

http://www.soprintendenzaarchivisticatoscana.beniculturali.it/fileadmin/risorse/inventari/OspiziMariniBarellai.pdf


Il 12 giugno 1853, su iniziativa del medico fiorentino Giuseppe Barellai, venne promossa la costitu-zione di un comitato che operasse per garantire la cura al mare dei bambini indigenti, malati di tubercolosi extra polmonare.
Gli 86 primi soci ordinari della Società ne garantirono subito una base economica, ma subito presero avvio le iniziative per costituire il fondo necessario alla costruzione di un edificio nei pressi del mare che avrebbe ospitato i giovani malati. Una volta che l’edificio per ospitare i bambini fu costruito, prese il nome di Palazzo delle Muse.
Uno dei risultati più significativi fu quello di ottenere dal Granduca, nel 1858, la concessione gratuita di diecimila braccia di spiaggia a Viareggio con il vincolo che non potesse essere costruito alcunché fra lo spazio riservato al nascituro ospizio e il mare. La prima pietra fu posta il 14 ottobre 1861.
Non avendo ancora l’edificio marino a disposizione i bambini venivano ospitati nella casa delle terzia-rie dell’Ordine a Viareggio. Solo dal 1867, quando l’andamento dei lavori lo permise, i bambini furono accolti nella prima ala del palazzo.
Nel 1867 il primo Regolamento organico per l’istituto degli Ospizi marini, l’anno successivo il Rego-lamento disciplinare dell’Ospizio marino a Viareggio. I giovani ammessi a trascorrere un mese di cure marine erano divisi in squadre di 25 unità fra le quali venivano scelti 3 caporali o monitrici (a seconda che si trattasse di squadre maschili o femminili), in base ai meriti personali. Le squadre dei bambini così composte si autodisciplinavano nelle attività comuni, comprese le lezioni di scrittura, durante il trasferimento in spiaggia e soprattutto durante i bagni di mare, che avvenivano secondo turni stabili-ti, squadra per squadra; supervisionava un gruppo delle suore terziarie di Viareggio. Il 20 febbraio 1872, l’Ospizio ottenne il riconoscimento di opera pia.
I bagni erano aperti solo tre mesi all’anno, dal 15 giugno al 15 settembre, e i singoli soggiorni aveva-no la durata di un mese; la spesa complessiva era calcolata in 60/70 lire a soggiorno, a seconda dell’età del giovane, e doveva essere corrisposta in anticipo.
Dal testo del Regolamento disciplinare del 1896 si comprende come nei trenta anni di attività dell’Ospizio di Viareggio, le finalità fossero mutate da didattico educative a sanitarie.
Nel 1912, nell’Ospizio fu istituita una sezione ospedaliera, di cui usufruiva in special modo il Comune di Firenze che stipulò una convenzione per il ricovero di un certo numero di giovani, poi anche di adulti.
Durante la Prima Guerra Mondiale, l’edificio  era stato requisito per adibirlo a ospedale militare e i bambini trasferiti nella villa privata Rigutti di Viareggio. Nel 1922 fu aperto anche un convalescenziario per degenze di brevi periodi, per lo più invernali.
Nel 1927, erano stati promossi lavori di miglioramento all’edificio. Quelli erano già gli anni in cui si cominciava a parlare del trasferimento dell’ospedale marittimo in altra località. Ciò si concretizzò con l’acquisto nel 1932 del terreno nella zona del Cinquale nel comune di Montignoso e, tre anni più tardi, con l’avvio della costruzione dell’edificio.
Negli anni fra il 1936 e il 1939, per togliere i bambini alla vista dei turisti, questi venivano trasferiti ogni giorno, grazie a una convenzione con le Ferrovie dello Stato, nella striscia di mare della pineta di Levante, dove era stata ricavata l’attrezzatura necessaria per il soggiorno diurno.
Nel 1938 iniziarono le operazioni di trasloco degli ospizi marini dal vecchio al nuovo edificio, la cui denominazione di “Istituto pediatrico ed ortopedico Giuseppe Barellai” esprimeva l’intento di rinnovamento delle sue finalità.
Con l’abolizione della sezione estiva e del convalescenziario, l’istituto decretava la sua completa vocazione ospedaliera. L’edificio consisteva di cinque corpi di fabbrica a tre piani, con tanto di sale operatorie, reparti post operatori, due padiglioni per l’ortopedia e la pediatria e un padiglione separato per le malattie infettive, oltre agli ambienti di servizio ed era capace di accogliere 400 persone.
Ma neppure dieci anni dopo, tutto il complesso fu minato dai tedeschi in ritirata e abbattuto insieme ad altri edifici marini costruiti in quel tratto di spiaggia.
Dopo il passaggio del fronte, la direzione dell’Ospedale ottenne dalle autorità americane l’utilizzo dell’ex Colonia “28 Ottobre” di Marina di Massa, dove si insediò in forma provvisoria; un altro rapido passaggio fu quello presso la Pensione Gozzoli di Forte dei Marmi, infine presso Marina di Ronchi nel convalescenziario marittimo “Villa Emilia”, in accordo con l’Istituto per gli infortuni sul lavoro.
L’Opera acquisì un terreno dell’Ente Autonomo Tirrenia situato in una zona poco appetibile, a Calambrone, una frazione di Marina di Pisa. Il colpo del 1944 era stato mortale e l’Opera pia, nonostante sia rimasta attiva fino all’anno 2004, non si è più ripresa.
Negli anni 70 l’Opera era entrata a fare parte degli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (Ipab).
Il fine era quello di costruire una nuova colonia, stavolta al solo fine di far trascorrere anche ai bambini indigenti un periodo estivo in una località di mare. La costruzione si concretizzò e nel luglio del 1978 fu aperto il primo lotto dell’edificio. Vi vennero accolti 120 bambini .
Una volta terminati gli edifici di Calambrone, le finalità dell’Opera pia erano nei fatti mutate.
Tale mutamento fu ratificato con la creazione di una fondazione intitolata a Barellai e l’approvazione di un nuovo Statuto da parte del Consiglio di Amministrazione il 16 maggio 1985. Le finalità della fondazione, divenute nel tempo esclusivamente sanitarie, venivano di nuovo mutate in sociali: «fornire servizi di assistenza sociale nei propri stabilimenti ai bambini, ai giovani ed agli anziani, di ambo i sessi, residenti nelle Province Toscane, bisognosi di soggiorno marino», in proprio o attraverso l’azione delle Unità sanitarie locali e gli enti locali.
L’ente è rimasto attivo per quasi un ventennio, fino all’anno 2004, quando fu definitivamente incorporato dall’Azienda di servizi alla persona Asp di Montedomini.

Altre notizie le potete trovare al link:

https://www.officinadellastoria.eu/it/2019/09/16/acqua-e-sale-le-cure-di-mare-a-viareggio-tra-xix-e-xx-secolo%ef%bb%bf/

 
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