FIRENZE Ospedale di San Giovanni Decollato dei Norcini - Ospedali d'Italia

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FIRENZE Ospedale di San Giovanni Decollato dei Norcini

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I norcini erano i facchini e i macellai che da paesi dell'Umbria come Abeto e Todiano di Norcia portavano e poi macellavano e insaccavano le carni di maiale, spostandosi poi in numerose città per smerciarle. Essendo abili macellai, poteva capitare che il popolo minuto si rivolgesse a loro anche per semplici operazioni di chirurgia, al posto dei più costosi cerusichi. Anche a Firenze era cospicua la comunità di norcini, che si riunivano dal 1317 in una compagnia laicale dedicata a san Giovanni Battista, la cui prima sede era lungo via San Gallo, nei pressi del "Camporeggi”
A gennaio, mese di macellazione del maiale, la comunità norcina si infoltiva, e i locali della compagnia erano attrezzati a ospitare compaesani e confratelli, mentre nel resto dell'anno si dedicava all'attività ospedaliera e di rifugio per pellegrini, che in una via di transito come San Gallo era sempre necessaria. L'ospedale, per quanto piccolo, anche nel panorama del circondario, si arricchì di vari lasciti e mance degli ospiti, così che nel 1542, quando il granduca Cosimo I ordinò che fosse sottoposto alla compagnia del Bigallo, esso possedeva numerose case e botteghe che affittava a pigione, per le quali fu tenuta da allora a versare 130 lire annue.
Nel 1552 però le cavalleresse di Malta, che avevano perso il loro monastero durante l'assedio di Firenze e non riuscivano a trovarne un altro in Firenze adatto alle loro esigenze, furono infine messe nel convento dei Celestini (che furono trasferiti al più piccolo San Michelino Visdomini), che necessitò di essere ampliato a spese dei Norcini.
Per continuare la loro attività assistenziale e caritatevole, essi acquistarono  una casa  dove ricrearono il loro ospedale.
Tale struttura operò fino alla soppressione del 1751, e fu inesorabilmente sacrificata nell'Ottocento.  Tuttavia Pietro Leopoldo aveva restituito il piccolo patrimonio immobiliare ai Norcini, che lo vendettero e ragionevolmente lo reinvestirono nell'Opera Pia di Abeto e Todiano, pure dedicata al Battista, la quale si distinse soprattutto nell'assistenza ai bisognosi dopo il terremoto nelle montagne umbre del 1859.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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