CUASSO AL MONTE Ospedale climatico sanatoriale - Ospedali d'Italia

Vai ai contenuti

Menu principale:

CUASSO AL MONTE Ospedale climatico sanatoriale

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Varese



Il contenuto della scheda è tratto dal volume : Il Santo Deserto sopra Cuasso: il profumo del Carmelo – edizione “casa nostra “ pro Arcisate di Giampiero Buzzi – 1992
Un grazie  all’Associazione Pro loco di Arcisate per la messa a disposizione dei contenuti relativi alla storia dell’Ospedale.

La Croce Rossa Italiana durante la prima guerra mondiale affrontò un grave ed impellente problema: quello dei numerosi  militari colpiti dalla tubercolosi. Ogni anno in Italia era causa di 60.000 decessi  ma che in seguito alle particolari condizioni dei militari al fronte, alla scarsa alimentazione ed alle sevizie alle quali spesso i militari prigionieri erano sottoposti, fece aumentare a dismisura mortalità, letalità e morbosità. Se ne dovette occupare immediatamente anche la nostra legislazione e nel 1919 vennero istituiti i Consorzi Provinciali Antitubercolari ai quali solo nel 1927 fece seguito l’Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi gestita dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Nel 1917 il merito di occuparsi del grave problema spetta alla Croce Rossa che prima inoltrò proteste per la mancanza di cure adeguate ai prigionieri colpiti dal male ottenendo almeno il rimpatrio ed in seguito provvide alla loro cura. Ritornarono numerosi e per alcuni purtroppo non restava che alleviarne le sofferenze. Quando invece la malattia era ancora al primo stadio occorreva arrestarla con appropriate cure. Da qui la necessità di appositi istituti; i sanatori. Si dovettero trovare i capitali necessari per costruirli, scegliere le località nelle quali avrebbero dovuto sorgere. Quest'ultima operazione si dimostrò difficoltosa a causa dell'opposizione della popolazione della località prescelta, opposizione dovuta al timore del contagio. Per convincere le popolazioni molto fece il professor Pio Foà di Torino divulgando il principio secondo il quale i sanatori, se governati come si deve, assorbono la tubercolosi sparsa nei paesi intorno, ma non espandono la propria. Non tutti naturalmente condivisero questa teoria, alcuni portarono statistiche nell'intento di dimostrare il contrario, comunque la posizione di chi non voleva case di cura sul suo territorio si ammorbidì. Il Comitato della Croce Rossa Italiana di Milano scelse come sede del sanatorio il Convento, denominato “deserto” risalente alla prima metà del 1600 quando la Congregazione religiosa dei Carmelitani Scalzi lo scelse come luogo della loro sede.
Il progetto prevedeva due momenti ben distinti:
immediato, per assistere immediatamente i militari colpiti dai male;
successivo, per l'assistenza, a guerra ultimata, ai civili ammalati di tubercolosi.
Per le necessità immediate ben si adattava il vecchio convento che già aveva subito modifiche per ricevere i Piccoli di Padre Beccaro.
Venne suddiviso in tre reparti e le infermerie vennero sistemate sui due piani delle vecchie chiese del convento. Il 10 settembre 1918, provenienti dall'ospedale militare di Viggiù, giunsero i primi 25 ammalati. Il 21 settembre ne entrarono altri 30, quattro provenienti dall'ospedale di Milano e 26 da quello di Gorgonzola.
Quest'ultimo fece sapere che intendeva inviarne altri 30 con tutta urgenza pertanto si dovette pensare ad un ampliamento.
Erano previsti tre padiglioni.
- il primo (l'unico che verrà realizzato) a metri 750 di altezza, appena sopra all'edificio del vecchio convento;
- gli altri due, non realizzati in quella occasione, in basso.
Ognuno dei tre padiglioni avrebbe dovuto ospitare 150 pazienti. Il padiglione centrale aveva una lunghezza di 95 metri ai quali si devono aggiungere le due ali laterali che portano la lunghezza totale a 122 metri.
In queste due ali vennero sistemate le verande. L'edificio consisteva in un piano rialzato ed un altro superiore, oltre al sotterraneo sotto alle due ali.
Orientato completamente con le due facciate principali a sud e a nord.
Oltre ai tre padiglioni il progetto prevedeva altri edifici accessori come la lavanderia, il reparto di isolamento, la camera ardente, ecc. E’ stata  ritrovata una vecchia cartolina raffigurante il progetto.
La posa della prima pietra ebbe luogo giovedi 26 settembre 1918.
Alla cerimonia oltre ai 55 pazienti già ricoverati nel vecchio convento, erano moltissime le autorità presenti, e questo  dà la misura dell'importanza che aveva il problema in quel periodo.
Importanza grandissima, se pensiamo che i morti per tubercolosi erano 15 ogni 10.000 abitanti.
E perdurò questa situazione per qualche tempo anche nei primi anni postbellici, a seguito degli stenti e della denutrizione sofferti che accentuarono la recrudescenza della malattia.
All'entrata nella terapia antitubercolare di medicamenti efficaci diminuì la letalità ma per vedere diminuire anche la morbilità si dovettero attendere diversi anni. Nel 1969 in Italia esistevano  ancora 261 sanatori climatici per un totale di oltre 50.000 posti letto e 97  case di cura private con altri 13.000 posti letto.
Uno dei primi lavori, con la costruzione del padiglione centrale, fu la demolizione delle due chiese per ricavare un grande piazzale.
Il 15 dicembre 1918 decedeva il caporale Amedeo Lanzi nato il 16 giugno 1889 ad Abbiategrasso: il primo di una lunga serie di pazienti giunti all'ultima battaglia, quella che li ha visti soccombere.
Il nuovo padiglione due anni dopo venne ultimato (settembre 1920) e negli anni 1935/37 venne sopraelevato di un piano. Un solo padiglione si dimostrò insufficiente per le necessità e ci si dovette preoccupare di costruirne un secondo.
I lavori vennero affidati nel 1964 e vennero ultimati il 31 ottobre 1966.
Con la costruzione del secondo padiglione si rese necessario un corpo di collegamento fra i due padiglioni.
Dal Registro Atti di Amministrazione" vediamo qualche curiosità;
Il 1° settembre 1918, prima dell'apertura dell'Istituto Climatico, viene costituito il Consiglio di Amministrazione ed  è costituita l'Unità Istituto Climatico di Cuasso al Monte.
Questo era l'Atto n. 1. Successivamente venne assunto il personale con una mercede che variava dalle 3 alle 3.50 lire giornaliere.
Interessante l'Atto n. 224 del 17 aprile 1919;
Essendosi manifestato fra il personale tutto un certo malcontento per l'insufficienza degli assegni loro pagati sino ad oggi, il presidente propone l'aumento a tutto il personale di lire 1 al giorno, e ciò dopo aver interpellato ed aver avuto l'adesione dello Spettabile Comitato Regionale.

Vediamo ora i mutamenti legislativi susseguitisi negli ultimi vent’anni:
1970 26 maggio - Il Medico Provinciale di Varese, sentito il Consiglio Provinciale di Sanità con suo decreto in questa data classificava l’Istituto Climatico Sanatoriale di Cuasso al Monte in Ospedale Provinciale per lungodegenti".
1970 9 luglio – Con suo Decreto n. 1228 il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, visto anche il Decreto del medico Provinciale costituisce l'Ospedale  l'Istituto Climatico Sanatoriale in Ente Ospedaliero.
Al D.P.R. è allegata una descrizione del patrimonio che ha in dotazione il nuovo Ente, patrimonio che fu già della Croce Rossa. La descrizione era tanto incompleta che si rese necessario, per rimettere le cose a posto, un Decreto del Presidente della Giunta Regionale Lombarda, Piero Bassetti.
1972 18 aprile - Con suo Decreto n. 39 il Presidente della Giunta Regionale Lombarda indicava:
-i 38 mappali per un totale di metri quadrati 1.234.710
-i 7 fabbricati per un totali di metri cubi 20.507 che sono patrimonio del nuovo ente ospedaliero, ma che erroneamente non risultano nella descrizione dei beni allegata al D.P.R. 1228.
1973 14 maggio - Il Presidente della Giunta Lombarda con suo Decreto n. 365 modifica la denominazione "Ospedale Climatico Sanatoriale in "Ospedale di Cuasso al Monte - Ente ospedaliero provinciale per lungodegenti”.
1980 31 dicembre - Il Presidente della Giunta Lombarda Giuseppe Guzzetti, preso atto dell'avvenuta costituzione della associazione dei Comuni responsabili dei servizi di zona nell'ambito territoriale N° 4
costituisce la U.S.S.L. n. 4 relativa allo stesso ambito territoriale.
Trasferisce inoltre le funzioni sanitarie già esercitate dagli enti, istituti e casse mutualistiche disciolte alla costituita U.S.S.L. Questo Decreto porta il n. 637
1981 30 aprile - Lo stesso Presidente della Giunta Regionale Lombarda con Decreto n. 258 trasferisce all'Ente Responsabile dei servizi di zona nell'ambito territoriale n. 1, le funzioni sanitarie, igienico sanitarie e veterinarie, con tutto il personale addetto, a partire dal 1 maggio 1981.

Non è stato possibile trovare altre informazioni sull'ospedale di Cuasso; non esiste un archivio storico dal quale attingere le notizie.
Sembra incredibile, ma è possibile ritrovare la documentazione sul “Deserto” risalente al 600 mentre per quanto riguarda il novecento si è  dovuto riferirsi ai giornali dell'epoca. Non si comprende come non sia possibile sapere dove sono finiti alcuni registri che 30 anni fa esistevano sicuramente. Ad esempio, Anacleto Mosconi nel suo “Il Deserto di Cuasso al Monte" scritto nel 1962, cita nella nota 49 a pagina 77 il "Registro d'Onore" sul quale avevano apposto la firma i maggiori personaggi in visita. Scrive che tale registro era conservato in un non meglio identificato "Archivio della Direzione". Oggi nessuno sa dire dove si trova quel registro. L'Archivio esistente all'ospedale è situato in un indecente scantinato nel lato a valle del padiglione principale: una struttura inadeguata ed abbandonata dove alcuni scaffali sotto il peso delle carte sono caduti impedendo in alcuni punti persino l'accesso. Per altro si tratta di cartelle cliniche dal 1918 in poi. Non è stato possibile conoscere il nome del responsabile dell'Archivio. Tutto questo lo diciamo con tanta amarezza. ma con altrettanto disappunto.
Nel testo vengono riportate leggi e decreti, in versione integrale, relativi ai vari passaggi legislativi.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
Torna ai contenuti | Torna al menu