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ALESSANDRIA Ospedale Infantile Cesare Arrigo

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Il contenuto della scheda proviene integralmente dal testo : Storia dell'Ospedale dei Santi Antonio e Biagio di Alessandria di Giovanni Maconi. Vi invito a leggerlo integralmente in quanto ricco di informazioni, anche curiose, oltre agli approfondimenti storici frutto di un'at-tenta ricerca.
Ringrazio il figlio, Dott. Antonio Maconi, Direttore Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione presso Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria che, sentito telefonicamente, ha condiviso la mia iniziativa.


Ad Alessandria Cesare Arrigo, primario chirurgo con un gruppo di azionisti privati fondò nel 1890 nell’Ospedale dei santi Antonio e Biagio una sezione autonoma di pediatria, denominata «ospedaletto infantile», la cui apertura fu autorizzata dalla Prefettura il 14 aprile 1890. Con una convenzione stipulata il 31 maggio 1890 l’amministrazione dell’ospedale concesse all’»ospedale infantile l’uso gratuito dei locali e si impegnò a sostenere le spese del mantenimento, della cura, dei medicinali e della biancheria dei bambini ricoverati. Il 15 giugno 1890 fu aperto al pubblico.
Con regio decreto 24 settembre 1891 l’»ospedaletto infantile » venne costituito in ente morale, retto da un’Assemblea generale degli azionisti e da un Consiglio di amministrazione e destinato alla cura dei bambini dai 2 ai 7 anni.
L’»ospedaletto infantile», nei limiti dei suoi mezzi, provvedeva alla cura dei bambini poveri d’ambo i sessi, affetti da malattie acute, curabili e non contagiose, dai 2 ai 7 anni di età; appartenenti alla città di Alessandria come domicilio di soccorso. Potevano essere ricoverati a pagamento anche bambini ammalati non poveri, ma che avessero gli altri requisiti.
Non potevano invece essere accolti, sia gratuitamente che a pagamento, bambini ammalati cronici, ad eccezione dei casi in cui la malattia attraversasse una fase di riacutizzazione e limitatamente alla durata di questa. L’ospedaletto provvedeva al suo scopo con le rendite proprie, provenienti dalle oblazioni già fatte a fondo perduto dai cittadini e da enti morali, col provento delle donazioni e dei lasciti, col contributo annuo degli azionisti, e coi proventi dei ricoverati a pagamento.
Nel 1910 l’ospedaletto infantile, per motivi di ordine economico, si fuse con l’Ospizio di Mendicità e vi si trasferì. Nel 1902, dopo la morte di Cesare Arrigo avvenuta il 2 di gennaio di quello stesso anno, l’ospedaletto assunse il titolo di «Ospedale infantile Cesare Arrigo».
Nel 1913, allorché la Congregazione di Carità provvide al riordino delle Opere pie ospedaliere, propose anche il loro raggruppamento, includendovi l’«ospedaletto infantile», ma i suoi amministratori si opposero e così venne lasciato fuori. Nello stesso anno, grazie alla generosa oblazione della Rosa Borsalino, vennero iniziati i lavori per la costruzione dell’attuale ospedale infantile, che terminarono nel 1915, pochi mesi dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. A causa di questo evento l’ospedaletto fu requisito e trasformato in ospedale chirurgico per la cura dei soldati
feriti. Nel 1919, finita la guerra, vennero iniziati i lavori per il suo riadattamento, che terminarono alla fine del 1922 e il 5 gennaio 1923 venne inaugurato. Nel 1930 esso fu ampliato e nel 1956 rinnovato su progetto dell’architetto Ignazio Gardella.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, intorno al 1920, ripresero i contrasti fra l’amministrazione dell’ospedaletto e quella dell’Ospedale dei santi Antonio e Biagio per la ripartizione dei malati poveri da ricoverare. Nel 1922, in seguito a trattative intercorse fra i due enti, si addivenne ad un accordo secondo il quale i bambini poveri che non avevano compiuto il dodicesimo anno di età dovevano essere ricoverati nell’ospedaletto, mentre quelli a pagamento, anche se di età inferiore ai dodici anni, potevano essere ricoverati nell’Ospedale dei santi Antonio e Biagio.
Nel 1939, avendo il prefetto di Alessandria constatato le condizioni di grave disagio finanziario in cui versavano i due enti, propose, ai fini economici, il loro raggruppamento, ma la proposta non ebbe alcun seguito, mentre continuavano le discussioni relative ai ricoveri.
Nel 1950, per rimediare a questa situazione, venne stipulata una nuova convenzione, in forza della quale l’Ospedale dei santi Antonio e Biagio si impegnava a non istituire reparti di pediatria nel suo interno e a non concedere ricoveri né visite ambulatoriali ad infermi di età inferiore a dodici anni, a condizione che si riunificassero i rispettivi servizi sanitari di chirurgia e di ortopedia, mentre il primario pediatra dell’ospedaletto si impegnava ad espletare la consulenza per i neonati presso la divisione di ostetricia dell’Ospedale dei santi Antonio e Biagio. Ma anche questo accordo, per un complesso di motivi, non poté funzionare bene come sarebbe stato auspicabile; perciò nel 1958 l’amministrazione dell’Ospedale dei santi Antonio e Biagio dichiarò che considerava decaduta la convenzione del 1950 e riprese la propria completa libertà di azione, con l’istituzione di una regolare consulenza pediatrica presso la propria divisione di ostetricia per i neonati.

Altro testo: L’Uspidalet, che ripercorre la storia dell’Ospedale Infantile Cesare  Arrigo



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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