CAMPOSAMPIERO Ospedale Pietro Cosma - Ospedali d'Italia

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CAMPOSAMPIERO Ospedale Pietro Cosma

Ospedali Nord est > Regione Veneto > Padova città e Provincia

Il contenuto della scheda proviene integralmente da: Ospedale civile Pietro Cosma: Camposampiero 27 Aprile 1857 27 aprile 1958 testo probabilmente curato dall’Amministrazione Ospedaliera

Nel 1923, a 58 anni dalla morte di Pietro Cosma, mons. Luigi Rostirola consigliere dell'Ospedale, in alcune brevi note così dettava:
<< A differenza di altri istituti congeneri a cui diedero vita la iniziativa di qualche ente religioso od il collettivo concorso dei cittadini, il nostro sorse per volontà e cuore di un privato, il Sig. Pietro Cosma (1791-1865); ed ancora, a differenza di altri istituti dovuti a privata iniziativa che quasi sempre sorsero dopo la morte dei loro fondatori, il nostro nacque, crebbe e prosperò sotto l'occhio vigile e pietoso di Pietro Cosma che vivente lo volle aperto per godere della santa ed innocente ambizione di far del bene al prossimo: "le lagrime dei poveri sono un tesoro agli animi generosi ", così nobilmente pensava, e così scriveva nel suo testamento il grande Pietro Cosma »>.
Fino ai 65 anni egli aveva trascorsa la vita nel turbine degli affari e degli interessi esercitando con uguale competenza l'industria ed il commercio e colla sua operosità intelligente ed anche fortunata era riuscito ad accumulare grandi ricchezze che dovevano essere consacrate all'unico figlio Francesco»>.
La morte dell'unico figlio e il profondo dolore che ad essa seguì << gettarono il suo spirito in una terribile crisi d'onde non uscì che coll'aiuto dell'amico e confidente Don Antonio Campagnaro, il quale, dopo averlo confortato nella disgrazia lo incoraggiò ad abbracciare risolutamente il progetto che andava formandosi nell'animo suo, quello cioè di accogliere, lui ricco e senza famiglia, la famiglia numerosa degli infermi, degli afflitti e dei diseredati dalla fortuna.
Detto e fatto; lascia affari ed interessi, dà un addio irrevocabile alla vita passata, acquista un palazzo, lo trasforma ad ospedale, vi accoglie gli infermi del paese, lo inaugura fra il plauso dei suoi concittadini (27 aprile 1858) e dentro le sue pareti egli trascorre gli ultimi suoi anni  fungendo da direttore, da economo, da infermiere, da servo, da angelo consolatore degli infermi, grande sempre anche quando esercita i più umili uffici.
<< Prima di morire con disposizioni testamentarie ne assicura la vita e, contento del bene operato, sereno e placido s'addormenta il 21 novembre 1865.
L'Ospedale di Camposampiero fu quindi inaugurato il 27 aprile 1858; ma la sua fondazione risale al 15 febbraio dello stesso anno.
In questa data, con atto firmato davanti al notaio dott. Giuseppe Antonio Berti, il Cosma, ottenute le dovute autorizzazioni dalla I. R. Delegazione provinciale di Padova, donò il palazzo da lui acquistato l'11 dicembre 1856 da Francesco Settimo, con tutti i mobili ivi contenuti, all'Ospedale; subito dopo venne stipulato l'atto di fondazione che, fra l'altro, stabiliva che l'Ospedale « dovrà essere inaugurato sotto il patronato del Beato Crescenzio Camposampiero e « porterà il nome in perpetuo soltanto di "Ospitale Civile tale essendo la volontà espressa ed assoluta del sig. Pietro Cosma »>.
Allegato all'atto di fondazione il primo « Regolamento disciplinare economico dell'Ospedale Civile », successivamente approvato dalla I. R. Delegazione della Pro-vincia di Padova con decreto 25 marzo 1858.
Con testamento 3 settembre 1861, Pietro Cosma dotò l'Ospedale di rendite tali da poterne assicurare la vita e lo sviluppo e nominò una Commissione di sette membri per il controllo dell'esatto adempimento delle sue disposizioni.
Aggiungeva Pietro Cosma (al paragrafo 18 del testamento): «Spero che le persone da me designate a formare la detta Commissione vorranno, per l'affetto che portano a questa patria comune, pei sentimenti religiosi e per le pietose disposizioni del loro cuore, accettare di buon grado l'incarico che loro affido, contenti dell'unico premio che in sé stessa ogni virtù offre e singolarmente la beneficenza. Avranno eterna la mia gratitudine, e quella della Chiesa e dei Poveri, le cui lagrime sono un tesoro agli animi generosi, e non mancheranno loro le benedizioni di Dio ».
L'Ospedale di Camposampiero, alla data della sua inaugurazione (27 aprile 1858), consisteva in un palazzo prospiciente la Chiesa di San Marco, acquistato dal Fondatore Pietro Cosma l'11 dicembre 1856 da certo Francesco Settimo e adattato nel 1857 ad accogliere gli ammalati che, fino allora, potevano essere ricoverati soltanto nell'Ospedale di Padova.
Questa prima sede è ora occupata al piano terreno dagli uffici amministrativi e, nei due piani superiori, dall'appartamento delle Rev.de Suore.
Lo stesso Pietro Cosma fece costruire, negli anni 1863 e 1864, due sale collegate al lato posteriore del palazzo Settimo; ma l'affluenza veramente notevole dei malati, ai quali si aggiungevano i maniaci  (mentre nel 1859 i degenti erano in media otto o nove al giorno, già nel 1880 si raggiunsero punte superiori al centinaio), rese ben presto urgente per gli amministratori il problema di ampliare nuovamente la sede ospedaliera, in modo da renderla capace di accogliere tutti coloro che, bisognosi di cure, venivano a Camposampiero dai comuni vicini.
A questa necessità aggiungeva un'altra, di non minore importanza, quella cioè di riordinare razionalmente il vecchio fabbricato cui il Fondatore aveva portato aggiunte e modificazioni senza un piano organico e prestabilito. A quei tempi valeva il detto: «Meglio morire in casa propria che guarire all'Ospedale »>; ma già una nuova mentalità si faceva strada tra la popolazione, una mentalità più aperta e più moderna, dovuta in buon parte all'evidenza dei risultati positivi e dei benefici effetti dell'Ospedale.
Sorse così, per la prima volta dopo la morte di Pietro Cosma, il problema edilizio dell'Ospedale. Problema d'allora in poi sempre presente, che assorbirà gran parte dell'opera degli amministratori.
Riscontrata la evidente necessità di nuovo spazio, nel 1879 la Commissione di Amministrazione studiò i primi progetti. Nel 1882 fu affidato all'ing. Antonio Perazzolo di Camposampiero l'incarico di predisporre un piano di ampliamenti e di radicali adatta-menti del fabbricato esistente.
Il lavoro venne ripartito e compiuto in tre anni, e precisamente dal 1883 al 1885. Passano pochi anni e l'Ospedale è ancora insufficiente.
Furono perciò aggiunte all'Ospedale (lato sud), negli anni che vanno dal 1889 al 1891, due sale capaci di 16 letti ciascuna.
Ma l'Ospedale era ancora troppo piccolo per poter accogliere tutti i malati che affluivano sempre più numerosi dai paesi vicini; inoltre esigenze nuove imponevano un radicale rinnovamento delle sale di degenza, dei servizi, dei metodi di assistenza: non solo di spazio vi era necessità, ma di spazio ripartito razionalmente.
L'Amministrazione pose subito le basi per risolvere definitivamente il problema con la costruzione ex novo dell'Ospedale.
Il progetto definitivo fu elaborato dall'ing. prof. Ettore Toffanello di Padova, secondo le proposte e le finalità dell'Amministrazione, e, dopo lunghe e varie vicende, fu finalmente reso esecutivo nel 1907. Nel 1912 l'opera, definitivamente compiuta. Nel 1912 sorse il padiglione di isolamento « lazzaretto »>.
L'Ospedale di Camposampiero è ormai costituito da un complesso di reparti e di servizi che permette di considerarlo tra i meglio provveduti: molte delle opere che seguono nel tempo sono perciò di minor rilievo, non quanto ad importanza, ma certamente quanto ad apparenza esterna: sono adattamenti e assestamenti di vario genere dei reparti e dei servizi, in base alle espe-rienze maturate e alle sempre nuove esigenze.
Nel 1934 l'Amministrazione pose allo studio il problema del Sanatorio e ne affidò l'incarico all'ing. M. Gallato; l'opera fu compiuta nel 1939 mediante un ampliamento che aggiunse al reparto medico sette stanze di quattro letti ciascuna, divise in due piccoli fabbricati, con annessi servizi, così poter ospitare in modo conforme alle esigenze igieniche e sanitarie i trenta ammalati di tubercolosi di solito ricoverati nell'Ospedale.
Nello stesso anno l'Amministrazione cedette gratuitamente al Consorzio Provinciale Antitubercolare di Padova il terreno per la costruzione del Dispensario di Igiene Sociale, ospitato fino allora nell'interno dell'Ospedale.
Nel 1940 il padiglione di isolamento; nello stesso anno l'Ospedale aprì, nel palazzo acquistato nel 1930  un reparto per ammalati cronici, capace di cinquanta posti letto: si ebbe così un nuovo e notevole incremento delle presenze.
Nel 1942 in questa sede furono trasferiti i malati di tubercolosi che la occuperanno fino al 1949.
Frattanto era scoppiata la guerra. Difficoltà nuove cominciarono a presentarsi: richiami alle armi di medici e di altri dipendenti, ostacoli nei rifornimenti, scarsità o mancanza di medicinali.
L'Ospedale si aprì ai soldati e ai profughi dell'Italia meridionale che avevano trovato in Camposampiero larga e cordiale ospitalità. E, in Camposampiero, anche l'Ospedale dovette pagare, con vittime e con danni, il tributo alla guerra.
Il 19 ottobre 1944 le prime bombe lanciate sulla cittadina colpiscono la lavanderia.
Il Consiglio di Amministrazione, preoccupato per l'accaduto e per la vicinanza dell'Ospedale alla ferrovia, fatta continuo bersaglio di mitragliamenti e di bombardamenti, decise il trasferimento dei reparti a Massanzago, nel palazzo Baglioni (residenza municipale); l'Ospedale fu allora in massima parte occupato dalle truppe nazionali e tedesche che lo ridussero in breve in condi-zioni pietose.
A liberazione avvenuta, l'Ospedale si trovò in una situazione veramente difficile, sia per le rovine provocate dai bombardamenti, sia per il disordine e lo sconquasso provocati dalle truppe che lo avevano occupato.
Anche il nostro Ospedale si inserì brillantemente nell'opera di ricostruzione che fece di tutta l'Italia un cantiere: rimarginò le ferite della guerra, quelle profonde e quelle superficiali, diede inizio a un'opera di rinnovamento che lo potesse rendere adeguato ai tempi nuovi.
Nel 1946 iniziarono i lavori di ricostruzione e riadattamento che si protrassero fino al 1952.
A cominciare dal 1952, per qualche anno l'Amministrazione fu impegnata nell'adattamento di una villa allora acquistata in comune di Arcugnano (Vicenza) della quale riuscì a fare una attrezzata casa di cura, capace di ospitare una sessantina di ammalate di tubercolosi.
I lavori di completamento dell'Ospedale ripresero nel 1956.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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