MORTARA Ospedale Mortara già Asilo Vittoria - Ospedali d'Italia

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MORTARA Ospedale Mortara già Asilo Vittoria

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Tratto integralmente da : Sanatorio Asilo Vittoria – Fondazione Quinto Bossi  - Città di Mortara 1933


Per onorare la memoria della compianta consorte, Vittoria Molina, e perpetuarne il ricordo nel compimento di un'opera altamente benefica, con spirito munifico ed intelletto di filantropo, il Gr. Uff. Quinto Bossi de-
stinò una cospicua somma per l'erezione del Sanatorio « ASILO VITTORIA  della capacità di quaranta letti, dotato dei più moderni impianti per i servizi generali, sanitari ed igienici ed arredato con signorile cura
in ogni più minuto particolare (al quale si deve anche la costruzione, nel 1933, di un centro per l’assistenza infantile).
La solenne inaugurazione, avvenuta il 22 dicembre 1929 con l'intervento delle più alte autorità e gerarchie civili, politiche ed ecclesiastiche della Provincia, con enorme concorso di popolo, fu una plebiscitaria attestazione di gratitudine e di affetto al Fondatore, che subito fece grazioso dono e consegna dell'Istituto alla Città di Mortara.
Il sanatorio sorge a levante dell'abitato di Mortara alla distanza di circa un chilometro su una vasta zona di terreno arido ed incolto sopraelevato da tre a quattro metri sopra il piano delle campagne circostanti.
Attorno a questo appezzamento non esiste nessuna abitazione nel raggio di trecento metri e solo oltre scarsi fabbricati rurali di non grande entità. E’ in posizione ben soleggiata e bene esposta; è comodamente
servito da un ottimo tronco stradale.
La costruzione si eleva parallelamente alla strada provinciale Mortara Pavia ed alla distanza da essa di oltre cinquanta metri. Per tale distanza vengono eliminati gli inconvenienti derivanti dalla polvere stradale
del resto nulli per l'asfaltatura della medesima, tenuta inoltre continuamente annaffiata e per la sua posizione usufruisce della maggiore quantità di raggi solari nel periodo invernale, mentre in estate è possibile sottrarsi alla loro azione nelle ore in cui comincia a diventare molesta.
Il fabbricato è composto di un unico corpo ad un piano fuori terra e ad uno semi-sotterraneo. Al piano rialzato si accede mediante una gradinata che, partendo dal ciglio stradale, con successivi ampi ripiani conduce ad un grande atrio di disimpegno al quale si affacciano le sale di visita e di accettazione, di amministrazione, di direzione, la sala operatoria, il gabinetto raggi, il gabinetto bacteriologico. Lateralmente a
questi locali di servizio sanitario amministrativo ed in modo da essere completamente separate ed indipendenti si trovano le infermerie, quelle a destra di chi entra destinate agli uomini e quelle dal lato opposto alle donne. In ogni riparto vi hanno due infermerie della capienza di otto letti cadauna con una cubatura di oltre quaranta mc. per letto, due camere per malati gravi ed il refettorio: tutti questi locali ricevono la luce diretta da ampi finestroni verso mezzodì: sono provvisti di speciali aperture per la presa d'aria che convenientemente manovrate regolano la ventilazione nel modo meglio richiesto. I gabinetti da bagno, i locali coi lavabi, i gabinetti di decenza sono allogati in ambienti bene illuminati, areati e situati a mezzanotte. Il tutto è disimpegnato da un largo luminoso corridoio che permette di provvedere in modo comodo e rapido ad ogni servizio.
I servizi generali sono collocati tutti nel piano semi-sotterraneo, la cucina è situata nel centro della costruzione in locali spaziosi, lindi e bene illuminati. Le vivande vengono inviate al piano superiore a mezzo di speciale montacarichi e le stoviglie, piatti, posate ritornati dopo l'uso al locale di lavaggio e sterilizzazione mediante apposito scendicarico: con siffatta disposizione si è al sicuro da ogni pericolo di inquinamento della cucina e dei locali per i servizi ad essa inerenti e contigui quali dispensa, frigorifero, magazzeno viveri ecc.
Il locale di sterilizzazione per la biancheria usata è isolato e con accesso dell'esterno. Da questo locale gli indumenti e la biancheria, preventivamente sterilizzati, passano alla lavanderia e di qui all'essiccatoio, alla
camera di cucito e da stiro e al guardaroba. Il tutto è disposto in modo che il servizio può essere effettuato con il minor dispendio di tempo e di personale.
In posizione centrale particolarmente adatta è collocato l'impianto di riscaldamento effettuato a mezzo di termosifone con sorgente calorifica a nafta. In un locale attiguo a questo impianto sono installate le pompe per il sollevamento dell'acqua del sottosuolo, necessaria per tutti gli usi e servizi. In numerosi ed ampi locali trovano ancora posto l' alloggio per le suore preposte ai diversi servigi dell'Istituto, i dormitori per il personale laico, un vasto magazzeno, la cappelletta ed il servizio necroforico. In apposito fabbricato staccato dalla costruzione principale è installato uno speciale inceneritoio ove vengono giornalmente distrutti tutti i materiali di rifiuto dell'Istituto.
In una semplice e decorosa villetta appositamente costruita nell'immediata vicinanza dell'Istituto, fornita di moderni impianti per i servi generali ed igienici (riscaldamento a termosifone, acqua corrente calda e fredda,
bagno, lavanderia ccc.) e signorilmente arredata, trova alloggio il medico residente. Il servizio medico ha cosi garanzia di continuità e prontezza e la presenza ininterrotta del sanitario mentre vale a dare una grande tranquillità agli ammalati, specialmente gravi, giova notevolmente dal punto di vista della disciplina. La vasta area di terreno, di oltre cinquantamila metri quadrati di proprietà dell'Istituto, del tutto arida ed incolta solo qualche anno fa, si va rapidamente trasformando in massima parte a pineta ed a parco con larghi e lunghi viali e nell'altra parte a frutteto e ad orto. La cura delle piante da frutta e la coltivazione degli ortaggi viene spontaneamente assunta da malati quasi guariti che, nella occupazione di qualche ora al giorno, trovano motivo di svago e ad un tempo utile rieducazione del corpo al lavoro cui anelano ritornare appena saranno dimessi. Sparsi nel parco o alla diretta azione dei raggi solari o all'ombra di gruppi d'alberi, così da potersene servire a seconda delle stagioni, volge a compimento la costruzione di speciali capannoni per la cura d'aria.
A rendere l'ambiente invitante ed il soggiorno piacevole, a tener elevato il morale dei malati, distogliendoli dal tono di tristezza cui sono tratti dal pensiero dominante della malattia, si provvede oltrechè con l'assistenza morale continua, con buone letture, con ben regolate radioaudizioni, per lo più durante l'ora dei pasti, con trattenimenti cinematografici settimanali. Nelle ricorrenze solenni vengono poi organizzati, tra i ricoverati stessi, veri spettacoli con concerti musicali e recitazioni di adatte commedie, che costituiscono sempre un avvenimento importante e valgono a creare una corrispondenza di buoni sentimenti, a mantenere vivo uno spirito di reciproca tolleranza e benevolenza e a far trascorrere in un'atmosfera di concordia ed armonia i giorni sanatoriali.
Le spese di esercizio per il funzionamento dell'Istituto vengono coperte col gettito delle diarie versate dalla Cassa Nazionale delle Assicurazioni Sociali, dal Consorzio Antitubercolare Provinciale, dai Comuni e da altri
Enti benefici per conto dei quali i malati sono ricoverati.
Ad un consiglio autonomo di amministrazione, presieduto dal fondatore Grand'Ufficiale Quinto Bossi è affidata la cura delle finanze e dell'economia dell'Istituto, in attesa che, come da pratica in corso, sia eretto in ente morale (avvenuta il 5 settembre 1938 ) . Il fatto che a capo dell'amministrazione stia il fondatore stesso è garanzia senza pari del trattamento di primo ordine fatto ai malati sotto ogni punto di vista.
Particolare cura è posta nell'alimentazione del malato con vitto vario, nutriente ed abbondante; a soddisfare i desideri ed i gusti degli ammalati gravi si provvede con cibi speciali ed alimenti di conforto, ed in deroga
all'orario generale i pasti in questi casi vengono consumati nelle ore in cui meglio riescono graditi.
Ai ricoverati sono riservate ogni cura ed attenzione: per i sanitari, efficacemente coadiuvati dalle suore, è dovere rivolgere in ogni occasione la parola buona affettuosa di incoraggiamento che ridoni la fiducia ed
elevi lo spirito del malato, creando in ognuno ed in tutti, per la comunanza del male, quel senso di reciproca benevolenza ed amorevole cordialità da cui deriva il carattere famigliare che domina nell'ambiente dell'Asilo Vittoria. In apposita cappella viene celebrata ogni giomo la santa messa e al cappellano dell'istituto è affidata la cura delle anime ed il conforto dell'assistenza religiosa.
Dichiarato ente ospedaliero con DPR 216 del 4 febbraio 1969 e con DPR del 7 maggio 1975 si fuse con il Sant’Ambrogio dando vita all’Ente Ospedaliero di Mortara.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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