VALSOLDA Ospedale di circolo Renaldi - Ospedali d'Italia

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VALSOLDA Ospedale di circolo Renaldi

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Le poche informazioni provengono integralmente dal testo: un anno in Valsolda - 1932 - Luigi Bazoli direttore dell'ospedale di circolo Renaldi e medico condotto del comune.

Un ramo della nobile famiglia Cremonese Affaitati si trapiantò, attorno al XVI secolo, in Valsolda ove fece costruire due Palazzi: quello di Albogasio e quello di Cadate poi sede dell'ospedale.
Alcuni di questa famiglia si portarono in Polonia: uno di essi divenne capitano ed ingegnere, un altro fu cappellano di corte; questi Carlo Affaitati, segretario ed elemosiniere della Regina Di Polonia desti-nò il palazzo di Cadate perché servisse al titolare della cappellania da lui fondata a favore dei chierici di sua famiglia. Ultimo investito di questa cappellania fu Monsignor Lorenzo Rinaldi, che divenne ve-scovo di Pinerolo. Costui, che già in vita andava preparando un piano di fondazione per il lascito Af-faitati, alla morte, nel 1873, destinò il palazzo e la cappellania all'erezione di un ospedale per la Val-solda.
Gli eredi testamentari, due amici del vescovo, emisero il loro voto favorevole all'adempimento del le-gato, ma, a causa di divergenze sulle modalità di esecuzione, vennero in dissidio con l'opera Pia, subi-to costituita dai Paesi interessati. In tal modo sorse, nel 1876,  la prima controversia che ne che con le seguenti ebbe a procrastinare per anni  l'intero possesso di fondazione. Con Regio decreto del 26 dicembre 1875 l'opera Pia Rinaldi fu eretta in Ente Morale, autorizzata ad accettare il lascito. La depu-tazione provinciale di Como, con dichiarazione del 30 marzo dello stesso anno, autorizzò la commis-sione ad alienare mediante asta pubblica gli immobili costituenti il legato escluso il caseggiato di Ca-date ed ammessi, perché ritenuti opportuni ad erigersi l'ospedale, e nel caso non si potesse comporre amichevolmente la vertenza con gli eredi del fondatore, l'autorizzò a stare in giudizio per conseguire la materiale consegna degli enti legati. Sgraziatamente non si potè comporre la questione. Gli eredi, interpretando a loro modo la disposizione del testatore, ritennero essere in loro diritto la vendita con esclusione di qualsiasi giudizio ed eccezione e coll’elargizione all'Opera Pia di una somma di denaro. Nel 1879 i coeredi ritrattano, ma a cagione di pendenze secondarie, le discussioni si prolungano fino al 1881 e per strascichi sulle proprietà, cessioni ed affrancazioni, altre ancora si aggiunsero fino al 1900. I primi lavori di adattamento dei locali ebbero inizio nel 1883, ma la domanda di apertura dell'ospedale fu stesa solo nel 1886.
Fin dai primi anni qualche benefattore si ricordò in vita o in morte del nuovo Istituto. Non vi furono grandi somme, ma sufficienti per alleggerire le spese e soccorrere qualche infermo. Nel 1900 una ala nuova venne aggiunta al fabbricato, quasi tutta per offerte, tanto da permettere un numero maggiore di letti. Abrogato il primo statuto ospitaliero del 1887, ne venne compilato un secondo. Lo sco-po  dell'ospedale era di accogliere e curare gratuitamente i poveri infermi appartenenti ai Comuni formanti la Valsolda, però potevano essere accettati dal Consiglio, previo acconsentimento medico, anche altri malati non chiamati dal fondatore, con retta da stabilirsi dall'amministrazione e salvo l'ap-provazione della giunta Provinciale amministrativa. La direzione era affidata alla suora superiora. L'ammissione degli Infermi era fatta dal Presidente in seguito a certificato medico. Nel registro della Infermeria, che parte dal 1899 si leggono le varie degenze (da 30 a 60 per anno), quasi tutte per af-fezioni mediche ed il rimanente per qualche caso di piccola chirurgia settica. Nel 1923 l'edificio viene sopraelevato con oblazioni private e con un sussidio di 23.000 lire avute da parte della Cassa di Ri-sparmio di Milano.
Nel 1924 allorché una commissione venne incaricata dal Governo per studiare le vertenze onde addi-venire alla soluzione della contesa fra l'ospedale di Milano e di comuni del Ducato, secondo la nuova concezione di organizzazione ospedaliera decentrata, fu tenuto presente l'esistenza del piccolo ospe-dale di Valsolda, anche perché poteva rappresentare l'unico Istituto sanitario a beneficio della parte settentrionale del territorio dell'antico Ducato. La commissione, pur riconoscendo l'ubicazione inco-moda, creò nel novembre di quell'anno, il Circolo di Valsolda, elevando l’ospedale Renaldi a funzioni di Capo circolo.
Furono eseguite all'interno dell'edificio opere di ampliamento e di riforma, sia per necessità di servi-zio sia per residenza sanitaria. L'assestamento ebbe termine nel 1929. Nel 1932, in conseguenza della creazione dell'ospedale di circolo e allo scopo di provvedere a migliore funzionamento di esso, venne stipulata una convenzione fra i comuni del Circolo ospedaliero di Valsolda e l'ospedale Rinaldi. L'o-spedale inizia la sua attività il 5 ottobre 1886 con 4 letti, ha cercato susseguentemente di migliorare le proprie condizioni a beneficio dei poveri infermi coi suoi limitatissimi mezzi e con le offerte del qualche oblatore.
La sua esistenza fu sempre difficoltosa: troppo pochi erano i degenti, ancora meno i paganti.
Fuorché qualche ammalato della regione o qualche cronico dei paesi vicini, altri non ne venivano. An-che l'ampliamento tecnico rimase opera inerte e le prime funzioni di Capo circolo furono pressoché nulle. Nel  1932 l'ospedale ha la capacità di 26 letti in caso di bisogno la sua potenza può essere ele-vata a 40. Oltre a camere di degenza di numero 1, 2, 3, 4 letti, separate per medicina e chirurgia e di-stinte per uomini e donne, vi è un reparto di isolamento provvisorio e 6 locali per il servizio sanitario.
I servizi Generali sono al completo anche se non tutti tecnicamente moderni. Nel caseggiato vi è pure l'alloggio per le suore e la cappella. L'ospedale è piccolo ma completo, ordinato e ben tenuto.
Anche se non del tutto arredato secondo gli ultimi  concetti e non possa essere messo a confronto coi nuovi eretti allo scopo è maggiormente provvisti di mezzi, pure esso risponde sufficientemente ai suoi fini e offre al malato la serena tranquillità di cui è larga dispensiera la natura dei luoghi stessi in cui è sito e alla quale è intonato.
Fu  chiuso nel 1986




 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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