RUSSI Ospedale civile G. Maccabelli - Ospedali d'Italia

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RUSSI Ospedale civile G. Maccabelli

Ospedali Nord est > Regione Emilia Romagna > Provincia Ravenna

Il contenuto della scheda deriva integralmente da:  La cura attraverso l’arte a cura del Conservatore del patrimonio storico e artistico AUSL della Romagna Sonia Muzzarelli.
Ci tengo a sottolineare che tutto il lavoro è stato svolto in accordo con la Direzione Generale che ne ha caldeggiato la divulgazione.
Si tratta di un “cofanetto” contenente vari opuscoli, riccamente iconografati e ricchi di bibliografia,  che riportano sia la storia degli ospedali come pure la descrizione del loro patrimonio artistico.

Per informazioni contattare: patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it


La mancanza di un nosocomio era molto sentita dai cittadini russiani poiché per molto tempo gli ammalati poterono usufruire solo dei quattro letti a loro riservati all'ospedale di Faenza.
Secondo una descrizione nella metà del Settecento vi era una struttura che fungeva da piccolo spedaletto, amministrato dalla confraternita di Santa Maria in Albis chiamata anche dei Battuti Bianchi, avente più che altro il compito  di ospitare e accogliere più che curare i malati.
Ma l'edificio giaceva in pessimo stato di manutenzione e veniva utilizzato come alloggio da vagabondi ed accattoni che creavano grossi problemi per la sicurezza del centro urbano.
L'ospedaletto, che verrà demolito solo nel 1862 su autorizzazione del re Vittorio Emanuele II, restò attivo fino alla fine del Settecento.
Don Francesco Maccabelli alla sua morte, indicò come erede universale dei propri beni la sorella Giovanna, affinché potesse dar vita ad una benefica istituzione. Giovanna Maccabelli  decise così di dotare la sua città di una struttura ospedaliera lasciando alla sua morte, avvenuta il 21 marzo 1830, tutti i suoi beni alla Congregazione di Carità perché disponesse l'istituzione di un luogo di accoglienza nella città di Russi.
Nel testamento era decretata la sua la volontà di istituire un ospedale per gli infermi del paese che doveva ospitare i malati, da prescegliersi entro le famiglie più povere del paese e della parrocchia.
Venne scelta la rocca trecentesca quale luogo da adibire ad ospedale cittadino, essendo il fabbricato costruito in un luogo molto elevato, lontano dalle altre abitazioni, circondato da un'area tale da potervi coltivare un orto e un giardino ed esposto tutto il giorno alle benefiche influenze del sole.
Nell'ottobre del 1831 il Consiglio Comunale deliberò la concessione della Rocca alla Congregazione dietro il versamento di quattrocento scudi e il pagamento delle spese catastali. Nel febbraio 1832 il progetto passava, finalmente, alla fase esecutiva grazie all'ingegner Vecchi di Ravenna che diede inizio ai lavori di adattamento dell'antico fortilizio, inglobandone i resti all'interno della nuova struttura.
Per un buon decennio, dal 1835 al 1845, i lavori andarono avanti stentatamente fra molte polemiche e solo dopo varie vicissitudini, il primo aprile 1948 venne inaugurato; metteva a disposizione solamente due posti letto.
Nel corso degli anni la situazione mutò, aumentarono gli investimenti, la struttura si ampliò e, nel 1885, venne costruita l'ala destra del fabbricato. Nel 1904, inoltre, la Congregazione deliberò di istituire presso l'ospedale una sezione per i cronici e una per gli orfani.
Nel 1960 tale presidio fu oggetto di diversi ampliamenti, mentre a partire dal 1995 parte dell'ospedale è stato convertito da struttura per acuti a RSA.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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