MILANO Ospedale delle Suore di Carità detto Fatebenesorelle Ciceri Agnese - Ospedali d'Italia

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MILANO Ospedale delle Suore di Carità detto Fatebenesorelle Ciceri Agnese

Ospedali Nord Ovest > Regione Lombardia > Provincia Milano > Città-Ospedali chiusi


Il contenuto della scheda deriva integralmente dal testo di Giuseppe Castelli, Gli ospedali d'Italia, Milano : Medici Domus, 1941 pagg. 358-359

Sorto per volontà di un'umile donna, la religiosa Giovanna Lomeni, che, uscita dal chiostro, forse in seguito alla soppressione di monasteri voluta dal governo
francese ai primi del XIX secolo, pensò di dedicare ogni sua attività a promuovere la fondazione di un ospedale per le « povere inferme civili » ispirandosi all'esempio dei Padri Fatebenefratelli, che praticavano, per gli uomini, questa carità sin dalla fine del secolo XVI.
Non essendole mancato il concorso di altre pie Signore e l'incoraggiamento di persone simpatizzanti, la Lomeni, nel 1819, inoltrava istanza al governo, significando la sua intenzione di destinare il locale del soppresso Convento di S. Ambrogio ad Nemus, nei Corpi Santi di Porta Tenaglia, al gratuito e pietoso asilo di malate povere di condizione civile, che sarebbero state assistite da lei stessa e dalle sue volonterose compagne, con il nome di «Buone sorelle ». Nel 1823 l'Ospedale si apriva ed iniziava la sua opera benefica.
L'istituzione aveva trovato il valido entusiastico appoggio della contessa Laura Visconti Ciceri, la quale, oltre ad offrire 50.000 lire provvide all'assestamento del locale di S. Ambrogio, da lei comperato successivamente nell'aprile 1824. Con il suo prezioso intervento la contessa Ciceri, largamente provvista di mezzi e favorevolmente conosciuta, veniva provvidenzialmente a sostituirsi nella iniziativa nobilissima alla Lomeni, la quale ben volentieri si ritirava nell'ombra, per continuare a profondersi nell'assistenza amorosa e caritatevole in qualità di infermiera maggiore.
La beneficenza privata al nuovo Ospedale, e già nel gennaio 1824 la signora Giovanna Statilini ved, Delfinoni, con un suo lascito, aveva iniziato la serie dei benefattori, che si susseguirono con nobile slancio; fra gli altri s'ha da ricordare Donna Paola Agnesi, sorella della celebre matematica Maria Gaetana, che donava nel 1831 la possessione Valera per un opera pia autonoma d'assistenza alle croniche è vero — (Causa Pia Agnesi): la figlia della contessa Laura Ciceri , baronessa Maria Nefizer ved, del marchese Ala Ponzoni, e, nel 1834, il nobile Giovanni Battista Besozzi, che legava all'Ospedale la somma di 600 mila lire. L'attività diveniva così considerevole e superiore alla passività, e la contessa Ciceri, vedendo il Pio Istituto da lei fondato prosperare così rapidamente, si preoccupò di trasportare la sede del vecchio edificio poco suscettibile di miglioramenti, in un nuovo edificio in altra località, entro la cerchia dei bastioni e la scelta cadde su di un'ortaglia detta il Romitaggio, lungo lo stradone di S. Angelo e il Bastione di porta Nuova, che veniva acquistata per il prezzo di austriache lire 100.000, da Domenico Carpani.
Il 18 aprile 1836, senza alcuna pompa, veniva collocata la prima pietra con scolpite queste parole: «Ospedale dalla contessa Laura Visconti Ciceri instituito in Borgo degli Ortolani nel 1823 ampliato nel 1836 ». Nel 1840 seguiva l'inaugurazione e l'apertura al pubblico con l'efficienza di trenta letti. Gli sviluppi ulteriori alla fondazione sono dovuti all'iniziativa, prima, del conte Ermes Visconti e del nob. Carlo Del Magno poi, finchè nel 1863, in forza di un R. Decreto, tutti gli ospedali cittadini passavano sotto l'amministrazione unica degli Istituti ospitalieri.
Nel 1925 un altro decreto ridonava l’ospedale a una amministrazione propria, aggruppandolo però coll’altro ospedale dei FBF.


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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