PIETRASANTA Ospedale civile Pietro Lucchesi - Ospedali d'Italia

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PIETRASANTA Ospedale civile Pietro Lucchesi

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Da: https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=32407


La costruzione dell'ospedale di Pietrasanta fu iniziata nel 1848, su progetto dell'architetto Mariano Falcini, anche se la struttura cominciò a funzionare solo dopo il compimento dell'unità d'Italia. Alla fine degli anni '50 del Novecento l'ospedale fu dedicato a Pietro Lucchesi, medico chirurgo che fu direttore dal 1904 al 1953, anno della sua morte. L'istituto fu oggetto di diversi lasciti testamentari. L'archivio ha subìto notevoli danni nel 1995 a causa di un incendio.

Da:  Degli ospizi marini e del nuovo spedale di Pietrasanta – memoria letta nell’accademia medica di Firenze da Giuseppe Barellai – 1856
Non ci sono grandi notizie storiche sull’ospedale in se ma, nella relazione del Dott. Barellai, da me semplificata, viene messa in evidenza la sperimentazione della “Retro Corsia” come sistema innovativo di approccio alla cura dei pazienti, cosa che non ho riscontrato, se non forse in una paio di casi, nelle altre centinaia d’Ospedali riportati in questo lavoro.
In Pietrasanta alcuni facoltosi, fino dal 1846, aprirono una soscrizione per la fondazione di uno spedale di cui la città loro pativa difetto.
Frutto di questa sottoscrizione è l'edificazione e il patrimonio dallo spedale. Sorge questo a ponente della città, alto otto o dieci braccia sul livello della strada postale, alle falde di un monte, con la facciata volta a levante, e si innalza sui fondamenti e sugli avanzi di un'antica chiesa. Saliti tre o quattro scalini si presenta un elegante peristilio a tre arcate, e nella arcata di mezzo si apre la porta d'ingresso: il pavimento del peristilio, come tutto quello del corridore, che dà accesso alle infermerie è quadrettato in marmo bianco e nero: splendidezze tutto di costruzione, che danno all'edifizio non l'aspetto terribile di una prigione, o di un carcere, ma la reverenda maestà di un sacrario.
Non presumo di farvi, o Signori, nè il vorrei se il sapessi, una descrizione architettonica della fabbrica. Nel mio e vostro scopo di medici basta il sapere che ogni infermeria è larga circa nove braccia, e lunga vent'otto: che in tutto questo spazio ogni infermeria non contiene, nè deve contenere più che sei letti; che in ogni infermeria i letti non sono, nè debbono essere che da una sola parte, e in faccia alla luce; che le finestre sono delle maggiori dimensioni possibili, e spesso a terrazzino, in modo che l'apertura rada il terreno per rendere facile il mutamento e il rinnovamento dell'aria. Ma quello in questo nuovo spedale mi sembrò meritevole di molta attenzione e di molta lode è la costruzione seguente.
Ogni infermeria ha contigua una retro-infermeria della stessa lunghezza e della stessa larghezza, e tanto la infermeria come la retro-infermeria possono facilmente tenersi specialmente nell' inverno alla medesima temperatura per mezzo di stufe o di calefattori. Ogni letto ha alla sua sinistra nella parete corrispondente vicino a terra un'apertura con due sportelli, dei quali ano corrisponde alla infermeria, e l'altro alla retro-infermeria, e queste aperture oltre ad aumentare sempre più i mezzi di mutamento dell'aria valgono specialmente per levar subito dalla stanza, e di presso i letti ove sono i malati, i vasi delle immondezze, e non permettere che vi si trattengano le lunghe ore o che il trasporto si faccia attraversando tutta la infermeria con schifo, molestia e danno talor dei malati per la infezione dell'aria. Ma lo scopo principale della retro-infermeria è dichiarato da un sistema di letti che io mi credo in diritto a lode dell' inventore, di chiamar nuovo. I letti sono di ferro, e il loro piano è composto di due parti, una inferiore fissa, l'altra superiore mobile e guarnita di alta e larga spalliera di legno. La parte mobile scorre sopra le verghe della fissa per mezzo di rotelle incanalate precisamente come nelle strade ferrate: tanto è vero che i lavoranti di quello stabilimento danno alla parte mobile del letto il nome di treno per distinguerla dalla parte fissa.
Dietro ogni spalliera della parte superiore mobile del letto esiste una porticella a doppi battenti per impedire i soffi dell'aria; e questa porticella che mette in comunicazione l’infermeria con la retro-infermeria, è larga due braccia e alta due braccia e un quarto dal plano fisso, ossia dal telaio fisso del letto. Aperta questa porticella trovasi nella retro-infermeria un altro telaio o piano fisso di letto, le cui verghe essendo una continuazione di quelle del piano fisso della infermeria, la parte del letto mobile con sopra le materasse, il malato e tutte le sue coperture scorre nella retro-infermeria con la massima agevolezza, senza che l'ammalato pur grave, possa risentirne scosse, sia disagi e danni. La facilità dello scorrimento è tale, che a prova fatta, un ragazzo di sette anni può fare scorrere un letto con sopra un uomo di più che mediocre statura.
Passato il letto, si richiudono i quattro battenti della porticella, e il malato resta nella retro-infermeria con la testa è vero in mezzo di essa, ma difeso dalla spalliera e da scenarini volanti che possono essere apposti; come, se si vuole, per l'opera di due serventi può la parte mobile del letto ed il malato essere facilmente sollevato, girato e rimesso con la spalliera e con la testa attigua alla parete. Letti a scorrimento sono da qualche anno stati costruiti in alcuni spedali dell'alta Italia, ma fatti in modo da servire al solo oggetto di sottrarre l'agonizzante e il
cadavere agli occhi degli altri malati, che talora possono essere fratelli, figli e genitori, onde prevenire il fatto e i danni di dolorose impressioni. Ma nei letti del nuovo spedale di Pietrasanta, la facilità del passaggio e la qualità del luogo dove il passaggio accade, pone il medico nella possibilità di disporre di due stanze a benefizio di ogni malato. Così quando nella stagione opportuna e colle opportune cautele, il medico crede necessario di ventilare intieramente l'infermeria, ordina che in certe date ore tutti i malati siano passati nella retro-infermeria, ed in quel tempo nella infermeria si spalancano le porte e le finestre, e sulle pareti e sul pavimento si usano tutte le diligenze consigliate dal desiderio della nettezza.
Non vi tedierò, o Signori, col dichiararvi tutti i vantaggi igienici e terapeutici che derivano da questo nuovo sistema di tenere i malati, e voi sapete meglio di me, quanto il modo di tenere il malato, e il malato grave, influisca sull'utilità della cura e sull'esito della malattia. Ma i bagni al letto, tutte le operazioni, tutte le medicature di piaghe che danno esalazioni putride e nocevoli a chi le respira, tutte le medicazioni delle malattie sifilitiche possono farsi nella retro-infermeria, rispettando così ogni senso di umanità e procurando di usare ai malati, sebben poveri, quei riguardi di tranquillità, di quiete e di decenza che si usano nelle ben costumate famiglie. Inventore di questo semplice meccanismo dei letti sopra descritti è il sig. Francesco Carli di Pietrasanta.



OPAC SBN  L'ospedale di Pietrasanta nel centenario della sua apertura : 1865-1965 / a cura di Danilo Orlandi



 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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