MILANO Ospedale Sant'Ambrogio -11° secolo - Ospedali d'Italia

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MILANO Ospedale Sant'Ambrogio -11° secolo

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Il contenuto della scheda è tratto integralmente dal testo: Le chiese di Saronno Antiche e nuove di P. PAOLO MARIA SEVESI DEI FRATI MINORI -1932

Questo Istituto viene nominato per la prima volta in un privilegio del 21 marzo dell’880 rilasciato dall’imp. Carlo il Grosso a favore del monastero di S. Ambrogio. Ad ogni modo la sua antichità fu certamente notevole, perchè alla metà del sec. XII l’Istituto godeva di florida esistenza. Difatti in un documento, citato dal Giulini, edito già dal Puricelli  e dal Muratori , si contiene la sentenza data nel febbraio del 1153 dall’Arcivescovo Oberto in una lite fra l’abate di S. Ambrogio ed i frati dell’Ospedale omonimo. L ’abate sosteneva che l’Ospedale era di sua giurisdizione; i frati protestavano invece che l’Istituto apparteneva a loro e quindi godeva l’esenzione dall’abate e dalla parrocchia. In un altro documento si ha la sentenza del 20 gennaio del 1154 del console Marchisio Calcagnola contro Giovanni, prete in S. Pietro di Saronno, che vantava diritti sopra alcuni terreni, e in favore dell’Ospedale di S. Ambrogio. E si aggiunga che nel 1194 al 3 febbraio il Papa Celestino III confermava i privilegi concessi dall’Arcivescovo (a. 1195) Umberto da Terzago; mentre l’Arcivescovo Enrico da Settala al 4 agosto nel 1215 concedeva a Guifredo maestro e ai frati dell’Ospedale certe decime con l’obbligo di dare a lui ogni anno una libbra « piperis » . Questo Ospedale sorgeva presso lo stradone di S. Vittore all’incrocio con l’antica via Vittoria (oggi De Amicis), un tempo fiancheggiata dal Naviglio. Su l’area, da esso occupata, venne ai tempi nostri edificato il quartiere industriale, già Bocconi, in un edificio del quale si vedono ancora alcune sculture, che decorarono la facciata del vecchio nosocomio. L ’Ospedale di S. Ambrogio nel 1458 venne unito, insieme con gli altri superstiti, al nuovo Ospedale Maggiore, che ne fece una propria succursale. Fin qui il Pecchiai, il quale riporta lo Statuto, del 15 ottobre del 1268 ordinato dall’Arcivescovo Ottone Visconti per l’Ospedale Nuovo presso l’Arcivescovado, compilato sulla falsariga dello Statuto dato già da S. Galdino nel 1168 all’Ospedale del Brolo. L ’intervento di S. Galdino ci fa pensare ai tempi di S. Bernardo, in cui in Milano compaiono i frati ospitalieri sotto varie denominazioni, quelli dello Spirito Santo, i Gerosolimitani, i Crociferi, quelli della Misericordia, che presero il nome della Colombetta. Non sapremmo definire a quali di queste corporazioni appartenevano i frati ospitalieri dell’Ospedale di S. Ambrogio, che non erano Sacerdoti, benché religiosi; ma certo dovettero appartenere a quell’Ordine di frati agostiniani che a Milano teneva la gestione di tutti o quasi tutti gli ospedali. Essi portavano abito talare con cappuccio e un segno esterno di croce, segnacolo del loro apostolato di pietà verso gli infermi ed i pellegrini. I frati spedalieri non menavano vita claustrale, ma semplicemente convittuale : le loro case non erano soggette a clausura. I frati dell’Ospedale di S. Ambrogio quanto alla regola nulla avevano a che fare con i benedettini della grande Abbazia : erano Agostiniani come tutti gli altri spedalieri. Certo l’Ospedale di S. Ambrogio aveva laute rendite, come risulta dal copioso carteggio dell’Archivio dello stesso Istituto, ben illustrato da Pio Pecchiai.   


 
Dal passato al futuro... un viaggio nel tempo dei templi della salute
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